Nel foyer del Teatro Diana di Napoli è recentemente ripresa la rassegna “Armonie Barocche”, la cui direzione artistica è curata dal maestro Simonetta Tancredi.
Ospite della mattinata l’arpista ventenne Alba Brundo, che ha aperto il suo recital con l’Andante allegro dal Concerto op.4 n. 6 HWV 294 di Georg Friedrich Händel (1685-1759).
Si tratta del movimento iniziale del sesto ed ultimo concerto dell’op. 4, raccolta pubblicata nel 1738 e concepita sia per organo che per arpicordo solista.
In particolare questo concerto era inserito nel primo atto dell’oratorio Alexander’s Feast, che ebbe la “prima” al Covent Garden nel 1736, ed il suo esordio venne affidato all’arpista William Powell junior.
Con un salto di un paio di secoli si giungeva al 1945 con Sarabanda e Toccata di Nino Rota (1911-1979), autore famoso esclusivamente per le sue colonne sonore, sicuramente notevoli, che hanno finito però per offuscare una produzione di grande interesse, che abbraccia praticamente tutti i generi.
Il Capriccio n. 24 in la minore per violino, con il quale si chiude l’op.1 di Paganini, ha ricevuto numerose trascrizioni e arrangiamenti per strumenti diversi dall’originale.
Nel caso dell’arpa abbiamo la Variazione su un tema di Paganini, che si deve al russo Mikhail Mchedelov (1903-1974), virtuoso dello strumento e docente al Conservatorio di Mosca.
Insegnante (al conservatorio napoletano di San Pietro a Majella) ed arpista era anche Giovanni Caramiello (1838-1938), che per catturare l’attenzione dei suoi allievi spesso si serviva delle immortali melodie della canzone classica partenopea, come si evinceva dal Piccolo divertimento sulla Palummella, ispirato ad un motivo del XVIII secolo.
A seguire due Sonate, la K 466 in fa minore e la K. 531 in mi maggiore, tratte dalle 555 che comprendono l’intero corpus composto per strumenti a tastiera da Domenico Scarlatti (1685-1757)
Ultimo brano in programma, Étude de concert, op. 193 di Félix Godefroid (1818-1897), belga trapiantato in Francia, fra i più grandi arpisti della sua epoca e testimone diretto dell’evoluzione dello strumento in quanto fu tra i promotori della diffusione dell’arpa “a doppio movimento”, basata su un meccanismo utilizzato ancora oggi, brevettata dal noto costruttore di origini alsaziane Sébastien Érard.
Per quanto riguarda l’interprete, la giovanissima Alba Brundo è stata protagonista di un ottimo concerto, dove ha evidenziato tutta la sua bravura, frutto anche di una costante applicazione, rilasciando un suono nitido e di grande ricercatezza, per cui del suono, frutto anche di una costante applicazione, caratteristiche per cui va considerata un talento dalle grandi prospettive.
Pubblico numeroso e visibilmente entusiasta, che ha chiesto il bis ed è stato accontentato con una versione de La fille aux cheveux de lin, dal primo libro dei Preludi di Debussy, ideale conclusione di un concerto contraddistinto da un altissimo livello.
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