Convivio Armonico di Area Arte propone la panoramica “A ritroso nel Tempo” del duo Matteoli-Palamidessi

Foto Max Cerrito

Il nuovo appuntamento con la seconda parte di Convivio Armonico di Area Arte, svoltosi nella Sacrestia Papale della Basilica Reale e Pontificia di San Francesco di Paola, ha avuto come protagonisti Giorgio Matteoli (flauti) e Stefano Palamidessi (chitarra).
I due musicisti hanno proposto brani, in buona parte arrangiati per chitarra e flauto, appartenenti ad un repertorio che percorreva all’indietro la Storia della Musica, da cui il titolo “Viaggio a ritroso nel Tempo” dato al concerto.
Inizio dedicato al francese Erik Satie (1866–1925) con la prima delle tre Gymnopédies, concepite per il pianoforte e pubblicate nel 1888.
Pianistica anche la successiva “Andaluza”, tratta dalle Dodici danze spagnole, op. 37 di Enrique Granados (1867-1916), mentre di Edvard Grieg (1843-1907) erano  La danza di Anitra e Solvejs Lied, contenute rispettivamente nella Suite n. 1, op. 46 e nella Suite n. 2, op. 55, entrambe legate alle musiche di scena per il “Peer Gynt” di Ibsen.
Era poi la volta di Franz Schubert (1797-1828) con Ständchen, da Schwanengesang D 957, ciclo di quattordici lieder composti dall’autore austriaco nell’anno della sua morte.
Dal Romanticismo a tre giganti del Barocco: Georg Philipp Telemann (1681-1767), Johann Sebastian Bach (1685-1750) e Georg Friedrich Händel (1685-1759).
Del primo, autore prolifico che per più di 40 anni ricoprì il ruolo di Direttore musicale della città di Amburgo, è stata proposta una Fantasia per flauto solo.
Il secondo era invece rappresentato dall’Arioso, contenuto nella Sinfonia di apertura della cantata BWV 156 ed infine, di Händel, è stata eseguita una Sonata in la minore per flauto dolce e basso continuo.
Ultimi due brani in programma, Bravade per flauto, dell’olandese Jacob van Eyck (1590-1657), dalla raccolta in due volumi “Der Fluyten Lust-hof” (Il giardino delle delizie del flauto), la cui prima edizione risale al 1644, e Greensleeves to a ground, tema e variazioni per flauto dolce e basso continuo, di anonimo inglese del XVI secolo.
Nel complesso un interessante excursus, costituito da brani piacevoli, impreziositi dalla presenza di due interpreti (autori anche dei diversi arrangiamenti), apparsi molto bravi singolarmente e ben affiatati fra loro.
Pubblico numeroso, che ha mostrato un elevato gradimento nei confronti dei brani ascoltati, applaudendo a lungo gli esecutori.
Questi ultimi hanno quindi concluso in grande stile la loro esibizione, con un bis rivolto alla musica argentina del Novecento, ritornando così vicini al punto dal quale erano partiti.

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