Bellerofonte Castaldi (ca. 1580-1649) nacque nei dintorni di Modena, in una famiglia agiata dove l’originalità era di casa (il padre diede ai figli nomi tratti dalla mitologia greca, a suo dire per non confonderli con quelli degli altri Castaldi),
Figura molto particolare di artista a tutto tondo (compositore, strumentista, poeta ed incisore), dovette fare molte volte i conti con la giustizia, ed ebbe di conseguenza una vita piuttosto avventurosa.
Andò più volte in carcere, anche se gli effettivi motivi non sempre erano a lui noti, poiché incorreva frequentemente nei reati più diversi, da quelli di opinione, a causa dei suoi scritti satirici o licenziosi, a quelli legati ai frequenti alterchi con terze persone che spesso sfociavano nella rissa sanguinosa.
Sicuramente venne bandito per un certo periodo da Modena, in quanto, con la complicità del fratello Sesostro, vendicò l’assassinio di un altro fratello, Oromedonte, uccidendo il colpevole, un componente della ricca famiglia bolognese dei Pepoli.
Ottenne in seguito l’amnistia, ma rientrato nella città emiliana fu vittima dello strascico della faida, e venne colpito da una pallottola, che si conficcò sotto il piede e lo rese zoppo per il resto dei suoi giorni.
I suoi numerosi spostamenti, che talora risultavano vere e proprie fughe per evitare di essere imprigionato, lo portarono in varie città italiane (Genova, Venezia, Roma, Napoli e Palermo), in Francia e forse anche in Germania.
Ebbe quindi modo, durante tali peregrinazioni, di incontrare i più importanti artisti del suo tempo, fra i quali ricordiamo, solo per fare qualche nome, Monteverdi, Frescobaldi, Vecchi, Kapsberger, mentre a Modena frequentò i poeti Alessandro Tassoni e Fulvio Testi.
Dal punto di vista della produzione musicale, Castaldi ci ha lasciato due raccolte, Capricci a due stromenti, cioè tiorba e tiorbino e per sonar solo varie sorte di balli e fantasticarie, SETNOFORELLEB TABEDUL (Modena, 1622), dove emerge anche la sua abilità di incisore e Primo Mazzetto di fiori musicalmente colti dal Giardino Bellerofonteo Per tenore, a 2 e 3 (Venezia, 1623, con dedica al cardinale Alessandro d’Este), in cui è possibile apprezzare le sue qualità poetiche, in quanto autore sia dei testi che delle musiche.
A Bellerofonte Castaldi la rassegna Convivio Armonico di Area Arte ha voluto dedicare l’appuntamento conclusivo del progetto “Pizzicar Galante”, intitolato “D’ogni grazia e d’ogni amore…” ospitando, nella Sacrestia Papale della Basilica di San Francesco di Paola, il duo formato dal soprano Ester Facchini e dalla tiorbista Paola Ventrella, quest’ultima autrice del pregevolissimo volume, pubblicato di recente, “LUDEBAT BELLEROFONTES – Vita & Opere di Bellerofonte Castaldi liutista modenese.” (collana punto org, Napoli).
Il programma comprendeva brani per voce e tiorba (Felice e contento, Porterà ’l Sol), o solo per tiorba (Sonate forastiere in habito tiorbesco, n. 2, Un bocconcino di Fantasia, Sonate forastiere in habito tiorbesco, n. 1), rappresentativi delle due raccolte precedentemente citate.
I diversi pezzi erano intervallati dalla lettura di componimenti poetici dello stesso Bellerofonte, fortemente autobiografici e quindi spesso legati alle sue vicissitudini, come quello che descriveva la permanenza a Napoli, al termine dell’ennesima fuga, o l’altro in cui si presentava ai “Signori Musifili” con le seguenti rime: “Amici, io son di certa condittione / che su miei cinque soldi me la passo / e in smusicar ognhor mi piglio spasso / tempestando liuto o chittarone”.
Il concerto si completava con brani di autori coevi al Castaldi quali Francesca Caccini (1587-1641), Giovanni Girolamo Kapsberger (1580-1651), conosciuto dal musicista modenese a Roma, e Pietro Antonio Giramo, forse incontrato a Napoli, dove fu attivo nella prima metà del Seicento.
Per quanto riguarda le due protagoniste, il soprano Ester Facchini e la tiorbista Paola Ventrella si sono confermate interpreti di elevata bravura, evidenziando un notevolissimo affiatamento ed estrema raffinatezza esecutiva, e va sottolineata, inoltre, l’assoluta padronanza della Ventrella nel suonare uno strumento particolarmente complesso come la tiorba.
In conclusione una serata che apre una significativa finestra su Bellerofonte Castaldi, musicista ignorato e bistrattato dalla critica degli scorsi decenni, e che invece recentemente è stato addirittura accostato a cantautori della nostra epoca come Bob Dylan e Leonard Cohen.
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