La rassegna “Musica sotto le stelle”, organizzata dall’Associazione Alessandro Scarlatti, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania e Villa Pignatelli, ha proposto il recital di Giuseppe Gibboni, astro nascente del violinismo internazionale, accompagnato nell’occasione dal pianista Fabio Silvestro.
La prima parte del concerto consisteva in un breve recital per violino solo, iniziato con il Capriccio n.1 in mi maggiore ed il Capriccio n. 24 in la minore, apertura e chiusura dei celeberrimi 24 Capricci, op. 1, composti fra il 1802 ed il 1817 da Niccolò Paganini (1782-1840).
In particolare il n. 24 ha conosciuto numerose trasposizioni, alla base di brani piuttosto famosi quali le Variazioni su un tema di Paganini op. 35 per pianoforte di Brahms e la Rapsodia su un tema di Paganini, op. 43 per pianoforte ed orchestra di Rachmaninov.
Successivamente si passava alla Sonata in mi maggiore n. 6, op. 27 del belga Eugène Ysaÿe (1858-1931), compositore e violinista virtuoso, posta al termine di una raccolta concepita nel 1923, dove ognuno dei brani aveva come dedicatario un illustre collega dell’epoca (la n. 6, ad esempio, era rivolta allo spagnolo Manuel Quiroga Losada, per cui conteneva sonorità iberiche).
Nella seconda parte il programma prevedeva due composizioni per violino e pianoforte, la Sonata n. 5 in fa maggiore op. 24 di Ludwig van Beethoven (1770-1827) e le Variations on an original theme op.15 di Henryk Wieniawski (1835-1880).
La prima, dedicata al conte Moritz von Fries, uno dei mecenati del compositore tedesco, venne ribattezzata “La Primavera”, appellativo con la quale è ancora oggi nota, dall’editore viennese Mollo al momento della pubblicazione avvenuta nel 1801.
Per quanto riguarda il pezzo del polacco Wieniawski, scritto originariamente per violino ed orchestra, risale al 1854 ed ebbe come dedicatario Raymond Dreyschock.
E veniamo ai due protagonisti, partendo da Giuseppe Gibboni, proveniente da una famiglia di musicisti (il papà e le due sorelle gemelle sono violinisti, la mamma è pianista).
A dispetto della giovanissima età (appena 19 anni), il violinista rappresentava la star della serata, in quanto già vincitore di numerosi concorsi, nonché trionfatore assoluto, nel 2016, della prima edizione di “Prodigi – la musica è vita”, competizione televisiva organizzata da Rai 1 in collaborazione con UNICEF Italia e Endemol Shine Italy.
Abbiamo potuto constatare personalmente che si tratta di affermazioni ampiamente meritate poiché Gibboni risulta in possesso di una grande solidità interpretativa, che lo porterà presto alla piena maturità, e di una tecnica straordinaria, che però non deborda mai nell’istrionismo, per cui potremmo definirlo un “virtuoso equilibrato”.
Dal canto suo il pianista Fabio Silvestro ha evidenziato una notevole intesa con il violinista, svolgendo con grande bravura l’improbo compito di tenere testa ad un talento di così elevato livello,
Pubblico in visibilio, che ha applaudito a lungo i protagonisti ed è stato omaggiato da altri due brani, Hora staccato del romeno Dinicu e Humoresque, op. 101 n. 7 di Dvořák, gran finale di un concerto di ottima fattura.
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