Un duo inatteso infiamma i “Concerti d’Autunno”

Antonio Graziano e Luca Mennella (2016)

Il terzo appuntamento con i “Concerti d’Autunno”, rassegna organizzata dalla Comunità Evangelica Luterana di Napoli, che quest’anno si svolge nella Chiesa Anglicana, prevedeva come ospite il duo formato dal sassofonista Antonio Graziano e dal fisarmonicista Ezio Testa.
Ma il maestro Testa ha dovuto dare forfait per un problema sopravvenuto nelle ore precedenti la sua esibizione, ed a sostituirlo è stato chiamato il pianista Luca Mennella, esibitosi già in altre occasioni con il sassofonista.
Sconvolta la scaletta originale, che fra l’altro prevedeva brani di Iturralde e Galliano, il concerto è stato diviso in due parti molto diverse.
Nella prima prevalevano alcuni evergreen jazzistici concepiti a cavallo fra gli anni’50 e ’60 quali Nostalgia in Times Square di Charles Mingus, Blue Bossa di Joe Henderson e Take Five, di Paul Desmond, portato al successo dal Dave Brubeck Quartet, formazione nella quale il sassofonista militava.
A completamento abbiamo ascoltato il celebre Gabriel’s oboe di Ennio Morricone (dalla colonna sonora di “Mission”), e due brani, “Il giardino incantato” di Graziano e la Tarantella di Franz Liszt (dal Supplemento agli Années de pèlerinage – Italia, vol. II, S 162, dedicato a Venezia e Napoli), rispettivamente per sassofono e pianoforte solo.
Molto unitaria, invece, la seconda parte, volta ad un duplice omaggio nei confronti di Luciana Renzetti, scomparsa lo scorso anno, e di Astor Piazzolla, nel centesimo anniversario dalla nascita.
Nel primo caso Antonio Graziano ha eseguito, in prima assoluta, il suo Tribute to Luciana’s art of colors, brano intenso ed evocativo, incentrato sull’attività di pittrice e scenografa della Renzetti, non prima di aver ringraziato pubblicamente quella che è stata la grande anima della rassegna organizzata dalla Comunità Evangelica Luterana, che ha sempre creduto nelle sue qualità artistiche, sin dal primo incontro, avvenuto più di venti anni fa, al quale hanno fatto seguito, numerose e proficue collaborazioni.
Del compositore argentino sono stati invece proposti Oblivion, composto nel 1984 per la colonna sonora del film “Enrico IV” di Marco Bellocchio, La muerte del Ángel, appartenente alla cosiddetta “Suite dell’angelo”, creata per accompagnare l’allestimento di “Tango del Ángel” dello scrittore Alberto Rodríguez Muñoz e la struggente Ave Maria, donata da Piazzolla a Milva pochi mesi prima di morire, il cui motivo originario, “Tanti anni prima”, era anch’esso tratto dalle musiche concepite per il già citato film di Bellocchio.
La panoramica rivolta a Piazzolla si concludeva con il celeberrimo Libertango, pezzo di apertura dell’omonimo album registrato in Italia nel 1974, che segnò il definitivo passaggio dal tango tradizionale al “Nuevo Tango”.
Riguardo agli interpreti, Antonio Graziano ha confermato una debordante simpatia ed un funambolico approccio allo strumento (ovvero agli strumenti, in quanto nel corso della serata ha utilizzato buona parte della famiglia dei sassofoni ed il clarinetto), quest’ultimo esaltato soprattutto nei brani jazzistici.
Dal suo canto Luca Mennella, pianista dalla solida formazione classica, è apparso tenere testa molto bene alle continue improvvisazioni del sassofonista, mostrando una grande versatilità.
Pubblico numeroso ed entusiasta, rinfoltito da un gruppo di fan del sassofonista, che ha contribuito a rendere ancora più caloroso il concerto, e meritato successo conclusivo per un duo affiatato e ricco di sinergia, che non si riformava da diversi anni e che ha saputo conquistare anche gli spettatori rimasti inizialmente delusi per l’assenza della fisarmonica.

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