L’Associazione Alessandro Scarlatti riporta a Napoli Roberto Cominati

Foto Max Cerrito

Foto Max Cerrito

Il penultimo appuntamento della stagione ufficiale dell’Associazione Alessandro Scarlatti ha proposto, nell’Auditorium di Castel S. Elmo, il recupero del concerto di Roberto Cominati, rimandato per un fastidioso infortunio al piede, che lo scorso marzo aveva impedito al pianista di esibirsi.
Due le composizioni in programma, la Sonata n. 22 in la maggiore D. 959 di Franz Schubert (1797-1828) e Carnaval op. 9 di Robert Schumann (1810-1856).
La prima appartiene, con le sonate D. 958 in do minore e D. 960 in si bemolle maggiore, ad un trittico composto da Schubert nel 1828.
In ciascuna delle tre sonate è presente l’influenza di Beethoven (che era morto l’anno prima) e, per quanto riguarda la D. 959, il Rondo finale contiene riferimenti al Rondo beethoveniano posto a chiusura della  Sonata n. 16 in sol maggiore.
Nonostante oggi costituisca uno dei lavori pianistici maggiormente eseguiti ed incisi, la Sonata in la maggiore non solo dovette attendere il 1839 per essere pubblicata, ma rimase abbastanza sconosciuta fino al 1856, quando venne riscoperta e rivalutata dal musicologo britannico George Grove.
Dal suo canto Carnaval op. 9 venne scritto nel 1835 e merita un breve approfondimento.
Dedicataria del lavoro fu Ernestine von Fricken, musicista della quale Schumann si era innamorato, dopo averla conosciuta in casa del suo maestro Friederich Wieck.
Il brano è formato da 22 pezzi, talora di brevissima durata, tutti caratterizzati da un’intestazione, dove l’autore, all’epoca venticinquenne, racchiuse episodi, sentimenti e persone legati alla sua vita, immaginando come scenario una festa di carnevale, e affidando alle maschere il susseguirsi di stati d’animo contrastanti.
I due lati della personalità del musicista, il sognatore e l’uomo d’azione, si ritrovavano rispettivamente nei movimenti intitolati Eusebius e Florestan, pseudonimi con i quali Schumann firmava le sue recensioni sul Neue Zeitschrift für Musik (Nuova rivista musicale).
Poi c’erano le donne, da Coquette, servetta di casa Wieck, a Estrella, ovvero la dedicataria Ernestina, fino a Chiarina (Clara), la figlia di Wieck, che sarebbe in seguito diventata sua moglie.
Non mancavano i riferimenti alla musica del periodo, con omaggi a Chopin, Paganini e alla “Lega dei Compagni di Davide” (sodalizio che, nella fantasia un po’ allucinata di Schumann, comprendeva tutti i giovani artisti suoi amici).
Se questi erano gli ospiti della festa, rappresentati in modo più o meno riconoscibile, anche la partitura celava significati simbolici, sfruttando la corrispondenza fra note e lettere, legata alla convenzione musicale tedesca.
Così, le note utilizzate, La (A), La bemolle (S) Mi bemolle (As), Do (C) e Si (H), riportavano alla parola Asch, città natale di Ernestine, gioco che veniva reso esplicito, al centro della composizione, dal brano intitolato A.S.C.H – S.C.H.A.
Veniamo quindi all’interprete, Roberto Cominati, apparso completamente ristabilito e in ottima forma, che ha fornito una buona esecuzione di entrambi i brani.
L’interpretazione del pezzo di Schubert ha lasciato maggiormente il segno, per la natura stessa della composizione, approdo carico di nostalgia e ricco di sfumature, che un’artista esperto come Cominati è stato in grado di evidenziare in tutta la sua pienezza.
In Schumann assistiamo invece alla descrizione, in un’alternanza vorticosa, disomogenea e quasi folle, di sensazioni piacevoli e spiacevoli, tipiche dei turbamenti legati alla giovinezza, spesso difficili da comprendere anche dopo un ascolto ripetuto del brano, che il pianista ha comunque saputo ben delineare.
Pubblico abbastanza numeroso e ben tre i bis offerti, consistenti in Polka de W. R. di Rachmaninov, Le Tic Toc Choc di Couperin (dal Troisième livre de pièces de clavecin) e “Lascia ch’io pianga” (aria di Almirena, da “Rinaldo” di Haendel), nella trascrizione pianistica di Moszkowski, a conclusione di un bel concerto che ha riportato Roberto Cominati su uno dei palcoscenici più prestigiosi della sua città natale.
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