Figlia del compositore cecoslovacco Vaclav Kaprál, Vítězslava (Vita) Kaprálová nacque a Brno nel 1915 e dimostrò un talento precocissimo, creando a nove anni la sua prima composizione.
Purtroppo, fin da piccola, dovette fare i conti con la tubercolosi, per cui trascorse spesso interi mesi in sanatorio, ma ciò non le impedì una carriera artistica e compositiva a dir poco eccezionale.
Dopo aver studiato al Conservatorio della città natale, a venti anni si spostò a Praga dove frequentò la Scuola di Perfezionamento tenuta da Novák e Talich, due dei massimi esponenti della musica cecoslovacca.
Grazie ad una borsa di studio presso l’École Normale de Musique de Paris ebbe modo di perfezionarsi con Charles Munch (direzione d’orchestra) e con la leggendaria Nadia Boulanger (composizione).
A Parigi incontrò anche il connazionale Martinů, con il quale strinse una intensa collaborazione artistica ed ebbe anche una relazione.
L’invasione nazista della Cecoslovacchia, nel 1939, la sorprese ancora a Parigi e decise di non tornare in patria, assumendo lo stato di rifugiata.
Nel frattempo aveva conosciuto Jiří Mucha, figlio del noto pittore ceco Alfons, che sposò l’anno seguente.
La loro unione fu brevissima in quanto, un paio di mesi dopo il matrimonio, probabilmente per una febbre tifoidea, la Kaprálová si spense a Montpellier, dove era fuggita quando le truppe tedesche avevano invaso Parigi.
Nonostante sia vissuta appena 25 anni, la sua influenza sulla musica del Novecento, non solo ceca, risulta unanimemente riconosciuta, ma tale consacrazione è stata possibile principalmente grazie alla Kaprálová Society, fondata nel 1998 a Toronto da Karla Hartl, nata per promuovere la figura e le opere della compositrice cecoslovacca (che ha poi esteso il suo scopo a tutta la musica al femminile).
Fra le numerose iniziative portate avanti dall’istituzione canadese, ancora oggi molto attiva, vanno ricordate quelle che nel 2015 celebrarono il centenario della nascita della Kaprálová ed in particolare una intera settimana di concerti, tenutasi ad Ann Arbor, sede dell’Università del Michigan, durante la quale venne eseguita la maggior parte della produzione della musicista.
Alcuni dei brani orchestrali proposti in tale occasione sono stati incisi dalla Naxos, che già nel 2017 aveva pubblicato l’integrale dei pezzi per pianoforte della Kaprálová.
Il disco si apre con il Prélude de Noël, risalente al 1939, scritto per la Radio Ceca che la trasmise in occasione delle festività natalizie.
La successiva Vojenská symfonieta, op. 11 (Sinfonietta Militare, 1936-37), reca sicuramente l’impronta di Martinů e venne eseguita in prima mondiale nel 1937 dall’Orchestra Filarmonica Ceca, alla presenza del presidente della Cecoslovacchia e, in seguito, fu interpretata dall’Orchestra della BBC nel 1938, all’inaugurazione del Festival dell’ISCM (International Society for Contemporary Music) di Londra ed in entrambi i casi a dirigerle fu la Kaprálová.
Smutný večer (Triste Sera), è invece un lavoro per voce ed orchestra, datato intorno al 1936, su testo presumibilmente della stessa musicista, scoperto nel 2006 da Karla Hartl e completato dal pianista Timothy Cheek, che ha ricostruito le 13 battute finali.
Siamo di fronte ad un pezzo, che esordì durante le celebrazioni statunitensi, per cui si tratta di una prima registrazione mondiale, e rappresenta un po’ la summa dello stile della compositrice.
E’ poi la volta di un brano ricco di nostalgia Sbohem a šáteček (Waving Farewell), op. 14, nella versione per voce e orchestra, datata 1938, del brano per voce e pianoforte concepito un anno prima.
Stavolta il tema è la nostalgia, sottolineata avvalendosi di un’omonima lirica di Vítězslav Nezval, molto famosa in ambito ceco, dove il poeta descriveva il suo dispiacere di lasciare Parigi per Praga, il contrario di quello che stava per accadere alla Kaprálová, che di lì a poco si sarebbe recata nella capitale francese e non avrebbe più rivisto i luoghi natii.
A 16 anni, ancor prima di essere ammessa al conservatorio di Brno, la musicista creò quattro composizioni per pianoforte, che denotavano una impressionante maturità, poi orchestrate nel 1935 e racchiuse nella Suite en miniature, op. 1.
