A “Musica intorno all’organo” un duo di grandissimo livello

Organo Mascioni  op. 1147 della chiesa di Santa Maria della Rotonda – Napoli

Il consueto appuntamento di maggio con la rassegna “Musica intorno all’organo”, affidata alla direzione artistica di Roberta Schmid e Daniela del Monaco, ha ospitato, nella chiesa di Santa Maria della Rotonda, il concerto del duo Meranbaroque, formato da Rossella Croce (violino barocco) e Stephan Kofler (organo).
I due musicisti hanno iniziato il concerto con la Triosonata in do maggiore BWV 529 di Johann Sebastian Bach (1685-1750), appartenente ad un gruppo di sei sonate, concepite attingendo in discreta misura da motivi scritti in precedenza e completate alla fine degli anni ’20 del Settecento, quando il grande compositore era stato assunto a Lipsia in qualità di Thomaskantor.
Con il successivo Preludio in sol minore BuxWV 149 si passava ad un assoluto capolavoro di Dietrich Buxtehude (1637-1707), danese trapiantato in Germania, che ebbe grande influenza anche sul giovane Bach.
Infatti, la tradizione vuole che il genio di Eisenach abbia percorso a piedi, nel 1705, i circa 450 chilometri che separavano Arnstadt (dove all’epoca lavorava) da Lubecca, città nella quale Buxtehude ricopriva il ruolo di organista titolare della Marienkirche.
Dalla Germania all’Italia, con la Sonata in la maggiore op. 2, n.2 di Antonio Vivaldi (1678-1741), tratta dalla raccolta di 12 sonate per violino e basso continuo, dedicata al re Federico IV di Danimarca e pubblicata a Venezia nel 1709.
Sempre di Vivaldi è stato proposto il concerto per violino n.8 in sol maggiore RV 299 op. 7, nella versione per organo di Bach, catalogata BWV 973.
Il pezzo risaliva al periodo 1713-1717, quando l’autore tedesco era al servizio del duca Guglielmo Ernesto di Sassonia-Weimar, e si presume derivi da una richiesta del giovane nipote del nobile, Giovanni Ernesto, che aveva una particolare predilezione per i lavori dei musicisti italiani dell’epoca, i cui manoscritti cominciavano a circolare in Europa.
Ultimo brano in programma, la Sonata in re maggiore op. 1 n. 13 HWV 371 di Georg Friedrich Händel (1685-1759), che venne aggiunta per la prima volta nel 1879 dall’editore tedesco Friedrich Chrysander, in quanto fino a quel momento non presente nelle pubblicazioni dell’op. 1, la più nota delle quali, datata 1730 e curata dal londinese John Walsh, conteneva soltanto 12 brani.
Nel complesso un programma che aveva l’indubbio pregio di mettere a fuoco, con un solo brano a testa (se escludiamo il connubio Bach-Vivaldi), le peculiarità di quattro autori prestigiosissimi.
Così alle immagini di un destino incombente al quale è inutile opporsi, di sapore tipicamente nordico, che caratterizzavano il brano di Bach e, in misura maggiore, quello di Buxtehude, si contrapponevano la solarità italiana di Vivaldi ed il cosmopolitismo di Haendel, tedesco di nascita ed inglese di adozione, che però costruì nel nostro paese le basi per i suoi futuri trionfi.
Il tutto era sottolineato in modo esemplare da Rossella Croce (violino barocco) e Stephan Kofler (organo), interpreti di altissimo livello, in grado di trasmettere sonorità che, in tanti anni di concerti tenutisi nella chiesa di S. Maria della Rotonda (caratterizzata, come gran parte degli edifici di culto costruiti nel dopoguerra, da un’acustica molto problematica), raramente avevamo avuto il piacere di ascoltare.
In conclusione una bellissima serata, il cui merito va ascritto anche a Roberta Schmid e Daniela del Monaco, apprezzate artiste nonché infaticabili organizzatrici, che hanno permesso ad un duo di caratura internazionale di esibirsi a Napoli, nell’ambito di una rassegna che ci auguriamo possa proseguire il più a lungo possibile, nata per far conoscere le potenzialità dell’organo Mascioni op. 1147.

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