Il Settecento musicale in scena al Teatro Caio Melisso di Spoleto illumina e diverte il pubblico in sala

Foto Riccardo Spinella

Grande successo ieri sera per la prima de L’impresario delle Canarie, l’intermezzo su libretto di Pietro Metastasio e musica del compositore di scuola napoletana Domenico Sarri, in una prima rappresentazione, quella nell’edizione critica di Claudio Toscani, direttore del Centro Studi Pergolesi dell’Università di Milano, con cui il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto collabora da anni.
Molte persone anche dalla Capitale, appassionati che da anni seguono lo Sperimentale e amanti della musica, che insieme a critici dei maggiori quotidiani e a quelli di molte testate umbre, hanno siglato la conclusione della rappresentazione con cinque minuti di applausi.

Il pubblico, inizialmente intimorito dall’atmosfera sempre sacra che si crea in un teatro, ha poi partecipato alla divertente vicenda dell’impresario e della sua bella, rispondendo con risate e applausi alle gag dei protagonisti guidati dall’abile e intelligente regia di Giorgio Bongiovanni, con la complicità divertita del direttore dell’ensemble Pierfrancesco Borrelli.
I protagonisti si sono impadroniti di tutto lo spazio, su e giù dal palco: Nibbio ha suonato il cembalo scalzando il maestro Moccia oppure si è messo a dirigere alle spalle del direttore d’orchestra.
Mentre in scena si cambiavano lampadine, ci si spogliava e vestiva per interpretare un altro personaggio, in quel turbine che può diventare il teatro nel teatro.

Sul palco, nei panni di Dorina, il soprano Zdislava Bočková (che si alternerà nelle recite con il soprano Noemi Umani), come Nibbio il baritono Paolo Ciavarelli, Lisetta è Giorgia Fagotto Fiorentini (mimo).
Le luci sono di Eva Bruno.
L’Ensemble strumentale è composto da Diego Moccia maestro al cembalo, Giacomo Coletti violino I, Margherita Pelanda violino II, Roberta Palmigiani viola, Matteo Maria Zurletti violoncello, Andrea Cesaretti contrabbasso, Irene Corgnale, flauto.

Si replica stasera (sabato 16 settembre) alle 21,00 e domani (domenica 17) alle 17, sempre al Teatro Caio Melisso di Spoleto.

Ufficio Stampa
Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
Tel. 0743.221645
Fax 0743.222930
teatrolirico@tls-belli.it
www.tls-belli.it
segreteria.artistica@tls-belli.it
Piazza Garibaldi – ex Caserma Minervio Spoleto

Prenotazioni e acquisto biglietti:
TICKET ITALIA www.ticketitalia.com
Spoleto, Box 25, Piazza della Vittoria 25
tel. 0743.47697
Cell 329 85 29053
Facebook: Teatro Lirico Sperimentale – Adriano Belli

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Una testimonianza di Roberto De Simone per la messinscena a Spoleto de L’impresario delle Canarie

«Il genere del metateatro che troviamo in questo intermezzo di Sarri ha una storia lunga più di un secolo – ci racconta, a proposito della messinscena spoletina de L’impresario delle Canarie di Domenico Sarri, Roberto De Simone, il musicologo e regista cui si deve la riscoperta dell’enorme patrimonio dell’Opera buffa e della musica folclorica napoletane -.
Fu proprio un’opera di Sarri, Achille in Sciro, a inaugurare il Nuovo Grande Real Teatro San Carlo di Napoli, il 4 novembre 1737. In questo intermezzo è presente una tematica molto gradita nel ‘700, al centro dell’attività culturale di tutta Europa: il tema comico, una moda che ha tutti gli aspetti del costume e che culminerà ne Il teatro alla moda di Benedetto Marcello. Al tema non si sottrarrà lo stesso Goldoni, né Da Ponte con L’Ape musicale, fino al Maestro di cappella attribuito, senza reale fondamento, al Cimarosa. Il clou si raggiunge con Convezienze e inconvenienze teatrali di Donizetti. Anche il Capriccio di Strauss è un esempio di metateatro».

Dalla musica dei nostri giorni di Fammi udire la tua voce di Adriano Guarnieri, il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto ci porta in un viaggio nel tempo per riscoprire ancora un intermezzo straordinario, il cui libretto è di Pietro Metastasio su musica del compositore di scuola napoletana Domenico Sarri, in una prima rappresentazione, quella nell’edizione critica di Claudio Toscani, direttore del Centro Studi Pergolesi dell’Università di Milano, con cui lo Sperimentale collabora da anni.

«La sera del 2 febbraio 1724, al Teatro di San Bartolomeo in Napoli, ebbe inizio la serie delle fortunate rappresentazioni di un nuovo dramma serio, intitolato Didone abbandonata, il cui libretto era stato appositamente approntato da un poeta giovane ma già affermato nei circoli letterari napoletani, Pietro Metastasio – scrive Toscani -. Tra gli atti del dramma vennero rappresentati due intermezzi, affidati come al solito all’affiatata coppia di stanza, in quegli anni, al San Bartolomeo: Santa Marchesini e Gioacchino Corrado, che vestivano rispettivamente i panni della cantante d’opera Dorina e dell’impresario Nibbio».
La notizia viene riportata sulla Gazzetta di Napoli del 15 febbraio 1724, con tanto di “viceré che la sera del 13 febbraio andò a divertirsi al teatro di S. Bartolomeo”.

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