Ai “Vespri d’organo” il maestro Graziano Fronzuto propone una interessante panoramica dal Seicento ai giorni nostri

Foto Fulvio Calzolaio

Il recente appuntamento della rassegna “Sette secoli di musica sacra per organo a Napoli – Vespri d’organo ha avuto come protagonista il maestro Graziano Fronzuto.
In programma una serie di brani, eseguiti in ordine cronologico e talora suddivisi anche per l’appartenenza degli autori alle diverse nazionalità.
L’apertura rappresentava un omaggio a Giovanni Maria Trabaci (1575-1647), dedicatario della Associazione che organizza la stagione, presieduta dal maestro Castaldo, con la Canzona Franzesa Septima “Cromatica”, tratto dalla raccolta Ricercate, canzone francese, capricci…, pubblicata a Napoli nel 1603.
A seguire due corali “Herr Christ, der einig Gottes Sohn” e “Vom Himmel hoch, da komm’ ich her”, appartenenti rispettivamente a Dietrich Buxtehude (1637-1707), danese trapiantato in Germania, che fu un punto di riferimento per il giovane Bach e a Johann Pachelbel (1653-1706), ancora oggi noto per un Canone in re maggiore.
Si passava quindi a due autori francesi, François Couperin (1668-1733) e Louis-Nicolas Clérambault (1676-1749), entrambi attivi a Parigi nello stesso periodo.
Del primo abbiamo ascoltato l’ Offertoire (dalla Messe pour les couvents), mentre del secondo erano proposti Récit de Nazard e Caprice sur les Grands Jeux, dalla Suite du deixième ton (1710).
Non poteva mancare, in questa panoramica, Johann Sebastian Bach (1685-1750), presente con un terzetto di brani formato dall’Aria Spirituale per la Quaresima, dalla Fuga su “Allein Gott in der Hoeh’ sei Ehr’ ” e dal Preludio e Fuga in do minore.
La parte conclusiva del recital ci portava in Italia, principalmente a Napoli, prima con l’Andantino in si bemolle maggiore di Saverio Mercadante (1795-1870), che fu dal 1840 al 1870 direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella, poi con una Tarantella di Alessandro Longo (1864-1945), ricordato soprattutto per la sua revisione del corpus delle sonate scarlattiane, ed infine con il Preludio in do minore di Franco Michele Napolitano (1887-1960), fra i fondatori della Associazione Alessandro Scarlatti.
Il concerto si chiudeva con una dolce Berceuse del napoletano don Stefano Romano, prestigiosa figura di docente, compositore e organista, ancora attivo, e una energica e solenne Marcia Pontificale in si bemolle maggiore del genovese Domenico Bellando (1868-1922).
Riguardo all’esecutore, Graziano Fronzuto è apparso interprete versatile e rigoroso, ed ha inoltre il grande merito di aver portato alla ribalta brani ed autori di rara proposizione.
Pubblico abbastanza numeroso, a conferma della bontà della nuova formula, che prevede l’accompagnamento delle parti salienti della funzione religiosa da parte dell’organista ospite e l’inizio del concerto subito dopo la conclusione della Messa.
Prosimo appuntamento a maggio, prima della pausa estiva, per l’atteso recital del maestro Giovanni Picciafoco.

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