Considerata a torto di serie B, così come chi la compone, la musica destinata alle colonne sonore ha spesso prodotto grandi capolavori, che hanno fortemente contribuito al successo di pellicole altrimenti destinate all’oblio.
Ma, nel corso della sua storia, il cinema ha sovente utilizzato anche motivi di grandi musicisti dei secoli precedenti, per creare scene di particolare effetto (e, cosa che non guasta, risparmiare sui diritti d’autore).
In complesso un capitolo molto vasto, al quale Susanna Canessa ha voluto fornire il suo significativo apporto con “Music in the Movies”, spettacolo che proponeva le note di pezzi celebri, tratti dal repertorio classico e tradizionale, abbinate alle immagini dei film che si erano avvalsi di tali brani.
Protagonisti della serata alcuni allievi del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, e due fedeli compagni di avventure artistiche della Canessa, la cantante Monica Doglione ed il percussionista Luca Guida.
L’evento era inserito nel cartellone della seconda edizione di “Live in Villa di Donato”, nell’ambito della sezione dedicata alla musica classica, denominata “Il Cimarosa in Villa”, frutto della collaborazione fra il conservatorio avellinese, dove la Canessa insegna Teoria ritmica e percezione musicale, e Patrizia De Mennato, proprietaria della splendida dimora settecentesca, da lei aperta al pubblico in occasione dei numerosi appuntamenti che contraddistinguono l’ampio cartellone della rassegna.
Inizio sotto il segno di Claude Debussy (1862-1918), del quale si celebra il centenario della morte, con Claire de lune, terzo dei quattro movimenti della Suite bergamasque, eseguito dal pianista Aronne Letizia e parte integrante del film “Canone inverso”.
A seguire “As Time Goes By”, affidata al trio costituito da Michele Calabrese (violino), Susanna Canessa (violoncello) e Simone Maria Anziano (pianoforte).
La canzone, scritta da Herman Hupfeld nel 1931, divenne famosa nel 1942, quando fu cantata da Arthur “Dooley” Wilson, nelle vesti del pianista Sam in “Casablanca”.
Il medesimo ensemble ha eseguito Oblivion di Astor Piazzolla, nato nel 1984 per la colonna sonora del film “Enrico IV” di Marco Bellocchio, ma ben presto divenuto un brano di successo a sé stante.
Era poi la volta della Gnossienne n.1 per pianoforte, appartenente all’enigmatico mondo di Erik Satie, adatto alle suggestioni del pluripremiato “Hugo Cabret” di Martin Scorsese, così come, grazie ad un intrigante arrangiamento del nipponico Daisaku Kume, alle truculenti immagini di “Violent Cop” (risparmiate agli spettatori del concerto).
L’originale era eseguito da Simone Maria Anziano, componente anche del quartetto, completato da Michele Calabrese, Susanna Canessa e Luca Guida, che ha interpretato la versione legata ai ritmi orientali.
Fra il doppio Satie, trovavano posto la Barcarolle (dai “Racconti di Hoffmann”, unica opera seria di Jacques Offenbach) inserita in una scena del film di Benigni “La vita è bella”, affidata al duo formato da Susanna Canessa (voce e chitarra) e Monica Doglione (voce), ed il Notturno in do diesis minore op. postuma di Fryderyk Chopin, dal film “Il pianista”, suonato da Elisabetta Rao.
Con Finlandia di Jean Sibelius si entrava nel repertorio folk, in quanto al motivo del grande autore furono accostati i versi di Katharina Amalia Dorothea von Schlegel, per dare vita all’inno protestante “Be still, my soul”, che figura nell’horror gotico “Il mistero di Rookford”, seguito dal celeberrimo Libertango di Piazzolla, entrato anche nel film “Frantic”, proposto dal trio Canessa-Doglione-Guida.
A questo punto entrava in scena il Coro degli allievi del “Cimarosa”, che accompagnava il sunnominato trio in The Water is Wide, brano che affonda le radici nella tradizione scozzese del Seicento (dal film “Il fiume della paura”), Todo Cambia, del cileno Julio Numhauser, fra i cavalli di battaglia di Mercedes Sosa, utilizzato da Nanni Moretti nel suo “Habemus papam” e, a chiusura dell’intero spettacolo, Bread and Roses, su testi di James Oppenheim e musica di Martha Coleman, dalla pellicole “Pride”.
Per quanto riguarda gli esecutori, Susanna Canessa, Monica Doglione e Luca Guida sono stati artefici dell’ennesima prova di elevato livello e molto bravi sono risultati anche i giovani interpreti, dai solisti Aronne Letizia, Simone Maria Anziano, Elisabetta Rao e Michele Calabrese, ai componenti del Coro degli allievi del “Cimarosa” Chiara Saccardo, Filomena De Rosa, Federica Lombardi, Marilina Laganà, Raffaella Bellezza, Helena Santoro, Francesco Iorio, Francesco D’Acunzi, Francesco Cesarano, Francesco Di Lauro.
Spettatori partecipi ed entusiasti, che hanno mostrato di apprezzare molto lo spettacolo, applaudendo a lungo e chiedendo a gran voce un bis.
Sono stati accontentati con la proposizione di “Here’s to you” di Ennio Morricone, dal film “Sacco e Vanzetti”, divenuto uno dei cavalli di battaglia di Joan Baez, autrice del testo della canzone, e con il celeberrimo The Sound of Silence da “Il Laureato”, opera di Simon & Garfunkel, che ha portato alla ribalta Brunello Canessa nella veste di guest star.
Prima di chiudere, va tributato un forte plauso a Susanna Canessa, sia come ideatrice di uno spettacolo multimediale, frutto di una ricerca approfondita, mai noioso né dispersivo, capace di fondere perfettamente musica e immagini, sia per aver concepito un progetto, partito da poco tempo e destinato a interessanti sviluppi futuri, che permette ad un gruppo di talentuosi allievi del conservatorio, da lei scelti e ben indirizzati, di confrontarsi con un pubblico “vero” e, nel caso in questione, particolarmente preparato.
Non ci rimane che augurare ai giovani protagonisti una prestigiosa carriera, ringraziando Susanna Canessa per le tante energie profuse, ripagate in modo più che soddisfacente da un bellissimo ed affiatato gruppo, e Patrizia De Mennato per la sua squisita ospitalità.
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