Domenico Scarlatti: Sonate per mandolino

La fama di Domenico Scarlatti (1685-1757) è indissolubilmente legata alla sua monumentale produzione rivolta agli strumenti a tastiera, che comprende 555 (per alcuni 556) sonate.
Pochi sanno, invece, che taluni di questi brani furono probabilmente concepiti per mandolino.
L’ipotesi, formulata ad inizio Novecento dal musicologo britannico Edward Joseph Dent, venne poi ripresa negli anni ’50 dal clavicembalista e studioso scarlattiano Ralph Kirkpatrick che, in almeno venticinque sonate, riscontrò caratteristiche tali da avvalorare una simile congettura.
Solo negli anni ’80, però, la supposizione ha trovato una decisiva conferma, grazie alla scoperta, nella Bibliothèque de l’Arsenal di Parigi, di un manoscritto del XVIII secolo contenente una versione per “mandolino e cimbalo” del primo movimento della Sonata in re minore K. 89.
La vicenda, di estremo interesse, ha da tempo attirato l’attenzione della mandolinista Anna Schivazappa, ricercatrice attiva a Parigi, i cui studi sono ora sfociati in un cd della Arcana dove, alla testa dell’ensemble Pizzicar Galante, da lei fondato con il clavicembalista Fabio Antonio Falcone, propone diversi esempi relativi a questa particolare produzione,
In totale il disco contiene undici sonate, spesso influenzate dai grandi compositori del tempo, che il giovane Scarlatti, al seguito del padre, ebbe modo di conoscere di persona, come Vivaldi e Händel, incontrati a Venezia, o Corelli, frequentato durante il lungo soggiorno romano.
Non mancano, inoltre, sonorità caratteristiche di Napoli, sua città natale.
Per quanto riguarda gli interpreti, Anna Schivazappa, autrice anche di un esauriente libretto di accompagnamento, si conferma mandolinista di caratura internazionale, evidenziando un suono che esalta tutte le potenzialità dello strumento.
A tal proposito va sottolineato come, a seconda delle peculiarità del brano, siano stati utilizzati ben tre differenti mandolini, un napoletano “Antonius Vinaccia” del 1768, un altro mandolino napoletano del 2017 e un mandolino lombardo del 2010, copia di un “Antonio Monzino” del 1792, questi ultimi due fabbricati dal liutaio Tiziano Rizzi.
Molto bravi risultano pure il già citato Fabio Antonio Falcone al clavicembalo, Ronald Martin Alonso (viola da gamba) e Daniel de Morais (tiorba e chitarra), che completano l’ensemble Pizzicar Galante e contribuiscono all’ottima riuscita di un cd che evidenzia un lato poco noto della produzione scarlattiana.

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