Il festival UniMusic evidenzia alcuni capolavori della letteratura per oboe e archi

Nuovo appuntamento con il festival UniMusic, organizzato dalla Nuova Orchestra Scarlatti in partnership con l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
Questa volta nella chiesa dei Santi Marcellino e Festo si sono esibiti l’oboista Maurizio Marino, gli allievi della sua masterclass e gli archi della Nuova Orchestra Scarlatti (con Pasquale Faucitano primo violino concertante), che hanno proposto brani compresi fra il Settecento ed il Novecento.
L’apertura era rivolta al Concerto grosso n.1 di Georg Friedrich Händel (1685-1759), posto a capo della raccolta di Dodici Concerti Grossi, op. 6, scritta in poco più di un mese verso la fine del 1739.
I pezzi furono pensati per essere inseriti negli intervalli dei suoi lavori, allestiti al Lincoln’s Inn Fields Theatre, e si ispirarono alle omonime composizioni di Corelli, autore che Händel aveva conosciuto in gioventù a Roma.
Il successivo Concerto per due oboi e archi n. 9 di Tomaso Albinoni (1671-1751) apparteneva ai 12 concerti op. 9, dedicati a Massimiliano Emanuele II Elettore di Baviera e pubblicati ad Amsterdam nel 1722.
Toccava quindi alla St. Paul’s Suite di Gustav Holst (1874-1934), ricca di richiami folkloristici, completata nel 1913.
La composizione venne dedicata alle allieve della St. Paul’s Girls’ School, istituzione diretta nel periodo 1905-1934 dal musicista britannico, noto quasi esclusivamente per la Suite “The Planets”, al punto da essere considerato il precursore delle colonne sonore dei film di fantascienza.
Chiusura con il Concerto per oboe e archi in do minore, concepito nel 1949 dall’australiano Arthur Benjamin (noto in particolare per la Storm Clouds Cantata, inserita in una delle scene culminanti del film di Hitchcock “L’uomo che sapeva troppo”), arrangiando e riunendo quattro sonate per tastiera di Domenico Cimarosa (1749-1801).
Uno sguardo, ora, ai protagonisti, iniziando da Maurizio Marino, che ha fornito il suo ottimo apporto ai concerti per oboe, evidenziando la notevolissima esperienza maturata a livello internazionale.
Di elevato spessore anche la prova degli Archi della Nuova Orchestra Scarlatti (con Pasquale Faucitano splendido violino concertante), che ha avuto il suo apice nel difficile brano di Holst, eseguito con straordinaria compattezza
Una nota di merito, infine, per gli allievi della masterclass di oboe, tutti molto bravi, a partire da Daria D’Onofrio, che ha ricoperto con grande sicurezza il ruolo di solista nel concerto di Albinoni, e si è poi unita agli altri partecipanti, Pierdavide Falco, Annalaura Ferrara, Emmanuele Raimondo Puxeddu, Simone Zimbardi e Jacopo Cornacchione, nell’esecuzione di una trascrizione per strumenti a fiato del Minuetto della Sinfonia n. 40 in sol minore K 550 di Mozart, degna conclusione di una piacevole ed intensa serata.

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