Ai “Vespri d’organo” un recital di ottimo livello dedicato ad un repertorio piuttosto raro

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl recente appuntamento, nella chiesa dell’Immacolata al Vomero, con la VII edizione di “Sette secoli di musica sacra per organo a Napoli – Vespri d’organo”, rassegna organizzata dall’Associazione Trabaci e affidata alla direzione artistica del maestro Mauro Castaldo, ha avuto come protagonista Giovanni Picciafoco organista titolare del Duomo di Nola.
Il recital è iniziato con il Preludio e Fuga in do maggiore del compositore napoletano Vincenzo de Meglio (1825-1883), noto soprattutto per le sue trascrizioni pianistiche di diverse canzoni del repertorio classico partenopeo.
A seguire abbiamo ascoltato il Preludio e fuga in si minore BWV 544 di Johann Sebastian Bach (1685 – 1750), scritto presumibilmente per i solenni funerali della principessa elettrice di Sassonia Cristiana Eberardina di Brandeburgo-Bayreuth, che si tennero nella chiesa di S. Tommaso a Lipsia nel 1727.
All’epoca, il sommo compositore tedesco ricopriva il ruolo di Cantor della Thomasschule e, sempre durante tale periodo, conclusivo della sua parabola artistica, compose anche le celeberrime Passioni.
Picciafoco ce lo ha ricordato con una sua trascrizione dell’Aria Aus Liebe will mein Heiland sterben, dalla Passione secondo S. Matteo BWV 244.
Con un salto di quasi tre secoli, siamo approdati allo Scherzo, pezzo moderno ma moderato, affine allo stile contemporaneo francese, che Graziano Fronzuto, eclettico organista di Gaeta, ha recentemente dedicato al maestro Picciafoco.
Ultimo brano in programma, la Sonata n. 1, op. 10 à Monsieur Ch-M. Widor di Daniel Fleuret (1869 – 1915), organista e compositore francese, a noi praticamente sconosciuto, che lasciò gli studi di giurisprudenza per dedicarsi completamente alla musica, diplomandosi al Conservatorio di Lione e portando avanti una carriera prestigiosa, sia come docente, sia in qualità di solista.
Uno sguardo ora all’interprete,  che avevamo già ascoltato altre volte e, come nelle precedenti occasioni, il maestro Picciafoco ha evidenziato la sua notevole bravura, accompagnata da un’esecuzione rigorosa ed intensa.
A ciò va aggiunta la proposizione di un programma interessante e ricco di brani di rarissimo ascolto, che ha anche esaltato le potenzialità del bellissimo organo Mascioni, vanto della chiesa dell’Immacolata.
Purtroppo, a fronte di una serata di elevatissimo valore,  si deve lamentare lo scarso riscontro di un pubblico, sempre più abulico, che ha perso una nuova opportunità per aumentare le conoscenze in un ambito musicale che, grazie all’entusiasmo di figure come il maestro Mauro Castaldo, presidente dell’Associazione Trabaci, sta progressivamente conquistando spazi impensabili fino a qualche anno fa.

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