Ai “Vespri d’organo” una serata bachiana di altissimo livello

Il recente appuntamento con i “Vespri d’organo”, rassegna organizzata dall’Associazione Trabaci, è stato affidato al maestro Giovanni Picciafoco, confrontatosi con alcuni brani della produzione di Johann Sebastian Bach (1685-1750).
L’apertura era dedicata alla Fuga sul Magnificat BWV 733, basata sul luterano “Meine Seele erhebt den Herren” e la cui paternità, secondo alcuni musicologi, sarebbe da ascrivere a Johann Ludwig Krebs, uno dei migliori allievi di Bach.
Toccava quindi al Preludio e fuga in do minore BWV 546, composto presumibilmente in tempi diversi, la prima parte a Lipsia intorno al 1730, mentre la seconda nel 1716, quando il musicista ricopriva il ruolo di organista e maestro di concerto presso la corte ducale di Weimar, periodo al quale risalirebbe anche il successivo Alla breve in re maggiore BWV 589.
Con la Fantasia Concerto in sol maggiore BWV 571 si passava ad un altro pezzo di dubbia attribuzione, seguito dalla trascrizione per organo di Giovanni Picciafoco dell’andante del Concerto Brandeburghese n. 4 in sol maggiore BWV 1049, appartenente ad una raccolta di sei brani (catalogati come BWV 1046-1051), concepiti per differenti organici orchestrali, che devono il loro appellativo al dedicatario, Christian Ludwig, margravio di Brandeburgo.
Il concerto si è chiuso con il monumentale Preludio e fuga in mi minore BWV 548, fra i massimi capolavori di Bach, composto agli albori della sua attività a Lipsia.
Come si può intuire, si trattava di un programma complesso e difficile, che il maestro Giovanni Picciafoco ha saputo interpretare in modo esemplare, abbinando il giusto rigore ad una estrema solidità esecutiva, esaltando la magnificenza delle sonorità bachiane, grazie anche ad uno strumento come il Mascioni op. 1072, collocato nella chiesa dell’Immacolata al Vomero, sede principale della rassegna organistica.
Molto interessante è risultata, inoltre, la trascrizione del movimento tratto dal concerto brandeburghese, che speriamo non rimanga un esperimento isolato, pur se ci rendiamo conto dei numerosi problemi legati a questa intrigante operazione.
In conclusione un recital di elevatissimo valore, a conferma di una rassegna, giunta all’undicesima edizione, costantemente caratterizzata dalla proposizione di brani, autori ed interpreti di assoluto spessore.

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