Venerdì 19 aprile 2019, ore 21.00, presso il Centro di Cultura Domus Ars a Napoli in Via Santa Chiara 10, come ogni anno l’Associazione il Canto di Virgilio ripropone lo Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi, quest’anno nella revisione di Johann Adam Hiller del 1776 che prevede anche l’aggiunta di due flauti.
Interpreti dell’evento due bravissime cantanti Alessia Grimaldi soprano, Gabriella Colecchia mezzosoprano che saranno accompagnate dall’Orchestra da Camera di Napoli diretta da Enzo Amato.
L’Orchestra da Camera di Napoli che è formata da Lilly Carafa al clavicembalo, Mario dell’Angelo, Anna Velichko, Ilaria Ferrigno, Eleonora Amato, Vera Anastasi ai violini, Hanna Moiseieva al violoncello, Valerio Mola al contrabbasso, Ciro Scala, Edoardo Ottaiano ai flauti, Luca Martingano, Giovan Battista Cutolo ai corni e Nicola Orabona al fagotto, proporrà oltre allo Stabat di Giovan Battista Pergolesi, la Sinfonia tratta dalla Messa in Re Maggiore e la Ciaccona di Niccolò Jommelli.
Bruno De Luca ha curato l’allestimento scenico.
Il testo poetico della sequenza Stabat Mater è attribuita a Jacopone da Todi, francescano e poeta medioevale venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
Con parole dense e toccanti, esprime in questa lauda tutto il dolore di Maria alla vista del figlio crocifisso e al tempo stesso la speranza dell’umanità di redimersi per la sofferenza e la morte di Gesù Cristo.
Il testo dello Stabat fu musicato da oltre quattrocento compositori tra cui Pierluigi da Palestrina, Nicolò Porpora, Alessandro e Domenico Scarlatti, Nicola Logroscino, Boccherini, Haydn, Vivaldi, Donizetti, Rossini, Poulenc, Dvořák, Pärt, oltre a quello di Giovan Battista Pergolesi che la tradizione vuole composto in pochi giorni e completato il giorno stesso della sua morte avvenuta a 26 anni il 17 marzo del 1736 nel Convento dei Cappuccini di Pozzuoli, dove il musicista si era ritirato per curare i suoi mali.
Nella scrittura dell’autografo, uno dei pochi rimasti e riconosciuti come autentici, conservato presso la Biblioteca dei Padri Girolamini a Napoli, nell’ultima pagina dello spartito scrisse di suo pugno “Finis Laus Deo”, quasi un ringraziamento al Signore per avergli concesso il tempo necessario per concludere l’opera.
Lo Stabat Mater fu commissionato a Giovan Battista Pergolesi dalla Nobile Confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori per le orazioni dei venerdì di Quaresima presso la chiesa Francescana di San Luigi di Palazzo a Napoli, oggi Chiesa di San Ferdinando a Piazza Trieste e Trento, in sostituzione dell’opera omonima di Alessandro Scarlatti, datata 1724, che aveva accompagnato la liturgia per oltre vent’anni.
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Gabriella Colecchia
Si diploma al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, la sua città natale e si perfeziona all’“Accademia Rossiniana” di Pesaro selezionata da Alberto Zedda.
Giovanissima si pone all’attenzione internazionale vincendo prestigiosi concorsi come il “Pavarotti International Voice Competition” di Philadelphia, debuttando al suo fianco, ed il “Toti dal Monte” di Treviso.
Nello stesso anno Luciano Pavarotti e Claudio Abbado le assegnano una borsa di studio “Premio Amadeus” nell’ambito di Ferrara Musica.
Nel 2004 le viene conferito ad Helsinki il “Premio Beniamino Gigli”.
