La musica entra nel Complesso Monastico di Santa Maria in Gerusalemme grazie a Piano City Napoli e all’Associazione “L’Atrio delle Trentatré” Onlus

Fra le innumerevoli iniziative portate avanti nell’ambito di Piano City Napoli 2018, una delle più particolari è risultata “Un pianista all’ora”, svoltasi nell’Antico Refettorio del Complesso Monastico Santa Maria in Gerusalemme, sede delle suore di clausura cappuccine, popolarmente note come “Suore 33” (dal numero massimo di religiose che era possibile ospitare).
Organizzata in collaborazione con l’Associazione “L’Atrio delle Trentatré” Onlus, presieduta da Francesco Galluccio, che fa da tramite fra la clausura ed il mondo esterno, e coordinata dal maestro Antonello Cannavale, la manifestazione ha ospitato, in un paio di giorni, un buon numero di pianisti promettenti, molti dei quali hanno già alle spalle una carriera di tutto rispetto, che per un’ora hanno espresso le loro potenzialità davanti ad un folto pubblico.
Ad aprire l’intensa rassegna, la mattina di sabato 24 marzo, sono state Ylenia Volpe e Silvia Gagliardi.
La prima, nativa di Isernia e diplomata al Conservatorio “Lorenzo Perosi” di Campobasso, si è confrontata con brani di Liszt e Chopin, chiudendo con il complesso Gaspard de la nuit di Ravel, mentre la seconda, originaria di Cosenza, diplomata al Conservatorio di Perugia ed attualmente allieva del conservatorio di Bolzano, ha interpretato brani di Schumann, Berg, terminando con alcuni movimenti tratti da “Le tombeau de Couperin” di Ravel.
Il pomeriggio è iniziato, invece, con la “Teen’s hour”, alla quale hanno partecipato, nell’ordine, Lorenzo Calabrese, Andrea Esposito, Giovanni Trifari, Mario Russo e Alessandro Esposito, proponendo brani che andavano dal Settecento di Bach al Novecento di Khachaturian.
A seguire il giovanissimo Francesco Recupido, nato ad Avellino nel 2000, che ha eseguito un repertorio di notevole spessore, appartenente alla produzione di Beethoven, Chopin, Schumann e Paganini-Liszt.
La prima giornata si è conclusa con il napoletano Pier Carmine Garzillo, diplomatosi con Francesco Nicolosi al Conservatorio di Avellino, che sta riscuotendo ampi consensi in campo nazionale ed internazionale.
Il suo programma era rivolto a “L’arte della trascrizione e parafrasi romantica” e spaziava da Brahms a Liszt, passando per Thalberg.
Domenica 25 marzo la manifestazione ha avuto inizio nel pomeriggio, con la replica della “Teen’s hour, ed è proseguita con Valeria Lonardo,  che ha eseguito pezzi di Beethoven, Schubert, Chopin, Liszt e del meno noto Mompou, e nella vita abbina gli studi musicali a quelli universitari come studentessa del corso di Medicina e Chirurgia.
Toccava quindi a Francesca Genny Di Costanzo, diplomatasi lo scorso anno al Conservatorio di Napoli, che ha attinto dalla produzione di Rachmaninov, Debussy e Liszt.
Ultima interprete della rassegna, la ventenne Elisabetta Furio, diplomata al Conservatorio di Avellino, dove attualmente frequenta il primo anno del II livello della classe di musica da camera, risultata vincitrice di numerosi premi.
Il programma da lei proposto ha passato in rassegna autori noti come Mozart e meno famosi quali il tedesco von Weber e lo spagnolo Turina, con un’incursione nella produzione di Bernardo Maria Sannino, giovane pianista, compositore e direttore d’orchestra napoletano, del quale ha eseguito, in prima assoluta, alcuni movimenti di “2017”, brano continuamente in bilico fra tonalità e atonalità molto apprezzato dal pubblico presente.
In conclusione una rassegna, preludio ad una stagione più articolata prevista a partire dal prossimo 7 aprile che, grazie anche a Piano City Napoli, ha portato alla ribalta una serie di giovani pianisti. mettendo nel contempo in risalto un luogo di elevata importanza religiosa, come il Complesso Monastico di Santa Maria, ancora oggi abitato da un piccolo gruppo di suore di clausura, la cui attività è lodevolmente messa in luce dall’Associazione “L’Atrio delle Trentatré” Onlus.

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