Il terzo appuntamento con i “Concerti in Villa Floridiana”, rassegna organizzata dall’Associazione Musicale Golfo Mistico, la cui direzione artistica è affidata al maestro Giacomo Serra, ha coinciso con il ritorno di Anna Lisa Bellini.
Già protagonista, la scorsa stagione, di una indimenticabile mattinata in coppia con l’attrice Paola Pitagora, la pianista romana ha proposto un recital incentrato sui 24 preludi, op. 28 di Fryderyk Chopin (1810-1849) e “Après une lecture du Dante” (Fantasia quasi sonata) di Franz Liszt (1811-1886).
I primi, iniziati probabilmente intorno al 1831, furono completati da Chopin nel 1838, durante l’anno di permanenza a Palma di Majorca, dove si era recato in compagnia di George Sand, alla ricerca di un’aria maggiormente salubre per la cura della sua tubercolosi.
Non fu un soggiorno piacevole, sia per l’ostilità degli isolani nei confronti di una coppia irregolare, sia per un tempo inclemente che giovò sicuramente poco alla salute del compositore.
Nonostante questo, fra incubi notturni, visioni deliranti e forti incomprensioni con la Sand, Chopin riuscì a portare a termine uno dei suoi capolavori.
L’ispirazione di partenza va ricercata nel Clavicembalo ben temperato di Bach, la cui struttura era costituita da una successione di 24 preludi, abbinati ad altrettante fughe, che alternavano un tono maggiore, seguito dal suo corrispondente minore, fino a coprire l’intera gamma delle dodici tonalità.
Ma, rispetto a Bach, Chopin si era fermato ai preludi, dando vita a 24 brani, senza alcuno sviluppo, almeno apparentemente scollegati fra loro, che spesso avevano un’affinità maggiore con altre forme quali il notturno e lo scherzo, ed erano inoltre contraddistinti da una notevole brevità in quanto compresi fra un minimo di 13 ed un massimo di 89 battute.
Con tali presupposti era difficile che l’ambiente musicale dell’epoca accogliesse favorevolmente il lavoro chopiniano, ed infatti le critiche, anche feroci, non tardarono ad arrivare.
Nonostante ciò, in un secondo tempo vi fu una “riabilitazione” di questa raccolta, grazie a prestigiosi interpreti che la eseguirono interamente, superando probabilmente le stesse intenzioni dell’autore.
Dal canto suo “Après une lecture du Dante” (Fantasia quasi sonata) di Franz Liszt (1811-1886), conobbe numerose versioni, fino a quella definitiva, datata 1849, inserita nel primo dei due volumi dedicati all’Italia, appartenenti alla raccolta “Les Années de Pèlerinage”.
Punto di riferimento fu la “Divina Commedia” di Dante, la cui lettura destò grande impressione sul musicista ungherese, che costruì un pezzo di elevata difficoltà, nel quale descrisse alcuni episodi contenuti nell’Inferno.
Riguardo all’interprete, Anna Lisa Bellini ha ancora una volta dimostrato di essere una pianista di altissimo livello, caratterizzata da una spiccata personalità capace di conquistare immediatamente il pubblico, e da una estrema raffinatezza esecutiva, dote quest’ultima sempre più rara, in un settore ormai dominato da artisti che antepongono la tecnica (quando la possiedono) a tutto il resto e appaiono solo delle macchine prive di anima.
Meritato, quindi, il successo tributatole dal numeroso e attento pubblico al quale, come bis, la pianista ha proposto il lirico “Ottobre”, pezzo poco noto tratto da Le Stagioni, op. 37a di Ciaikovskij, che ha chiuso un recital di grande intensità.
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