Ben-Haim: Evocation

Paul Frankenburger (1897 – 1984) nacque a Monaco in una famiglia di origini ebraiche, abbastanza tiepida dal punto di vista religioso e ben radicata nel tessuto tedesco, in quanto il padre Heinrich era un affermato giurista.
Violinista e pianista molto precoce, poté frequentare il conservatorio della città natale solo dopo la Prima guerra mondiale, durante la quale era stato impiegato sia sul fronte francese che su quello belga.
Approfondì gli studi relativi al pianoforte ed alla composizione e, per quattro anni, lavorò all’Opera di Monaco, con il celebre direttore d’orchestra Bruno Walter, in qualità di maestro accompagnatore.
Il suo prestigio si accrebbe fino all’avvento del regime nazista, che lo costrinse a lasciare la Germania e raggiungere con un visto turistico la Palestina, all’epoca controllata dagli inglesi.
Per poter rimanere in Palestina mutò il suo cognome in Ben-Haim (ovvero “figlio di Heinrich”), ed inoltre cambiò stile, allontanandosi progressivamente dalle suggestioni assorbite in patria, per approfondire la musica popolare ebrea e quella mediorientale, fino ad allora da lui completamente ignorate.
Un recente Super Audio cd ibrido dell’etichetta svedese BIS offre un’ampia panoramica della produzione di Paul Ben-Haim, che abbraccia un arco di tempo quarantennale.
L’apertura è rivolta a Evocation (Yizkor), poema per violino ed orchestra, risalente al 1942, che dà anche il nome all’intera incisione, seguito dalle Tre romanze senza parole per violino e pianoforte (1951).
Il successivo Concerto per violino, datato 1960, così come i Tre studi per violino solo, dedicati al grande virtuoso Yehudi Menhuin, testimoniano il raggiungimento della sintesi fra melodie orientali ed occidentali.
Completano il SACD la Berceuse Sfaradite per violino e pianoforte, struggente ninna nanna appartenente alla tradizione degli ebrei cacciati dalla penisola iberica, e la Toccata, da Cinque pezzi per pianoforte op. 54, nella versione per violino ed orchestra di Moshe Zorman.
Per quanto riguarda gli interpreti, tutti di altissimo livello, si va dal violinista israeliano Itamar Zorman, che dà lustro a brani legati alle sue origini, all’ottima BBC National Orchestra of Wales, diretta da Philippe Bach, passando per la pianista Amy Yang, impegnata nelle Tre romanze e nella Berceuse.
In conclusione un disco che propone un autore ancora oggi piuttosto sconosciuto, ma sicuramente meritevole di ulteriori approfondimenti.

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