Nella chiesa di San Severo al Pendino, sede di manifestazioni culturali e attualmente di proprietà del comune, si è recentemente conclusa la rassegna dedicata alla tradizione musicale napoletana.
Gli ultimi appuntamenti, rivolti a “Voci e suoni della Napoli Barocca”, sono stati affidati all’Ensemble “Le Musiche da Camera”, formato da Francesco Divito (soprano), Rosa Montano (mezzosoprano), Giusto D’Auria (basso), Egidio Mastrominico (violino di concerto e fondatore del gruppo), Leonardo Massa (violoncello) e Debora Capitanio (clavicembalo).
In programma una panoramica relativa ad alcuni generi della produzione partenopea, legati al suo periodo di massimo fulgore, con la proposizione di brani di autori noti e meno famosi.
Il repertorio strumentale era rappresentato da Andrea Falconiero (1585-1656), Michele Mascitti (1667-1760) e Nicola Matteis (ca. 1640 – ca. 1698).
Al primo, la cui biografia presenta numerosi lati oscuri, appartenevano il Brando “Il Spiritello” e il Brando Dicho “El Melo”.
Entrambi esempi di una danza medievale (branle) nata in Francia tra il XV ed il XVI secolo, facevano parte della raccolta “Il primo libro di canzone, sinfonie, fantasie, capricci, brandi, correnti, gagliarde, alemane, volte per Violini e Viole ovvero altro Stromento a uno, due e tre con il Basso Continuo”, pubblicata a Napoli nel 1650, quando Falconiero era Maestro della Real Cappella.
Il secondo, Mascitti, nativo di Villa San Michele (Chieti), si spostò a Napoli per studiare con lo zio Pietro Marchitelli, primo violino della Reale Cappella, ensemble dove in seguito avrebbe ricoperto il ruolo di “violino soprannumerario”.
Nel 1704 lasciò tale posto ed intraprese un lungo tour europeo, che si concluse a Parigi dove decise di fermarsi, raggiungendo ben presto il successo e la fama sia come interprete che in qualità di compositore.
Entrato anche nelle grazie della famiglia reale, ottenne numerosi privilegi, fra i quali quello di poter stampare le sue composizioni a spese dello stato e, nel 1739, divenne cittadino francese.
Questo spiega sia perché in terra transalpina è chiamato “Michel” Mascitti, sia il motivo per cui buona parte dei manoscritti originali della sua produzione sono custoditi in Francia, compreso l’op.3, pubblicata nel 1707, costituita da 12 sonate da camera per violino solo col violone o cembalo, dalla quale era tratta la n. 4 in mi minore.
Riguardo a Nicola Matteis, siamo anche qui di fronte a grosse lacune biografiche e, di sicuro, vi sono le origini napoletane e lo spostamento a Londra (intorno al 1670), luogo di pubblicazione di una raccolta, divisa in quattro parti, dedicata a musiche per violino, rivolte agli amatori dello strumento, ma spesso estremamente difficili.
Un significativo esempio dell’ultima parte, edita nel 1685, consisteva in “Ground after the Scotch Humour” a violino solo e basso continuo, brano noto anche con il titolo di “Bizzarrie all’Umor Scozzese”.
Anche la cantata profana ebbe, durante il periodo barocco, un suo importante spazio, grazie ad autori come Nicola Sabino (1675? – 1705), maestro di Cappella del Conservatorio di Sant’Onofrio a Porta Capuana fra il 1699 ed il 1702, del quale abbiamo ascoltato “Non cchiù Ciccillo mio”, a voce sola e basso continuo, e Francesco Mancini (1672-1737), che portò avanti una prestigiosa carriera in ambito napoletano, autore di “Quanto è dolce quell’ardore” per soprano e strumenti.
Ma, se il barocco napoletano è ancora oggi celebre in tutto il mondo, lo deve sicuramente alla copiosa produzione operistica, all’interno della quale si svilupparono i cosiddetti “intermezzi”.
Nati nel Settecento, per essere eseguiti fra un tempo e l’altro delle opere serie, finirono molto spesso per divenire più celebre del lavoro al quale era abbinato.
Il caso più eclatante è sicuramente quello de “La serva padrona” di Pergolesi, formata da due intermezzi, tuttora famosissimi, a differenza de “Il prigionier superbo”, opera alla quale erano accoppiati.
Molti intermezzi, però, sebbene di ottima fattura, caddero quasi subito nel dimenticatoio e al loro recupero l’Ensemble “Le Musiche da Camera” si sta dedicando dal 2001.
In questo ambito rientrava il clou del programma, rivolto a brani, proposti nella trascrizione moderna curata da Egidio Mastrominico, tratti da “Eurilla e Beltramme” di Domenico Sarro, su libretto di Silvio Stampiglia (l’aria di Beltramme “Il Pipistrello” e i duetti “Come cera accanto al foco” e “Vedo amor che pien di dolcezza”) e da “Erighetta e Don Chilone” di Leonardo Vinci (l’aria di Erighetta “Questo è il mio recipe” e l’aria di Don Chilone “Vo’ provar questa ricetta”), su testi di Antonio Salvi.
Nel primo caso l’opera di riferimento era “La Partenope”, anch’essa del duo Sarro-Stampiglia, datata 1722; nel secondo, i brani erano inseriti fra gli atti dell’opera di Vinci “L’Ernelinda” (su libretto di Francesco Silvani), che ebbe la “prima” nel 1726.
