Il connubio tra Convivio Armonico e Ottobre Organistico Francescano porta alla ribalta un interprete bravo e molto giovane

Foto Fulvio Calzolaio

Si è svolto, nella chiesa dell’Immacolata al Vomero, dove è collocato l’organo Mascioni op. 1072, il secondo appuntamento della rassegna Convivio Armonico (ciclo Suoni nei luoghi Sacri), organizzata da Area Arte Associazione e affidata alla direzione artistica dei maestri Egidio Mastrominico e Rosa Montano.
Il concerto, in collaborazione con l’Ottobre Francescano della Comunità dei Frati Minori Conventuali, si avvaleva della consulenza dell’Associazione Organistica “Giovanni Maria Trabaci”, presieduta dal maestro Mauro Castaldo.
Ospite della serata Giuseppe Rigliaco, nato a Maddaloni nel 1994, che ha proposto un programma interamente bachiano, iniziando con il Concerto in la minore BWV 593, trascrizione organistica del Concerto per due violini in la minore RV 522 di Antonio Vivaldi.
Il pezzo che, come altre trascrizioni rivolte da Bach alla produzione vivaldiana, risale presumibilmente al periodo trascorso a Weimar, si deve alla richiesta di Giovanni Ernesto, nipote del duca Guglielmo Ernesto di Sassonia-Weimar, che aveva una particolare predilezione per i lavori dei musicisti italiani dell’epoca, i cui manoscritti cominciavano a circolare in Europa.
Toccava quindi ad un vero e proprio monumento organistico, le Partite diverse sopra Sei gegrüsset, Jesu gütig BWV 768, brano risalente al periodo giovanile, formato da un tema e undici variazioni che, molto probabilmente, vennero concepite in vari momenti.
Il motivo di partenza era contenuto nel Neu Leipziger Gesangbuch (Nuovo innario di Lipsia), dato alle stampe nel 1682 dall’accademico luterano Gottfried Vopelius (1645-1715), che comprendeva sia suoi lavori originali, sia pagine, come in questo caso, tratte da una precedente raccolta del compositore Johann Hermann Schein (1586–1630).
Era poi la volta della Fuga in sol minore BWV 578, concepita ad Arnstadt, definita anche “Piccola” per distinguerla dalla Fantasia e fuga in sol minore BWV 542, detta anche “Grande”.
In realtà la distinzione, decisa dagli editori che per primi pubblicarono lo spartito, non si riferisce alla differente importanza dei due brani, ma alla loro diversa durata.
La chiusura era invece rivolta al Preludio e fuga in la minore BWV 543, i cui due movimenti furono scritti in tempi diversi, in quanto il preludio risale al già citato soggiorno alla corte del duca di Weimar, mentre la fuga sarebbe stata scritta a Lipsia molti anni dopo.
Per quanto riguarda Giuseppe Rigliaco, che ha conseguito il diploma di Secondo livello in Organo al Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento con il maestro Mauro Castaldo, si è ben confrontato con un programma di enorme difficoltà, evidenziando un assoluto rigore e una fortissima concentrazione, peculiarità imprescindibili quando si affronta il repertorio bachiano.
Adesso il passo ulteriore, per raggiungere la piena maturità, deve consistere nell’affrontare brani, anche complessi, ampliando la dimensione esecutiva ed il respiro musicale, così come si è potuto già notare nella interpretazione dei due pezzi successivi alle monumentali Partite, suonati con grande padronanza e sensibilità.
In conclusione un concerto molto bello, che ha avuto come protagonista un giovane organista al quale auguriamo di proseguire nel migliore dei modi la sua brillante carriera.
Non possiamo però finire, senza aver prima ringraziato Area Arte Associazione e l’Associazione Organistica “Giovanni Maria Trabaci”, due istituzioni che operano da anni, fra mille difficoltà, con lo scopo di diffondere a Napoli la musica di qualità che, supportate nell’occasione anche dalla preziosa collaborazione della Comunità dei Frati Minori Conventuali, hanno dato vita ad un evento di notevole valenza.

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