Il Primo Festival Corale della Graziella si apre in un’atmosfera irreale

Risalente alla seconda metà del XIII secolo, il laudario di Cortona, raccolta concepita per i componenti della locale confraternita di Santa Maria della chiesa di San Francesco, venne ritrovata nel 1867 dal bibliotecario Girolamo Mancini e ancora oggi è conservata nella biblioteca della cittadina toscana con la sigla Ms. 91.
Documento di enorme valore storico-musicale, risulta formato da 171 fogli di pergamena che contengono, in totale, 65 laude, delle quali 45 con notazione musicale.
Riguardo agli argomenti, le prime sedici sono dedicate alla Madonna, la 17 e la 18 si rivolgono rispettivamente a Santa Caterina d’Alessandria e a Santa Maria Maddalena, mentre dalla 19 alla 32 abbiamo brani legati alle principali feste dell’anno liturgico, la 33, non a caso dedicata a Cristo, è seguita da un trittico meditativo e da otto componimenti incentrati su alcuni santi, che precedono la lauda conclusiva a Gesù.
Considerando le suddette tematiche e la quasi totale mancanza di riferimenti penitenziali, nonché la presenza di musica (la cui struttura ricorrente è la ballata, composta da diverse strofe intervallate da un ritornello), si presuppone che il laudario fosse destinato ad una confraternita laica.
Relativamente ai testi, quelli anonimi risultano vicini alla poetica di Jacopone da Todi, vi sono poi riferimenti alla Legenda Sanctorum o Legenda Aurea, una serie di racconti sulle vite dei Santi che si deve al domenicano Jacopo da Varazze (1228-1298).
Infine appare, di tanto in tanto, il nome di un certo Garzo, da taluni identificato come Garzo dell’Incisa in Valdarno, bisnonno di Petrarca.
Nel complesso un materiale di grande fascino che è stato al centro del concerto inaugurale del Primo Festival Corale della Graziella, organizzato dal Centro di Musica da Camera Cersim, svoltosi nella chiesa di S. Maria Incoronatella della Pietà dei Turchini, luogo storico in quanto faceva parte del complesso che ospitò l’omonimo conservatorio.
Il programma comprendeva anche esempi tratti da due raccolte medievali iberiche, le Cantigas de Santa Maria, attribuite ad Alfonso X “Il Saggio”, re di León e Castiglia dal 1252 al 1284 ed il Llibre Vermell de Montserrat, datato 1399, così definito per la sua rilegatura rossa, custodito nell’omonima località della Catalogna, dove viene venerata la statua miracolosa di una Madonna Nera.
Il tutto era affidato all’ensemble Comtessa de Dia, diretto dal maestro Ferdinando de Martino, autore quest’ultimo anche della concertazione, dove emergevano i seri e approfonditi studi indispensabili, in casi come questi, per fornire un’idea che ricreasse la prassi e le atmosfere dell’epoca.
Molto buona è risultata la prova della compagine, accompagnata in taluni casi da un bravissimo Franco Perreca ai flauti e dallo stesso de Martino alle percussioni, che ha mostrato una notevole compattezza, dando vita, sotto lo sguardo vigile della “Madonna che scioglie i nodi”, ad una serata molto suggestiva, immersa in un’atmosfera irreale (eravamo infatti ai primi di marzo).
In conclusione, un evento di notevole portata storico-musicale, fra gli ultimi eseguiti dal vivo prima dell’inizio della quarantena, che ha aperto nel migliore dei modi una rassegna che ci auguriamo possa riprendere il più presto possibile.

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