Gli ultimi due appuntamenti della stagione in abbonamento dell’Associazione Alessandro Scarlatti, tenutisi al Teatro di Corte di Palazzo Reale, hanno ospitato altrettanti concerti rivolti alla conclusione dell’integrale dei quartetti mozartiani da parte del Quartetto di Cremona.
Nel primo sono stati eseguiti il Quartetto in sol maggiore K 387, il Quartetto in re minore K 421 ed il Quartetto in mi bemolle maggiore K. 428, appartenenti alla raccolta dei sei cosiddetti “Quartetti di Haydn”, in quanto dedicati da Mozart all’amico compositore.
L’intero gruppo conobbe il suo esordio, in forma privata, nella residenza viennese di Mozart e i sei brani vennero suddivisi in due serate (15 gennaio e 12 febbraio 1785).
In entrambe era presente anche Haydn che, si presume, possa aver partecipato attivamente, almeno in una occasione, fornendo il suo contributo in qualità di violinista.
Sicura è invece la particolarità dell’incontro del 12 febbraio, organizzato per festeggiare l’ingresso di Haydn nella Massoneria e, sempre in quella data, il “padre del quartetto” si rivolse visibilmente emozionato a Leopold Mozart definendo suo figlio “… il più grande compositore che io conosca, di nome o di fatto”.
Dal canto suo, il secondo concerto si è aperto con il Quartetto in re maggiore K. 499 “Hoffmeister”, così chiamato dal nome dell’editore che lo commissionò nel 1786, per poi pubblicarlo lo stesso anno.
Esso non rientra in alcuna raccolta e risulta di poco successivo all’esordio de “Le nozze di Figaro”, per cui venne creato in un periodo durante il quale Mozart godeva ancora di ampi consensi da parte di critica e pubblico.
Diverso il discorso dei Quartetti per archi in re maggiore K. 575, in si bemolle maggiore K. 589 e in fa maggiore K. 590, scritti su richiesta del sovrano Federico Guglielmo di Prussia, violoncellista dilettante.
In realtà i brani dovevano essere sei ma, dopo aver composto il primo, nel 1789, appena ricevuta la commissione, il musicista cadde in una sorta di depressione, legata a vari problemi di carattere economico e fisico, al punto che solo l’anno successivo ricominciò ad occuparsene, creandone altri due.
La raccolta non fu mai completata, perché Mozart morì nel 1791, e i tre brani comunque passarono alla storia con l’appellativo di “Quartetti Prussiani”, anche se Federico Guglielmo non li visionò mai.
Veniamo quindi ai protagonisti, Cristiano Gualco e Paolo Andreoli (violini), Simone Gramaglia (viola) e Giovanni Scaglione (violoncello), componenti del Quartetto di Cremona che, nell’arco di un paio di stagioni, hanno eseguito l’integrale dei Quartetti di Mozart, proponendoli in ordine cronologico.
Si è potuto così apprezzare la netta evoluzione del quartetto secondo la concezione del genio di Salisburgo, dai pezzi giovanili dove il compositore era alla ricerca di soluzioni talora molto personali ma ancora acerbe, a quelli della maturità, caratterizzati da assoluti capolavori.
Peculiarità ben sottolineate dall’ensemble durante l’intero cammino, conclusosi, nel migliore dei modi, in concomitanza con la fine della stagione in abbonamento 2016-2017 dell’Associazione Alessandro Scarlatti.
A proposito di quest’ultima, essa era affidata al nuovo direttore artistico, il maestro Tommaso Rossi, che ha contribuito alla buona riuscita di una stagione più che positiva in termini artistici, sulla quale hanno pesato due problemi di non secondaria importanza.
Il primo, di natura logistica, indipendente da qualsiasi volontà ed emerso pochi giorni prima dell’inizio, ha riguardato lo spostamento della sede dei concerti dall’Auditorium di Castel S. Elmo al Teatro di Corte di Palazzo Reale, sede altrettanto prestigiosa, ma che quest’anno, per motivi dovuti alla temporanea interruzione di alcuni trasporti pubblici, limitava la possibilità di ritornare a casa in tranquillità.
Il secondo, invece, evitabile, era legato alla scelta del mercoledì (più di una volta soggetto a concomitanze sportive), al posto del canonico giovedì, come giorno principale dedicato ai concerti.
Per quanto riguarda le attività dell’Associazione Alessandro Scarlatti, se la stagione in abbonamento si è conclusa, nei mesi di maggio e giugno sono previste ancora numerose ed interessanti iniziative, racchiuse in due nuove rassegne intitolate “La stagione del barocco” e “Miti di musica”, e nel consueto ciclo, giunto alla diciottesima edizione, rivolto agli “Organi Storici della Campania”.
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