Sin dagli esordi si fa apprezzare nel repertorio belcantista e tardoromantico in opere come Il Viaggio a Reims al Rossini Opera Festival di Pesaro per la regia di Emilio Sagi, Tancredi nei Teatri Municipale di Piacenza, Comunale di Modena, Comunale di Ferrara, Valli di Reggio Emilia e all’Opera di Montecarlo, Il Matrimonio Segreto nei Teatri Comunale di Treviso e Sociale di Rovigo, La Scala di Seta al Teatro Massimo di Palermo, Così fan tutte in una coproduzione Teatro Massimo di Palermo/Teatro Manoel di Malta, La Cenerentola al Teatro Massimo Bellini di Catania dir. Ranzani, ed al Teatro Principal de Mahòn in Menorca dove canta anche L’Italiana in Algeri dir. Fogliani, Falstaff al Teatro Carlo Felice di Genova per la regia di Giancarlo Del Monaco ed alla Philadelphia Academy of Music, Oberto,conte di San Bonifacio al Macerata Opera Festival per la regia di Pier’Alli, dove canta anche in La Traviata al fianco di Mariella Devia, ed al Filarmonico di Verona, Norma al Teatro Bellini di Catania, al Bunka Kaikan di Tokyo, in tournèe in Olanda ed a San Pietroburgo, dir. Carella, Il Trovatore dir. Ferro, e Pikovaja Dama dir. Semkov al Teatro San Carlo di Napoli, Carmen al Teatro Verdi di Salerno, Les contes d’Hoffmann al Teatro Verdi di Sassari, I Puritani al Concertgebow di Amsterdam con Sumi Jo, al Teatro Royal de La Monnaie di Bruxelles dir. Benini, al Teatro Gayarre de Navarra di Pamplona, al Teatro Real di Madrid con Juan Diego Florez ed al Teatro Principal de Mahòn in Menorca diretta da Michele Mariotti, La Straniera, La Serva Padrona di Paisiello, Il Giocatore e La Sonnambula al Teatro Massimo Bellini di Catania, quest’ultima anche in tournèe in Giappone ed al Lirico di Cagliari con la regia di Hugo de Ana, Messa da Requiem di Verdi in memoria di Pavarotti alla Basilica di San Marco in Milano, prima esecuzione in tempi moderni dello Stabat Mater di Geronimo Abos a cura di Roberto De Simone per la riapertura della Sala Scarlatti di Napoli, La Resurrezione di Händel a Verona e Vicenza diretta da Diego Fasolis, Il Finto Turco di Piccinni al Teatro Olimpico di Vicenza, Motezuma di de Majo al Gulbenkian di Lisboa con l’ensemble barocco della “Pietà de’ Turchini”, Le nozze di Figaro al Byblos International Festival in Libano.
Appassionata interprete del repertorio del ‘900 si fa notare anche in opere come The turn of the screw di Britten con per la regia di Luca Ronconi e Die Ägiptische Helena al Teatro Lirico di Cagliari, Die Walküre con Hildegard Behrens diretta da Zoltán Peskó e L’amour des trois oranges per la regia de Gilbert Defloe al Teatro Massimo Bellini di Catania, La Bella dormente nel bosco di Respighi al Teatro Rendano di Cosenza, Gianni Schicchi alla Semperoper di Dresda ed al Wexford Opera Festival, Il Cappello di Paglia di Firenze di Rota alla Wiener Kammeroper ed Hänsel und Gretel di Humperdinck al Teatro Massimo di Palermo dir. Neuhold ed al Teatro Massimo Bellini di Catania dir. Carminati, Anything goes con l’Orchestra Sinfonica di Sanremo e Porgy and Bess al Verdi di Sassari.
Recentemente impegnata in una nuova produzione di Otello di Verdi per l’inaugurazione del Festival di Verdi al Teatro Regio di Parma per la regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, direttore Daniele Callegari, debutta il ruolo di Amneris in Aida di Verdi a Salerno, e tiene Recitals al Teatro Coliseo e all’Usina del Arte in Buenos Aires. La sua discografia comprende CD e DVD per etichette come Opera Rara, Fonè, Dynamic, Ermitage e Bongiovanni.
Ha inoltre al suo attivo un repertorio che spazia dalla cameristica al repertorio sacro, con un percorso tecnico-vocale che l’ha portata ad affrontare anche progetti crossover.
Tra i recenti impegni si segnala il ritorno al Teatro San Carlo di Napoli in una nuova produzione di La Traviata con la direzione di Jordi Bernàcier e la regia di Lorenzo Amato, Promenade Napoletaine un concerto in duo col pianista Dario Candela con musiche di Fauré, Alfano, Poulenc, Pilati a Palazzo Zevallos Stigliano, Gallerie d’Italia per la XX Stagione di Concerti della Fondazione Pietà de’ Turchini, un nuovo progetto col compositore e chitarrista Enzo Amato Mater Mediterranea, viaggio nel Pathos di Partenope.
La troveremo prossimamente come protagonista in due concerti all’Auditorium Niemeyer di Ravello, nel concerto inaugurale della prima edizione del Festival della Canzone Napoletana di Calvello da lei diretto, e in un Recital Le Rossini Français nell’ambito delle celebrazioni rossiniane per l’Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli, con la partecipaziome del noto musicologo Sergio Ragni.
Alessia Grimaldi
Nata a Napoli, si laurea in canto presso il Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli.
Svolge un’intensa attività concertistica, collaborando con Roberto De Simone e Antonio Florio ed esibendosi nelle stagioni concertistiche della Società dei Concerti di Villa Rufolo, della Rassegna dei Solisti Italiani, della Fondazione W. Walton.
Finalista del Concorso Internazionale E. Caruso di Milano e del Concorso As.Li.Co, vince il premio speciale della giuria del Concorso Francesco Albanese e una borsa di studio al Concorso Francisco Vinas di Barcellona.
Vincitrice del concorso indetto dal Teatro alla Scala di Milano per l’Accademia di Alto Perfezionamento, interpreta il ruolo di Serpina ne “La serva padrona” di G. B. Pergolesi al Palazzo Reale di Milano per il Teatro alla Scala e il ruolo di Cis in “Albert Herring”di B. Britten al Teatro Rendano di Cosenza.
