Nella prestigiosa cornice della Chiesa di Santa Caterina da Siena la stagione della Fondazione Pietà de’ Turchini ha proposto il primo appuntamento del 2018, rivolto a due capisaldi della musica etnica di ispirazione religiosa, la Misa Criolla e Navidad Nuestra, entrambi dell’argentino Ariel Ramírez (1921-2010).
La prima era stata pensata agli inizi degli anni ’50, dopo un lungo soggiorno europeo dell’autore, durante il quale aveva incontrato in Germania due suore, Elizabeth e Regina Brückner (poi dedicatarie del brano), prodigatesi durante la guerra, a rischio della propria vita, nell’aiutare i prigionieri del campo di concentramento adiacente al loro convento.
L’intenzione di Ramírez era quella di concepire un brano dalla valenza universale, utilizzando ritmi della vasta tradizione argentina, da lui approfondita a partire dal 1941, spronato dal connazionale Atahualpa Yupanqui.
Bisognò però attendere gli anni ’60, e le novità apportate dal Concilio Vaticano II, per la stesura definitiva della composizione, avvenuta nel 1964.
Per il testo si avvalse della preziosa collaborazione di Padre Antonio Osvaldo Catena, suo amico d’infanzia, all’epoca presidente della Commissione Episcopale per il Sudamerica, che tradusse in lingua spagnola l’Ordinario della Messa.
Riguardo alla musica, Ramírez abbinò, ad ognuna delle parti, uno o più ritmi originari di differenti zone dell’Argentina (solo per fare qualche esempio, il Kyrie si avvale della bagnala e della vidala, di provenienza andina, mentre l’Agnus Dei è scritto nel cosiddetto estilo pampeano).
Il lavoro, fin dalla sua uscita, riscosse un successo clamoroso ed ha avuto, nel corso del tempo, diverse incisioni.
La prima, risalente al 1964, vinse il disco di platino, mentre la più famosa risulta quella registrata nel 1987, con José Carreras come solista, immessa sul mercato solo dopo la guarigione del tenore dalla leucemia.
La Misa Criolla gode ancora oggi di una grande notorietà al punto che, nel 2014, papa Francesco ha voluto che fosse eseguita nella Basilica di San Pietro, durante la Messa dedicata alla Vergine di Guadalupe, patrona del Sudamerica, e a dirigerla è stato chiamato Facundo, il figlio di Ariel Ramírez.
Se la novità della Misa Criolla consisteva nell’unire un testo liturgico ufficiale, seppure tradotto, con ritmi della tradizione sudamericana, Navidad Nuestra evidenzia un perfetto connubio fra religiosità popolare e musica etnica, recuperando, non a caso, un genere tipicamente iberico come il villancico, in auge fra il XV ed il XVII secolo.
In questo caso la composizione risultava incentrata su vicende, tratte dai Vangeli di S. Matteo e S. Luca, legate ad un arco di tempo compreso fra l’Annunciazione a Maria e la Fuga in Egitto della Sacra Famiglia, sottolineate da liriche di grande suggestione folcloristica, dovuti a Félix Luna, poeta amico di Ramírez.
Lo stesso Luna, narrando la genesi di Navidad Nuestra, ricorda come venne sollecitato da una richiesta del compositore, alla ricerca di un brano che potesse essere abbinato all’imminente incisione della Misa Criolla, e fosse nel contempo in grado di riportare in auge il villancico, il cui declino iniziò nel 1765, anno in cui nelle chiese venne vietata l’esecuzione di tutti i canti ecclesiastici composti su testi non in latino.
Sempre secondo quanto racconta il poeta argentino, che scelse sia i diversi eventi da focalizzare, sia il titolo, gran parte dell’intero lavoro nacque a casa di Ramírez, durante una sola notte, per cui non esitava a definire la realizzazione come un vero e proprio miracolo.
Veniamo ora ai protagonisti, partendo dal soprano Maria Ercolano, che ha ancora una volta confermato la sua estrema bravura e versatilità, mostrando di essere a proprio agio nella intensa parte assegnata al solista nella Misa Criolla, così come in quella meno solenne ma ugualmente impegnativa della Navidad Nuestra.
Molto bravo anche l’Ensemble vocale della Cappella musicale di Sant’Antonino, ben diretto da Antonio Maione e accompagnato da un gruppo di ottimi musicisti, costituito da Gaetano Ambrosino (violino), Antonio Lambiase (contrabbasso), Maximiliano Soccodato (chitarra), Vincenzo Racioppi (charango), Pasquale Benincasa (percussioni), Ugo Ercolano (tastiere e maestro del coro).
Pubblico numerosissimo, attento e partecipe, che ha gradito molto il programma, applaudendo a lungo tutti gli interpreti, ed è stato omaggiato con due bis, tratti da Navidad Nuestra, a chiusura di una splendida serata musicale che ha riportato a Napoli due brani raramente proposti, veri e propri gioielli della musica religiosa post-conciliare.
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