Robert Muczynski nacque a Chicago nel 1929 da genitori originari dell’Est europeo ed iniziò a studiare pianoforte a cinque anni.
In seguito proseguì gli studi, nella città natale, alla DePaul University con Walter Kupfner (pianoforte) e Alexander Tcherepnin (composizione).
Nella stessa università, una volta diplomato, cominciò la sua carriera di docente, che si svolse poi al Loras College di Dubuque (Iowa), alla Roosevelt University di Chicago, per poi concludersi a Tucson, città dove ricoprì incarichi di grande prestigio presso l’Università dell’Arizona, dal 1965 al 1988, e finì lì anche i suoi giorni nel 2010.
Autore di una cinquantina di brani, che abbracciano diversi generi, Muczynski risulta piuttosto noto negli ambienti musicali statunitensi, mentre dalle nostre parti è praticamente sconosciuto.
Per tale motivo acquista un notevole valore il cd, recentemente inciso dalla Brilliant Classics (distribuita in Italia da Ducale Music), rivolto ad alcune delle sue più famose composizioni cameristiche.
Il disco si apre con il Fantasy Trio, op. 26 per clarinetto, violoncello e pianoforte, datato 1969, suddiviso in quattro brevissimi movimenti, e con la Sonata, op. 25 per violoncello e pianoforte, risalente all’anno prima e considerata il suo capolavoro cameristico.
Terzo brano in programma il Duo, op. 24 (1973), concepito inizialmente per due flauti, proposto nella versione del 1984, scritta per il duo formato dal clarinettista Mitchell Lurie e dal flautista Julius Baker.
Si passa quindi a Time Pieces, op. 43 per clarinetto e pianoforte, la sua composizione più famosa, completata nel 1983, che sfrutta in pieno le potenzialità sonore e tecniche legate ad entrambi gli strumenti.
Chiusura con la Sonata, op. 14 per flauto e pianoforte, creata nel 1961, che vinse nel medesimo anno il primo premio ad un concorso internazionale a Nizza e costituisce il contributo più importante alla letteratura flautistica da parte di un autore americano.
Al termine dell’ascolto, si ha l’ennesima conferma di come la musica statunitense della seconda metà del Novecento non abbia sofferto del conformismo, dell’inaridimento e della fossilizzazione, avvenuti a carico di buona parte della musica europea.
Inoltre, appare chiara, sempre a differenza di quanto avvenuto nel vecchio continente, la precisa volontà di considerare l’eredità del passato una fonte di arricchimento e non una scomoda eredità da ignorare a tutti i costi.
Da questo punto di vista Muczynski ne è un lampante esempio e, non a caso, il musicologo Walter Simmons, definendo il suo stile, lo fa risalire ad una sapiente fusione fra il neoclassicismo europeo di primo Novecento, l’armonia di Barber e il ritmo di Bernstein.
Uno sguardo ora sui quattro esecutori, tutti molto giovani, Ginevra Petrucci (flauto), Gleb Kanasevich (clarinetto), Dorotea Racz (violoncello), Dmitry Samogray (pianoforte) che, pur provenendo da scuole diverse, evidenziano un notevolissimo affiatamento ed affrontano i brani a loro affidati con estrema bravura, dimostrandosi interpreti di caratura internazionale.
In conclusione un cd molto interessante, sia per il valore degli interpreti, sia per il repertorio proposto, che offre la possibilità di conoscere un ottimo compositore del Novecento, meritevole di ulteriori approfondimenti.
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