A “Musica sotto le stelle” il formidabile duo Margoni-Stella riporta Pilati a Napoli, in compagnia di Beethoven e Grieg

Foto Giancarlo de Luca

Il penultimo appuntamento con la rassegna dell’Associazione Alessandro Scarlatti “Musica sotto le stelle”, ha ospitato, nei giardini di Villa Pignatelli, il violinista Ivos Margoni ed il pianista Alessandro Stella, confrontatisi con un programma molto vario ed interessante.
In apertura abbiamo ascoltato Tammurriata del napoletano Mario Pilati (autore di grande spessore, prematuramente scomparso nel 1938 a soli 35 anni), arrangiamento risalente al 1936 di un suo brano per voce e pianoforte, posto a conclusione di Echi di Napoli, Otto canzoni su vecchi testi popolari (1933).
La successiva Sonata n. 8 in sol maggiore op. 30 n. 3 di Ludwig van Beethoven chiudeva un trittico, completato nel 1802, anno durante il quale la sua sordità cominciò ad aumentare in modo preoccupante, causa prima di una crisi depressiva, evidenziata in modo inequivocabile nella lettera nota come “testamento di Heiligenstadt”.
L’op. 30 venne pubblicata nel 1803 a cura del Bureau des Arts et d’Industrie di Vienna ed ebbe come dedicatario lo Zar Alessandro I, al quale fu consegnata dal conte Razumovsky, ambasciatore russo della città austriaca.
L’omaggio lasciò abbastanza indifferente il sovrano che, solo diversi anni dopo, quando si recò a Vienna per prendere parte allo storico Congresso, ricompensò Beethoven con 100 ducati, a seguito delle forti insistenze della moglie Elisabetta.
Toccava, quindi, ad un secondo approfondimento, nell’ambito della produzione di Pilati, consistente nei Due pezzi per violino e pianoforte (Allegretto comodo e Tempo di Polka – Allegro gottesco), risalenti al 1925, apporto moderato nei confronti delle nuove istanze che si stavano diffondendo in campo musicale agli albori del Novecento.
Chiusura con la Sonata per violino e pianoforte n. 3 in do minore, op. 45 di Edvard Grieg (1843-1907).
Completata nel 1887, ed eseguita lo stesso anno a Lipsia dal violinista Adolf Brodsky, accompagnato al pianoforte dall’autore, rappresenta la terza ed ultima delle sonate concepite per tale organico dal musicista norvegese.
Come nella precedente, scritta circa venti anni prima, Grieg abbinò temi romantici a motivi del folclore nordico (una peculiarità poco gradita a Niels Gade, suo docente, che già commentando la Sonata n. 2, l’aveva bollata come “troppo norvegese”), il che costringe gli interpreti a repentini cambiamenti di ritmo lungo l’intera composizione.
Per quanto riguarda gli interpreti, l’intesa fra il giovanissimo Ivos Margoni, classe 1999 (che avevamo avuto modo di apprezzare a Napoli in un’altra occasione), ed il pianista Alessandro Stella, nato nel 1979, è apparsa subito perfetta.
La loro esecuzione delle due sonate è stata veramente magnifica, per sonorità, compattezza e intensità, ma con Pilati si sono superati perché, se i brani di Beethoven e Grieg appartenevano comunque ad un repertorio cameristico abbastanza noto, quelli del musicista napoletano erano tratti da una produzione, emersa solo in tempi abbastanza recenti, grazie ad una serie di circostanze propizie.
E i due protagonisti, dotati di una sensibilità fuori dal comune, sono riusciti ad inquadrare molto bene un autore che, anche quando si ispirava alla tradizione, risultava affrancato dagli stereotipi e propenso a sostituire la nostalgia con un forte senso di amarezza, avvolto da un velo di sarcasmo.
Spettatori numerosi e affascinati dall’aver scoperto un concittadino così illustre, per cui, finito il concerto, oltre ad omaggiare i musicisti, si sono intrattenuti con le due figlie di Pilati presenti in mezzo al pubblico, Laura (alla quale si deve la Pilati-renaissance, frutto di un’incessante attività quasi quarantennale, grazie alla quale il nome del padre è riemerso da un ingiusto oblio) e Giovanna.
In conclusione un appuntamento di estremo interesse, per la bravura degli interpreti e per la qualità dei brani proposti, che ha evidenziato come Beethoven e Grieg si siano trovati in ottima compagnia con Pilati.

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