Penultimo concerto dell’Ottobre Organistico Francescano, rassegna organizzata dai Frati Minori Conventuali della Chiesa dell’Immacolata al Vomero, in collaborazione con l’Associazione Organistica “Giovanni Maria Trabaci”, presieduta dal maestro Mauro Castaldo
Ospite della serata Antonio Varriano, docente di Organo e Composizione Organistica presso il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento e organista titolare della Chiesa di S. Antonio Abate di Campobasso, che ha incentrato il suo recital prevalentemente sulla scuola tedesca, iniziando con il Preludio e fuga in sol minore BuxBW 149 di Dieterich Buxtehude (1637-1707), danese di nascita, ma trapiantato in Germania, grande virtuoso della tastiera.
Non a caso, per ascoltarlo e carpirne i segreti, sembra che nel 1705 Bach abbia percorso a piedi circa 450 chilometri, pari alla distanza fra Arnstadt (dove all’epoca lavorava) e Lubecca, città nella quale Buxtehude ricopriva il ruolo di organista titolare della Marienkirche.
La successiva Ciaccona in fa minore T 206 di Johann Pachelbel (1653-1706) metteva in evidenza un autore che meriterebbe maggiori approfondimenti, noto in particolare per il Canone in re maggiore.
Non poteva mancare Johann Sebastian Bach (1685-1750), con il Concerto in la minore BWV 593, trascrizione organistica del Concerto per due violini in la minore RV 522 di Antonio Vivaldi.
Il pezzo si colloca nel periodo trascorso a Weimar e, come per altre trascrizioni eseguite su brani di Vivaldi, è frutto di una richiesta fatta da Giovanni Ernesto, nipote del duca Guglielmo Ernesto di Sassonia-Weimar, che aveva un forte interesse nei confronti della produzione dei musicisti italiani dell’epoca.
Un brevissimo salto in Francia ed in Italia, rispettivamente con Louis Vierne (1870-1937) e Nicola Vitone (1913-1974).
Al primo apparteneva il Lied in la bemolle maggiore op. 31 n.17, dai Vingt-quatre pièces en style libre, datati 1931, mentre il secondo, sacerdote, compositore e docente, nato a Sepino (CB), era presente con l’Offertorio su “Ave Maria”, da “Impressioni gregoriane”.
Finale dedicato a Joseph Gabriel Rheinberger (1839-1901), nato nel Liechtenstein, che si spostò giovanissimo a Monaco, frequentando il locale conservatorio, dove in seguito avrebbe insegnato pianoforte.
Nell’ambito della sua vasta produzione sono comprese venti sonate per organo, fra le quali la n. 4, op. 98 in la minore “Meine seele”, basata sul motivo del- Magnificat gregoriano, risulta una delle più note ed eseguite.
Uno sguardo conclusivo sull’esecutore, che ha evidenziato grande solidità interpretativa e, nel contempo, ha avuto l’ulteriore merito di concepire una interessante panoramica sulla letteratura organistica tedesca, proponendo anche musicisti prestigiosi ma poco conosciuti come Rheinberger.
In conclusione ancora un ottimo appuntamento, a riprova della validità di una rassegna, l’Ottobre Organistico Francescano, giunta alla sua quinta edizione, che si inserisce a buon diritto nella più ampia programmazione dell’Associazione Trabaci.
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