Il maestro Mauro Castaldo si confronta splendidamente con Bach e Martucci nell’ambito dell’Ottobre Organistico Francescano

Foto Fulvio Calzolaio

Il secondo appuntamento con la quarta edizione dell’Ottobre Organistico Francescano, rassegna organizzata dall’Associazione “Giovanni Maria Trabaci”, in collaborazione con i Frati Minori Conventuali della chiesa dell’Immacolata al Vomero, ha avuto come protagonista Mauro Castaldo.
L’apertura è stata rivolta a Johann Sebastian Bach (1685-1750) con il Preludio e tripla fuga in mi bemolle maggiore BWV 552 e il Preludio al Corale “Nun komm, der Heiden Heiland” (“Ora vieni, Salvatore delle genti”) BWV 659.
Il primo, brano monumentale, venne posto all’inizio (Preludio) ed alla fine (Fuga) del Clavier-Übung III, raccolta pubblicata nel 1739.
La tripartizione, secondo alcuni musicologi sarebbe un chiaro riferimento alla Trinità, così come i tre bemolli in chiave che caratterizzano la tonalità del Preludio.
Il secondo apparteneva invece ai “Preludi corali di Lipsia”, scritti fra il 1740 ed il 1750, così definiti poiché, sebbene fossero frutto di rielaborazioni di pezzi composti precedentemente a Weimar, il manoscritto che li conteneva venne rinvenuto nella città dell’ex DDR.
Terzo ed ultimo brano, nonché clou dell’intero concerto, la Sonata in re minore, op. 45 di Giuseppe Martucci (1856-1909), proposta nella revisione che il maestro Castaldo ha curato, partendo dal manoscritto originale custodito nella biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella.
Unico apporto alla letteratura organistica del compositore campano, il pezzo risulta sicuramente di grande interesse in quanto, pur risalendo al 1879, testimonia già il respiro europeo che ha caratterizzato costantemente la sua produzione.
Nel complesso, un programma estremamente corposo che, alle vertiginose altezze della musica bachiana, abbinava un pezzo di notevole valore, appartenente ad un genere, quello dei brani per organo, praticamente ignorato dagli autori italiani degli ultimi tre secoli, se si eccettua Marco Enrico Bossi.
Non è quindi un caso se, a partire dal 2011, anno nel quale tale versione della Sonata di Martucci è stata eseguita in prima assoluta, Mauro Castaldo ha voluto riproporla anche nei numerosi recital da lui tenuti all’estero, come esempio della produzione organistica del nostro paese.
A ciò va aggiunto che, avendola anche noi ascoltata in diverse occasioni, siamo stati in grado di apprezzare l’opera di approfondimento da parte del maestro, volta ad evidenziare progressivamente tutti i particolari della composizione.
In conclusione un concerto di altissimo livello, che conferma l’elevato valore di un autore come Martucci, oggi inspiegabilmente ignorato, la cui unica sonata non sfigura né di fronte all’inarrivabile Bach, né rispetto ai coevi autori della gloriosa scuola francese.

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