La stagione dell’Associazione Alessandro Scarlatti riprende con due chitarristi di fama mondiale

Foto Giancarlo de Luca

La ripresa della Stagione Concertistica dell’Associazione Scarlatti, che per non creare disagi agli abbonati è stata spostata dal Teatro Sannazaro al più capiente Teatro delle Palme, è stata affidata ai chitarristi Aniello Desiderio e Zoran Dukić.
I due virtuosi si sono confrontati con autori iberici e sudamericani, partendo dal trio maggiormente rappresentativo della Scuola nazionale spagnola, formato da Isaac Albéniz (1860-1909), Enrique Granados (1867-1916) e Manuel de Falla (1876-1946).
Di quest’ultimo abbiamo ascoltato la Danza del Molinero e la Danza del Corregidor, dal balletto El sombrero de tres picos (Il cappello a tre punte), che esordì a Londra nel 1919 e la Danza Spagnola n. 1 da “La vida breve”, opera in due atti la cui “prima” ebbe luogo a Nizza nel 1913.
Dalla produzione di Granados è stato invece scelta Oriental, seconda delle 12 Danzas españolas, datate 1890, scritte originariamente per pianoforte, mentre Albéniz era presente con Mallorca, op. 202 e Rumores de la Caleta op. 71, n. 6 fra i tanti pezzi pianistici che raggiunsero la notorietà grazie alle trascrizioni per chitarra di Andrés Segovia.
La prima parte si chiudeva con Tahhiyya Li Ossoulina (“Un omaggio alle nostre radici”) per due chitarre, del brasiliano Sérgio Assad (1952), che fa riferimento alle sue origini libanesi, inserito nell’album Jardim Abandonado e vincitore del Latin Grammy Award nel 2008.
Dopo un breve intervallo, toccava a Domenico Scarlatti (1685-1757), napoletano di nascita, la cui carriera si svolse prevalentemente in Portogallo e Spagna, con la Sonata in re minore K. 9 e la Sonata in si minore K. 377, tratte dalle 555 sonate (per alcuni 556), che comprendono un corpus monumentale di brani concepiti principalmente per strumenti a tastiera.
I successivi Zita e Lo que vendrá erano rivolti alla musica dell’italo-argentino Astor Piazzolla (1921-1992), mentre la Tonadilla di Joaquín Rodrigo (1901-1999), risalente al 1959, portava alla ribalta un autore universalmente noto per il romantico e suggestivo Adagio, movimento centrale del Concierto de Aranjuez.
Ultimo brano in programma Jongo di Paulo Bellinati (1950), attualmente fra i chitarristi brasiliani più famosi, nella versione per due chitarre dedicata nel 1989 al Duo Assad.
Riguardo ai protagonisti della serata, Aniello Desiderio e Zoran Dukić sono due interpreti che, già considerati singolarmente, rientrano nel novero dei grandissimi esecutori e che, insieme, esaltano ulteriormente la loro bravura, suonando anche i brani più complessi con disarmante facilità, frutto di un abbinamento fra studi approfonditi e talento naturale.
Pubblico obbligatoriamente in numero contenuto, che ha mostrato di apprezzare moltissimo i due artisti, chiedendo un bis, ed è stato accontentato con la proposizione di due dei nove movimenti di Circus Music, pezzo molto particolare del cesenate Carlo Domeniconi (1947), scoppiettante finale di un bellissimo concerto.

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