La stagione dell’Associazione Alessandro Scarlatti ha recentemente ospitato il prestigioso Sestetto Stradivari, diretta emanazione dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, nato nel 2001 e formato attualmente da David Romano e Marlène Prodigo (violini), Raffaele Mallozzi e David Bursack (viole), Diego Romano e Sara Gentile (violoncelli).
Due i brani in programma, Verklärte Nacht, op. 4 di Arnold Schönberg (1874-1951) e il Sestetto per archi in re maggiore, op. 70 “Souvenir de Florence” di Pëtr Ilič Čajkovskij (1840-1893).
Il primo risale al 1899, quando l’autore austriaco, all’epoca venticinquenne, studiava con Alexander von Zemlinsky e si era innamorato della sorella del suo docente (che poi avrebbe sposato).
Volle dedicarle un pezzo per archi intitolato Verklärte Nacht (“Notte trasfigurata”), prendendo spunto dall’omonima poesia del simbolista Richard Dehmel, tratta dalla raccolta Weib und Welt , risalente al 1896 e incentrata sulla confessione di una donna che, durante una notte di luna piena, rivela al suo attuale amante di aspettare un figlio, frutto di una precedente relazione.
L’uomo, dopo una breve riflessione, ritiene che l’amore che lo lega alla donna sia così forte da poter accettare anche di essere il padre di una creatura non sua.
Scritto in appena tre settimane, il brano risentì dell’influenza di Brahms e Wagner, autori prediletti da Zemlinsky, pur se Schönberg, che non aveva ancora abbracciato la dodecafonia, volle innestare alcune novità, che all’epoca fecero scalpore.
Non a caso la partitura fu rifiutata, in un primo tempo, dal Tonkünstlerverein, società cameristica viennese di maggiore prestigio, che poi accettò di inserire la composizione nel suo cartellone solo nel 1902, affidando la “prima” al Quartetto Rosé, rinforzato da Franz Jelinek (viola) e Franz Schmidt (violoncello).
L’esordio fu comunque tutt’altro che tranquillo, in quanto scoppiarono violenti litigi tendenti alla rissa, fra sostenitori e detrattori di Schönberg, preludio ad una successiva stroncatura da parte della critica.
L’autore diede poi vita, nel 1917, ad una versione per orchestra d’archi, che oggi è quella maggiormente conosciuta, rivista definitivamente nel 1943.
Decisamente lunga e sofferta, invece, la genesi del Sestetto per archi in re maggiore, op. 70 “Souvenir de Florence” di Čajkovskij.
La prima versione conobbe buona parte della stesura nel 1890, durante il soggiorno del compositore nel capoluogo toscano (da cui il suo appellativo, nonostante il brano contenga soprattutto riferimenti alla tradizione russa), e venne presentata San Pietroburgo, alla fine dello stesso anno.
Molto probabilmente, però, già nel 1887 il sestetto era nella mente dell’autore, nominato l’anno precedente membro onorario della Società di Musica da Camera di S. Pietroburgo (dedicataria della composizione).
Ciò è testimoniato nelle numerose lettere di quel periodo, dove timidamente, e poi in modo sempre più netto, affiorano notizie legate ad un brano concepito per due violini, due viole e due violoncelli, organico piuttosto inusuale al quale Brahms aveva precedentemente dato in due occasioni notevole dignità.
La storia del sestetto non si concluse nel 1890, in quanto il compositore, molto insoddisfatto, rielaborò gli ultimi due movimenti e, in questa nuova e definitiva veste, il pezzo fu riproposto al pubblico di San Pietroburgo nel 1892.
Come si può comprendere, da quanto finora accennato, siamo di fronte a due assoluti capolavori della letteratura cameristica, che il Sestetto Stradivari conosce approfonditamente, tanto da averli anche incisi qualche anno fa, nel loro primo cd, riscuotendo unanimi consensi da parte di pubblico e critica.
E anche nella recente esibizione l’ensemble ha evidenziato la compattezza e l’affiatamento consueti, abbinati all’estrema bravura dei singoli componenti.
In più non va sottovalutata la gioia di fare musica insieme, che traspare nei volti di ognuno e che ha contagiato pure il numerosissimo pubblico presente.
Al termine tantissimi e meritati applausi, accompagnati dalla richieste di un bis, alla quale la compagine ha risposto eseguendo la parte conclusiva dello Scherzo, dal secondo movimento del Sestetto n. 2 in sol maggiore, op. 36 di Brahms.
