Il coro della Sorbona in tournée a Napoli propone un interessante viaggio nella musica inglese concepita per la cappella reale

Foto Max Cerrito

Foto Max Cerrito

Il coro dell’Università parigina della Sorbona si è recentemente esibito a Napoli in due concerti tenutisi rispettivamente nella Basilica di San Giovanni Maggiore e nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, gioielli artistici del centro storico.
La serata era rivolta alla musica creata per la Cappella Reale d’Inghilterra in un arco di tempo compreso fra 1500 e 1700.
E’ stato così possibile ascoltare brani vocali e strumentali, eseguiti in ordine cronologico, a partire dal Magnificat di Robert Fayrfax (1464-1521), attivo durante i regni di Enrico VII ed Enrico VIII.
Di seguito sono stati proposti alcuni brani di Thomas Tallis (c. 1505-1585), fra gli autori più prestigiosi della musica britannica di tutti i tempi, che iniziò la sua carriera nella Cappella Reale con Enrico VIII e la concluse con Elisabetta I.
Tra gli allievi di Tallis vi era William Byrd, autore della Fantasia per 4 viole, mentre con il Salmo 137 musicato da Thomas Ravenscroft (1582-1635), siamo giunti a cavallo fra la fine del Rinascimento e gli albori del Barocco.
Un mottetto di Orlando Gibbons (1583-1625) ha preceduto una Fantasia per liuto di John Dowland (1563-1626), ancora oggi molto famoso per i suoi songs.
Quasi sconosciuto, invece, William Brade (1560-1630), nato in Inghilterra, ma spostatosi in Germania, del quale sono giunti fino a noi solo brani strumentali, a riprova del fatto che viene considerato il primo britannico ad aver scritto un pezzo per violino solo.
Chiusura nel nome di un altro grandissimo musicista, Henry Purcell (1659-1695), con due full anthem (pezzi sacri per coro, privi di parti destinate a voci soliste) ed un brano tratto da Music for the Funeral of Queen Mary.
Fin qui il corposo ed interessante programma, da noi ascoltato nella Basilica di San Giovanni Maggiore.
In effetti il termine ascoltato risulta abbastanza eufemistico, considerando che lo splendido edificio sacro, di origine paleocristiana, riaperto al pubblico un paio di anni fa grazie al meritorio interessamento dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, a tutto andrebbe destinato tranne che ai concerti di musica classica, in quanto dotato di una pessima acustica che non risparmia gli strumenti e tanto meno le voci.
Eppure, il che rappresenta uno dei tanti misteri della musica cittadina, nella basilica si tengono annualmente molti (troppi) concerti, soprattutto corali (ed anche il Coro del Teatro di San Carlo si è talvolta esibito in tale sede), nonostante le lamentele di molti, sia artisti, sia spettatori.
Chiudiamo con una doverosa menzione degli interpreti, The Sorbonne Scholars, diretti da Pierre Iselin (che ha anche suonato la viola), il liutista François Bonnet, i violisti Pierre Briaud, Adrian Delannoy e Solane Michon, e i due giovanissimi flautisti napoletani, chiamati ad integrare l’ensemble di archi in alcuni brani, Laura Marino e Giacomo Lapegna, protagonisti di un concerto che, per la sua importanza, meritava un luogo musicalmente più degno.

Questa voce è stata pubblicata in Recensioni concerti e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.