Debutta quindi al Teatro alla Scala nel ruolo di Prilepa in “La dama di Picche” di P. I. Tchaikovsky con la direzione di Yuri Temirkanov, nel “Rinaldo”di G. F. Haendel con la direzione di Ottavio Dantone e nel ruolo di Rosina ne “Il barbiere di Siviglia” di G. Rossini nella ripresa della storica regia di J. P. Ponnelle, diretta da E. Mazzola.
Partecipa inoltre ad alcuni concerti al Teatro alla Scala.
In seguito, è ancora Rosina ne “Il barbiere di Siviglia” per il Teatro alla Scala, di Milano, Musetta ne “La bohème” di G. Puccini per Opera Ireland a Dublino e nuovamente Rosina ne “Il barbiere di Siviglia” al Teatro Sociale di Mantova accanto a Roberto De Candia e Antonino Siragusa.
Debutta quindi al Teatro dell’Opera di Roma nel “Saul” di F. Testi, nel ruolo di Micaela in “Carmen” di G. Bizet in forma di concerto e in “Der Rosenkavalier”di R. Strauss, sotto la direzione di G. Gelmetti.
Interpreta Madama Cortese ne “Il viaggio a Reims” di G. Rossini al Rossini Opera Festival di Pesaro e, in seguito, è nuovamente Serpina ne “La serva padrona” di G. B. Pergolesi al Teatro San Carlo di Napoli.
Interpreta Amenaide nel “Tancredi” di G. Rossini ad Atene per la ERT, RadioTelevisione Nazionale Greca.
Orchestra da Camera di Napoli
Nasce con l’intento di dedicare la sua attività culturale allo studio, alla valorizzazione e alla diffusione del fenomeno ’700 Napoletano, contribuendo alla Nuova Rina- scenza Partenopea, attraverso il recupero di valori, di uomini e di opere a torto dimenticati.
Concordemente ai principi alla base della sua costituzione, l’Orchestra da Camera di Napoli ha già inciso, per la casa discografica ANTES Concerto di Milano, il Cd Sinfonie Napolitane in cui sono contenute world premier, tra le altre, opere di Nicola Fiorenza, di Niccolò Piccinni e la ormai celebre Sinfonia Venezia di Pasquale Anfossi, nella quale si evince un plagio mozartiano di cui ha riferito in prima pagina anche il The Times di Londra.
Nel 1999 l’Orchestra da Camera di Napoli ha eseguito due prime assolute: in occasione delle Celebrazioni per il bicentenario della Rivoluzione Napoletana del 1799, ha allestito il Dramma I Pittagorici di Giovanni Paisiello su libretto di Vincenzo Monti, scritto per commemorare le vittime della Rivoluzione Napoletana Rieseguito nel maggio 2000 a Crotone nell’ambito del Festival dell’Aurora ricevendo numerose recensioni dalle maggiori riviste musicali Europee; in occasione della Festa Europea della Musica ha eseguito a Parigi, con la partecipazione di Maxence Larrieu, il Concerto per due Lire e istromenti vari di W. A. Mozart.
Opera dalla paternità contestata, il Concerto è oggi più generalmente attribuito a Mozart in seguito al ritrovamento, da parte di Enzo Amato, delle due lire appartenute a Ferdinando IV custodite al Museo di Capodimonte.
Ma il grande progetto realizzato dall’Istituto Internazionale Domenico Scarlatti con l’Orchestra da Camera di Napoli nel 1999, è stata la prima esecuzione in tempi moderni della Messa Solenne in re maggiore per soli coro e orchestra di Niccolò Jommelli rieseguita e registrata a Sofia nel 2004. Partecipa ogni anno come orchestra principale al Festival Internazionale del ‘700 Musicale napoletano proponendo sempre brani in world premiere.
Nel 2007 in occasione delle Celebrazioni del 250° anniversario della morte di Domenico Scarlatti ha eseguito Le quattro Stagioni del grande genio napoletano della musica.
L’interpretazione dell’Orchestra da Camera di Napoli rientra nel genere delle “historically informed performances”: (presumere di) sapere come si suonava allora, senza tuttavia porsi l’angoscioso obiettivo di raggiungere un modo settecentesco, quando tutte le altre condizioni, di esecuzioni, di ascolto, di fruizione di questa musica, sono mutate.
Dopo alcuni decenni in cui l’ansia filologica, fra tanti meriti, ha reso molto concreto il rischio di insterilire la vivacità esecutiva, si apprezza l’autonomia della scelta.
Le sonorità si espandono ampie, l’orchestra sottolinea con la dovuta attenzione non solo l’alternanza dei piani e dei forti, ma anche le loro diverse gradazioni, rende il valore espressivo dei rallentando e dei diminuendo, conosce il piacere dell’abbandono cantabile e della messa di voce quanto la felicità delle accelerazioni improvvise del racconto.
Concerta, accompagna e risponde alle emersioni solistiche, sbalza in dosato rilievo la presenza degli strumenti a fiato.
Meriti che si aggiungono all’impegno, all’idea felice di restituire alla nostra conoscenza queste pagine perdute.
Sandro Cappelletto