La stagione di Napolinova apre nel segno del violoncello con i partecipanti del master tenuto da Ilie Ionescu

Napolinova - concerto masterclass IonescuDopo un periodo estivo avaro nei confronti della musica classica, che ha avuto come apice un clamoroso annullamento di un concerto, misteriosamente inserito come evento conclusivo di una rassegna comica, durante il quale erano previste ben due “prime esecuzioni mondiali”, a Napoli si ricomincia finalmente a parlare di musica vera.
A battere tutti sul tempo è stata l’Associazione Napolinova, la cui direzione artistica è affidata al maestro Alfredo de Pascale, che ha proposto una due giorni dedicata al violoncello, svoltasi nella Sala Chopin.
Protagonisti del doppio appuntamento i partecipanti del master tenuto da Ilie Ionescu, in gran parte giovanissimi, ma già con una interessante carriera alle spalle, a cominciare dalla salernitana Martina Tranzillo, nata nel 2002.
A lei la responsabilità di aprire l’intera manifestazione, proponendo l’Allegro moderato dal Concerto in la maggiore per violoncello e pianoforte di Georg Goltermann (1824-1898).
Successivamente Giorgio Michele De Giorgio si è confrontato con l’Allegro maestoso, movimento iniziale del Concerto per violoncello in re minore del francese Édouard Lalo (1823-1892).
E’ stata poi la volta di Giovanni Meriani, che ha eseguito il primo tempo del Concerto in do maggiore per violoncello ed orchestra di Franz Joseph Haydn (1732-1809), mentre in chiusura abbiamo ascoltato la Sonata in re maggiore di Pietro Antonio Locatelli (1695-1764), nell’interpretazione di Raffaella Cardaropoli, nativa di Bracigliano (Sa), talento assoluto di appena quindici anni.
Il secondo giorno, caratterizzato da un programma estremamente corposo, ha avuto inizio con una finestra sulla produzione francese, che ha posto all’attenzione due musicisti praticamente sconosciuti quali Jean-Baptiste Sebastien Bréval (1753–1823) e Félix Battanchon (1814 – 1893), autori rispettivamente del Concertino per violoncello, affidato a Lara Jorio e dei Capricci n. 5 e n. 6, eseguiti da Alessandro De Feo.
Transalpino anche il già citato Édouard Lalo, del quale Roberta Di Giacomo ha interpretato un movimento del Concerto per violoncello e orchestra, mentre ad Alessandro Parfitt Amato è toccato il compito di mettere in evidenza il ceco David Popper (1843-1913), con la Polonaise per violoncello e pianoforte.
Nuova incursione nella musica francese con Giulia Silveri, impegnata nel primo tempo del Concerto per violoncello e orchestra in la minore, op. 33 di Camille Saint-Saëns (1835-1921), seguita da Antonio Amato, interprete dell’Allegro conclusivo del Concerto in do maggiore per violoncello ed orchestra di Franz Joseph Haydn.
Gran finale con il Concerto per violoncello in si minore, op. 104 di Antonín Dvořák (1841-1904), eseguito da Raffaella Cardaropoli, che ha chiuso in bellezza l’intera manifestazione.
Nel complesso, oltre a rimarcare il grande successo di pubblico, numerosissimo soprattutto nel secondo giorno, vanno fatte due brevi considerazioni.
Una riguarda la meritoria proposizione di autori fondamentali per la storia e l’evoluzione del repertorio violoncellistico, ignoti probabilmente anche a molti addetti ai lavori, l’altra è relativa alla qualità di tutti gli interpreti, dei quali stiamo seguendo la progressiva maturazione artistica, a riprova della validità degli insegnamenti del maestro Ilie Ionescu.
L’ultima citazione, doverosa, va al maestro Simonetta Tancredi, che ha svolto in modo impeccabile, dall’alto della sua enorme esperienza, il ruolo di pianista accompagnatore.
Non ci resta che attendere il prossimo appuntamento con le iniziative di Napolinova, che prevede un concerto dei partecipanti al corso di perfezionamento violinistico tenuto dal maestro Felice Cusano.

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