Come si può constatare, un programma di notevole spessore, interpretato da un ensemble di livello elevatissimo, caratterizzato da strumentisti e cantanti che facevano a gara per restituire le atmosfere del periodo considerato, al punto che mezzosoprano e basso hanno indossato, nonostante il notevole caldo, eleganti costumi dell’epoca.
Per tali motivi è un vero peccato che la sala fosse quasi deserta ma, da quanto abbiamo appreso, sembra che parte della rassegna, organizzata in tutti i weekend, da inizio giugno a fine luglio, a fronte della proposizione di eccellenze in ambito musicale (oltre all’ensemble “Le musiche da Camera”, ricordiamo Marina Bruno e i componenti dell’Accademia Mandolinistica Napoletana), abbia spesso sofferto una scarsa partecipazione di pubblico, con conseguente drastica diminuzione complessiva degli appuntamenti.
Fra le cause va sicuramente ascritta una mancata attività divulgativa, da parte di chi detiene la proprietà della chiesa di San Severo al Pendino che, una volta lanciata l’iniziativa, con tanto di conferenza stampa ufficiale, ha ritenuto di aver esaurito il suo compito.
Ma, poiché non è difficile immaginare la destinazione prevalentemente turistica di questa serie di concerti, se solo consideriamo orari mattutini (11.30) e pomeridiani (16.30) in giorni lavorativi quali il venerdì, aggiunti al fatto che la chiusura della sede è improrogabilmente stabilita per le sette di sera, si doveva portare avanti un’indispensabile azione istituzionale di supporto e promozione, atta ad intercettare le innumerevoli presenze straniere
Tutto ciò pare non sia avvenuto per cui, alla fine, ci troviamo di fronte all’ennesima mancata occasione di divulgare la vera cultura musicale partenopea.
-
Articoli recenti
- Sabato 6 novembre Asolo Musica inizia la seconda parte con il concerto del Quartetto di Venezia e del flautista Massimo Mercelli
- Sabato 6 novembre parte a Salerno la XIII edizione del Festival Internazionale PianoSolo nell’ambito di Salerno Classica
- Domenica 7 novembre la XXIV stagione musicale della Fondazione Pietà de’ Turchini si apre con “La Petite Écurie”
- Sabato 6 novembre la rassegna di Dissonanzen “Bagliori” propone il duo Ceccarelli-Trovalusci
- Domenica 7 novembre al Teatro dell’Antoniano di Bologna riprende Baby Bofe’ con “Pierino e il lupo” di Prokofiev
Commenti recenti
Fabrizio De Rossi Re su Venerdì 29 ottobre ad Ascoli P… Fabrizio De Rossi Re su “Vox in Bestia – G… Santuario – Ja… su Sincretico, interessante propo… Fabrizio De Rossi Re su Mercoledì 26 maggio a Radio Va… Fabrizio De Rossi Re su Su RAI Radio 3 Suite dal 10 al… Archivi
- novembre 2021
- ottobre 2021
- settembre 2021
- agosto 2021
- luglio 2021
- giugno 2021
- Maggio 2021
- aprile 2021
- marzo 2021
- febbraio 2021
- gennaio 2021
- dicembre 2020
- novembre 2020
- ottobre 2020
- settembre 2020
- agosto 2020
- luglio 2020
- giugno 2020
- Maggio 2020
- aprile 2020
- marzo 2020
- febbraio 2020
- gennaio 2020
- dicembre 2019
- novembre 2019
- ottobre 2019
- settembre 2019
- agosto 2019
- luglio 2019
- giugno 2019
- Maggio 2019
- aprile 2019
- marzo 2019
- febbraio 2019
- gennaio 2019
- dicembre 2018
- novembre 2018
- ottobre 2018
- settembre 2018
- agosto 2018
- luglio 2018
- giugno 2018
- Maggio 2018
- aprile 2018
- marzo 2018
- febbraio 2018
- gennaio 2018
- dicembre 2017
- novembre 2017
- ottobre 2017
- settembre 2017
- agosto 2017
- luglio 2017
- giugno 2017
- Maggio 2017
- aprile 2017
- marzo 2017
- febbraio 2017
- gennaio 2017
- dicembre 2016
- novembre 2016
- ottobre 2016
- settembre 2016
- agosto 2016
- luglio 2016
- giugno 2016
- Maggio 2016
- aprile 2016
- marzo 2016
- febbraio 2016
- gennaio 2016
- dicembre 2015
- novembre 2015
- ottobre 2015
- settembre 2015
- agosto 2015
- luglio 2015
- giugno 2015
- Maggio 2015
- aprile 2015
- marzo 2015
- febbraio 2015
- gennaio 2015
- dicembre 2014
- novembre 2014
- ottobre 2014
- settembre 2014
- agosto 2014
- luglio 2014
- giugno 2014
- Maggio 2014
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- gennaio 2014
- dicembre 2013
- novembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- agosto 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- Maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
- agosto 2012
- luglio 2012
- giugno 2012
- Maggio 2012
- aprile 2012
- marzo 2012
- febbraio 2012
- gennaio 2012
- dicembre 2011
- novembre 2011
- ottobre 2011
- settembre 2011
- agosto 2011
- luglio 2011
- giugno 2011
- Maggio 2011
- aprile 2011
- marzo 2011
- febbraio 2011
Categorie
Meta