Il concerto dell’ensemble Europa Galante, diretto da Fabio Biondi, tenutosi al Teatro Sannazaro, ha inaugurato la stagione 2018-2019 dell’Associazione Alessandro Scarlatti.
Il programma della serata era interamente rivolto alle Ouverture o Suite di Johann Sebastian Bach (1685-1750), n. 1 in do maggiore BWV 1066, n. 2 in si minore BWV 1067, n. 3 in re maggiore BWV 1068 e n. 4 in re maggiore BWV 1069.
La loro doppia denominazione è basata sul fatto che la successione dei vari movimenti era caratteristica delle ouverture che precedevano le opere francesi, ma il succedersi delle danze risultava tipico della suite.
Esse vennero molto probabilmente scritte, come gran parte della produzione strumentale profana, a Köhten, dove Bach soggiornò fra il 1717 ed il 1723 alla corte del principe Leopoldo, protestante di fede calvinista, e quindi non propenso a commissionare opere sacre elaborate per accompagnare le funzioni ufficiali.
E’ comunque certo che furono eseguite a Lipsia, nell’ambito delle attività del Collegium musicum, diretto da Bach a partire dal 1729 e, in particolare, l’Ouverture n. 2 risulterebbe una trasposizione per flauto in si minore, concepita proprio a Lipsia, dell’originale per violino in la minore.
Ascoltando i vari pezzi, troviamo anche alcuni motivi oggi molto noti, per la loro utilizzazione extra concertistica quali la Badinerie con la quale si chiude l’Ouverture n. 2, adottata come suoneria da una nota casa produttrice di telefoni cellulari oppure, ancor più celebre, l’Aria che contraddistingue il secondo movimento dell’Ouverture n. 3, divenuta la sigla del programma televisivo “Quark”.
A proposito di quest’ultima, è talora definita impropriamente “Aria sulla quarta corda” in quanto, nell’Ottocento, il violinista tedesco August Wilhelmj, curò una trasposizione del brano tale da permettergli di suonare tutta la melodia sulla corda di Sol (ovvero la quarta dello strumento).
Per quanto riguarda l’ensemble Europa Galante, diretto dall’ottimo violinista Fabio Biondi (che l’ha anche fondato nel 1990), rappresenta la compagine italiana più prestigiosa nell’ambito della musica antica.
Per tale motivo, lungo un’attività quasi trentennale, durante la quale si è reso protagonista di concerti ed incisioni memorabili, qualsiasi aggettivo è stato già speso per definire il gruppo.
Non possiamo però fare a meno di sottolineare la bravura di tutti i componenti di un organico, volutamente ridotto all’essenziale da Biondi per restituire l’atmosfera delle origini, costituito da solisti eccezionali che non gareggiano fra loro, ma contribuiscono all’ottenimento di un insieme caratterizzato da un perfetto affiatamento e da un suono di notevole brillantezza.
Un esempio per tutti l’Ouverture n. 2, dove abbiamo potuto apprezzare l’ensemble che dialogava in modo serrato con lo straordinario flauto traverso di Marcello Gatti.
Pubblico numerosissimo e bis, quasi d’obbligo, rivolto all’Aria dell’Ouverture n. 2, chiusura impeccabile di una serata che ha aperto nel migliore dei modi la stagione del centenario dell’Associazione Alessandro Scarlatti.
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