Va ancora ricordato che il concerto è stato preceduto da una breve intervista (una novità ribattezzata “Tre domande a…”), dell’artista visivo Gian Maria Tosatti, curatore del programma di sala, a David Romano, leader del sestetto, che verteva principalmente sugli ipotetici collegamenti fra i brani proposti e la napoletanità.
Un’iniziativa intrigante che rischia però, a nostro avviso, di far perdere la concentrazione necessaria a chi, di lì a poco, si deve esibire.
In conclusione, anche questo secondo appuntamento del 2019 conferma l’ottima partenza di un anno speciale per l’Associazione Alessandro Scarlatti, in quanto coincide con il centenario della nascita di questa gloriosa istituzione.
-
Articoli recenti
- Sabato 6 novembre Asolo Musica inizia la seconda parte con il concerto del Quartetto di Venezia e del flautista Massimo Mercelli
- Sabato 6 novembre parte a Salerno la XIII edizione del Festival Internazionale PianoSolo nell’ambito di Salerno Classica
- Domenica 7 novembre la XXIV stagione musicale della Fondazione Pietà de’ Turchini si apre con “La Petite Écurie”
- Sabato 6 novembre la rassegna di Dissonanzen “Bagliori” propone il duo Ceccarelli-Trovalusci
- Domenica 7 novembre al Teatro dell’Antoniano di Bologna riprende Baby Bofe’ con “Pierino e il lupo” di Prokofiev
Commenti recenti
Fabrizio De Rossi Re su Venerdì 29 ottobre ad Ascoli P… Fabrizio De Rossi Re su “Vox in Bestia – G… Santuario – Ja… su Sincretico, interessante propo… Fabrizio De Rossi Re su Mercoledì 26 maggio a Radio Va… Fabrizio De Rossi Re su Su RAI Radio 3 Suite dal 10 al… Archivi
- novembre 2021
- ottobre 2021
- settembre 2021
- agosto 2021
- luglio 2021
- giugno 2021
- Maggio 2021
- aprile 2021
- marzo 2021
- febbraio 2021
- gennaio 2021
- dicembre 2020
- novembre 2020
- ottobre 2020
- settembre 2020
- agosto 2020
- luglio 2020
- giugno 2020
- Maggio 2020
- aprile 2020
- marzo 2020
- febbraio 2020
- gennaio 2020
- dicembre 2019
- novembre 2019
- ottobre 2019
- settembre 2019
- agosto 2019
- luglio 2019
- giugno 2019
- Maggio 2019
- aprile 2019
- marzo 2019
- febbraio 2019
- gennaio 2019
- dicembre 2018
- novembre 2018
- ottobre 2018
- settembre 2018
- agosto 2018
- luglio 2018
- giugno 2018
- Maggio 2018
- aprile 2018
- marzo 2018
- febbraio 2018
- gennaio 2018
- dicembre 2017
- novembre 2017
- ottobre 2017
- settembre 2017
- agosto 2017
- luglio 2017
- giugno 2017
- Maggio 2017
- aprile 2017
- marzo 2017
- febbraio 2017
- gennaio 2017
- dicembre 2016
- novembre 2016
- ottobre 2016
- settembre 2016
- agosto 2016
- luglio 2016
- giugno 2016
- Maggio 2016
- aprile 2016
- marzo 2016
- febbraio 2016
- gennaio 2016
- dicembre 2015
- novembre 2015
- ottobre 2015
- settembre 2015
- agosto 2015
- luglio 2015
- giugno 2015
- Maggio 2015
- aprile 2015
- marzo 2015
- febbraio 2015
- gennaio 2015
- dicembre 2014
- novembre 2014
- ottobre 2014
- settembre 2014
- agosto 2014
- luglio 2014
- giugno 2014
- Maggio 2014
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- gennaio 2014
- dicembre 2013
- novembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- agosto 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- Maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
- agosto 2012
- luglio 2012
- giugno 2012
- Maggio 2012
- aprile 2012
- marzo 2012
- febbraio 2012
- gennaio 2012
- dicembre 2011
- novembre 2011
- ottobre 2011
- settembre 2011
- agosto 2011
- luglio 2011
- giugno 2011
- Maggio 2011
- aprile 2011
- marzo 2011
- febbraio 2011
Categorie
Meta