Ultimo brano presente nel disco, il Concerto per pianoforte ed orchestra in re minore, op. 7, saggio finale degli studi intrapresi al conservatorio di Brno, grazie al quale la Kaprálová riscosse un enorme successo, sia per l’elevato valore del brano, che riusciva ad abbinare romanticismo e nuove istanze, sia per la sua abilità nel dirigere, prima donna a salire sul podio della locale orchestra sinfonica.
E veniamo ora agli esecutori, iniziando dai due solisti, il tenore Nicholas Phan, ottimo interprete dei brani per voce ed orchestra e Amy I-Lin Cheng, che fornisce una prova di notevole bravura nell’ambito del concerto op. 14.
Riguardo all’Orchestra Sinfonica dell’Università del Michigan, diretta da Kenneth Kiesler, appartiene a quelle realtà statunitensi che, pur meno note di tante compagini più blasonate, sono formate da eccellenti strumentisti e portano avanti un discorso nel segno della musica di qualità.
A tutti va il nostro plauso conclusivo per aver evidenziato il repertorio di una compositrice, riportata finalmente, grazie agli sforzi della Kaprálová Society, nella prestigiosa collocazione che le spetta nell’ambito della musica del Novecento.
-
Articoli recenti
- Sabato 6 novembre Asolo Musica inizia la seconda parte con il concerto del Quartetto di Venezia e del flautista Massimo Mercelli
- Sabato 6 novembre parte a Salerno la XIII edizione del Festival Internazionale PianoSolo nell’ambito di Salerno Classica
- Domenica 7 novembre la XXIV stagione musicale della Fondazione Pietà de’ Turchini si apre con “La Petite Écurie”
- Sabato 6 novembre la rassegna di Dissonanzen “Bagliori” propone il duo Ceccarelli-Trovalusci
- Domenica 7 novembre al Teatro dell’Antoniano di Bologna riprende Baby Bofe’ con “Pierino e il lupo” di Prokofiev
Commenti recenti
Fabrizio De Rossi Re su Venerdì 29 ottobre ad Ascoli P… Fabrizio De Rossi Re su “Vox in Bestia – G… Santuario – Ja… su Sincretico, interessante propo… Fabrizio De Rossi Re su Mercoledì 26 maggio a Radio Va… Fabrizio De Rossi Re su Su RAI Radio 3 Suite dal 10 al… Archivi
- novembre 2021
- ottobre 2021
- settembre 2021
- agosto 2021
- luglio 2021
- giugno 2021
- Maggio 2021
- aprile 2021
- marzo 2021
- febbraio 2021
- gennaio 2021
- dicembre 2020
- novembre 2020
- ottobre 2020
- settembre 2020
- agosto 2020
- luglio 2020
- giugno 2020
- Maggio 2020
- aprile 2020
- marzo 2020
- febbraio 2020
- gennaio 2020
- dicembre 2019
- novembre 2019
- ottobre 2019
- settembre 2019
- agosto 2019
- luglio 2019
- giugno 2019
- Maggio 2019
- aprile 2019
- marzo 2019
- febbraio 2019
- gennaio 2019
- dicembre 2018
- novembre 2018
- ottobre 2018
- settembre 2018
- agosto 2018
- luglio 2018
- giugno 2018
- Maggio 2018
- aprile 2018
- marzo 2018
- febbraio 2018
- gennaio 2018
- dicembre 2017
- novembre 2017
- ottobre 2017
- settembre 2017
- agosto 2017
- luglio 2017
- giugno 2017
- Maggio 2017
- aprile 2017
- marzo 2017
- febbraio 2017
- gennaio 2017
- dicembre 2016
- novembre 2016
- ottobre 2016
- settembre 2016
- agosto 2016
- luglio 2016
- giugno 2016
- Maggio 2016
- aprile 2016
- marzo 2016
- febbraio 2016
- gennaio 2016
- dicembre 2015
- novembre 2015
- ottobre 2015
- settembre 2015
- agosto 2015
- luglio 2015
- giugno 2015
- Maggio 2015
- aprile 2015
- marzo 2015
- febbraio 2015
- gennaio 2015
- dicembre 2014
- novembre 2014
- ottobre 2014
- settembre 2014
- agosto 2014
- luglio 2014
- giugno 2014
- Maggio 2014
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- gennaio 2014
- dicembre 2013
- novembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- agosto 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- Maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
- agosto 2012
- luglio 2012
- giugno 2012
- Maggio 2012
- aprile 2012
- marzo 2012
- febbraio 2012
- gennaio 2012
- dicembre 2011
- novembre 2011
- ottobre 2011
- settembre 2011
- agosto 2011
- luglio 2011
- giugno 2011
- Maggio 2011
- aprile 2011
- marzo 2011
- febbraio 2011
Categorie
Meta