Nel 1888, dopo aver portato a termine la Sinfonia n. 1, Mahler si stava dedicando alla composizione di un poema sinfonico, dal titolo estremamente significativo di Todtenfeier (Rito Funebre), scaturito da un sogno nel quale aveva assistito al proprio funerale.
Il pezzo, in un primo tempo accantonato, venne poi ripreso cinque anni dopo, per essere utilizzato come movimento iniziale della Sinfonia n. 2, terminata nel 1894.
L’episodio determinante, che stimolò il musicista a completare la composizione, fu l’ascolto dell’ “Ode alla Resurrezione” del poeta tedesco Friedrich Gottlieb Klopstock, durante l’orazione funebre in memoria del direttore d’orchestra e suo grande amico Hans von Bülow.
Paradossalmente, proprio quest’ultimo, ascoltando anni prima l’abbozzo del poema sinfonico, suonato al pianoforte da Mahler, era rimasto sconcertato da quel tipo di musica.
Un disorientamento che, all’atto dell’esordio, accomunò pubblico e critica, per vari motivi, fra i quali la divisione della sinfonia in cinque movimenti, al posto dei canonici quattro, caratterizzati inoltre da uno schema che esulava dal consueto.
Ancora, per la prima volta, il musicista innestò ben tre lieder sul tessuto sinfonico, due dei quali, “La predica di S. Antonio da Padova ai pesci” e “Luce primordiale”, appartenevano alla sua raccolta “Des Knaben Wunderhorn” (Il corno magico del fanciullo).
Il terzo lied, utilizzato per l’apoteosi finale, comprensiva di coro e soprano, si basava invece sul testo, rimaneggiato dallo stesso Mahler, della già citata “Ode” di Klopstock, che avrebbe in seguito dato il nome all’intera sinfonia.
Dal punto di vista musicale Mahler prese come riferimento innanzitutto Beethoven, che aveva aperto la sua “Eroica” con un tempo di marcia funebre e chiuso la celeberrima “Nona” con il coro ed i solisti, ma non mancarono accenni a Bruckner e Schubert.
La composizione è stata recentemente proposta in un Super Audio CD ibrido, dall’etichetta svedese Bis Records, nell’ambito del terzo disco rivolto al ciclo integrale delle Sinfonie di Mahler, affidato alla Minnesota Orchestra, diretta da Osmo Vänskä.
L’incisione conferma ancora una volta la compattezza, la straordinaria nitidezza di suono e l’affiatamento perfetto della compagine americana, caratteristiche che la pongono fra le migliori orchestre in ambito mondiale.
L’organico si completa con le prestigiose presenze del soprano Ruby Hughes e del mezzosoprano Sasha Cooke, e con il validissimo apporto della Minnesota Chorale, che contribuiscono ad una registrazione di elevatissima qualità racchiusa, ulteriore pregio, in un unico disco che supera gli 80 minuti.
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