“Musica in Villa” inizia con le intriganti sonorità del duo Mondelci-Biondi

Il primo appuntamento di “Musica in Villa”, rassegna organizzata nell’ambito della stagione 2021 del Maggio della Musica e affidata alla direzione artistica del maestro Michele Campanella, ha ospitato il duo costituito da Federico Mondelci (sassofono) e Paolo Biondi (pianoforte).
Il programma si apriva con Leonard Bernstein (1918-1990) con Tonight, Somewhere e America, dalle Danze Sinfoniche, appartenenti a West Side Story, create nel 1961, dove l’autore statunitense raccolse in versione orchestrale alcuni dei brani maggiormente significativi del suo musical di successo, che aveva esordito a Broadway nel 1957.
Si passava, quindi, ai Tre Preludi di George Gershwin (1898-1937), originariamente scritti per pianoforte, che vennero eseguiti in “prima” assoluta dal compositore in persona a New York nel 1926.
Era poi la volta del leggendario sassofonista Phil Woods (1931-2015), del quale abbiamo ascoltato il primo movimento della Sonata for Alto Sax and Piano, completata nel 1974, che fonde mirabilmente musica classica e jazz.
Dopo questo terzetto di compositori americani del Novecento, un salto nel secolo precedente, partendo dagli albori della musica scritta per sassofono.
Il brevetto dello strumento, inventato dal belga Adolphe Sax, risale al 1846 e uno dei primi a credere in questa novità fu il francese Jules Demersseman (1833-1866), che nel 1860 concepì la Fantaisie sur un thème original per sassofono e pianoforte, ricca di sonorità operistiche.
Ad un altro transalpino, Darius Milhaud (1892–1974), si deve la suite in tre movimenti Scaramouche, op. 165b, dove utilizzò suoi preesistenti motivi .
Infatti, il primo ed il terzo, erano tratti da “Il Medico volante” di Moliére, allestito al Teatro Scaramouche, specializzato in spettacoli di marionette, mentre il tema del secondo apparteneva all’ouverture dell’opera Bolivar.
Nata come pezzo d’occasione, non fu subito pubblicata perché Milhaud pensava potesse sminuire la sua reputazione, ma dovette subito ricredersi poiché il brano ottenne un successo strepitoso e, soprattutto la Brazileira conclusiva, ha conosciuto in seguito trascrizioni per gli strumenti più svariati.
La successiva Pequeña Czarda era un brano giovanile, datato 1949, del sassofonista e compositore spagnolo Pedro Iturralde, autore recentemente scomparso, che nel 2019, all’età di 90 anni, ancora si esibiva in pubblico.
L’ultima parte della serata è stata rivolta ai ritmi argentini, prima con Giorni di marzo, pezzo autobiografico dedicato a Mondelci dal fisarmonicista, pianista e compositore pugliese Gianni Iorio (1972), poi con un omaggio ad Astor Piazzolla (1921-1992), nel centenario della nascita, consistente nei celeberrimi Oblivion e Libertango, e nel meno noto Ausencias.
Per quanto riguarda i due interpreti, il cui sodalizio risale al 1994, siamo di fronte a musicisti di livello internazionale, che evidenziano un’intesa perfetta, una elevata bravura e un suono molto raffinato ed avvolgente.
Il maestro Mondelci ha inoltre fatto precedere brevi spiegazioni ai vari brani, molti dei quali da lui trascritti appositamente per il duo, quanto mai gradite dal pubblico numeroso presente nei giardini di Villa Pignatelli (naturalmente nei limiti consentiti dalle disposizioni anti-Covid) ed entusiasta, che ha chiesto ed ottenuto un bis, Tango Club, da Four pictures from New York di Roberto Molinelli, ulteriore omaggio a Piazzolla e degna chiusura di un bellissimo concerto.

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