L’appuntamento conclusivo con “Il Maggio del Pianoforte”, concorso organizzato nell’ambito della rassegna “Maggio della Musica”, ha portato alla ribalta, nella splendida cornice della veranda neoclassica di Villa Pignatelli, il ventenne pugliese Giorgio Trione Bartoli.
Il giovanissimo talento ha proposto un programma molto complesso e corposo, apertosi con la “Wanderer-Fantasie D 760 op. 15 in do maggiore” di Franz Schubert (1797-1828).
Brano risalente al 1822, venne dedicato a Carl Emanuel Liebenberg von Zsittin, proprietario terriero molto agiato, che era anche un discreto pianista dilettante, allievo di Hummel.
Lo scopo di Schubert, all’epoca in pessime condizioni economiche, era quello di ingraziarsi le simpatie del ricco possidente, in modo da ottenere un ritorno finanziario.
L’iniziativa non ebbe successo, ma il brano, costituito da quattro movimenti, che si succedono senza interruzione, su un motivo appartenente al lied “Der Wanderer” (“Il Viandante”), composto da Schubert nel 1816, avvalendosi del testo del poeta tedesco Georg Philipp Schmidt von Lübeck, rimane fra i più interessanti ed innovativi dell’autore austriaco, in quanto in forte anticipo sia rispetto a ciò che Liszt definì in seguito “fantasia quasi sonata”, sia relativamente alla sonata ciclica di stampo franckiano.
I successivi sei “Moments musicaux op. 16” di Sergej Rachmaninov (1873-1943) sono anch’essi, nemmeno a farlo apposta, frutto di una situazione di forte indigenza economica.
Il compositore russo li scrisse, infatti, fra ottobre e dicembre 1896, su commissione del collega Aleksandr Zatayevich, che risulta anche il dedicatario.
I diversi “momenti” corrispondono ad altrettante forme musicali del passato e si ispirano principalmente a Chopin ed a Ciaikovskij, anche se emergono alcune delle peculiarità che avrebbero contraddistinto in seguito lo stile di Rachmaninov.
Terzo ed ultimo brano in programma, la “Valse de l’opéra Faust (Gounod) S 407”, una delle tante parafrasi, datata 1861, create da Franz Liszt (1811-1886) attingendo al repertorio lirico.
In questo caso il musicista ungherese prese come spunto il valzer e il duetto della celeberrima opera di Gounod, dando vita ad un pezzo altamente virtuosistico, che spesso combinava i due motivi, con risultati sorprendentemente simili a “La Valse” composta da Ravel quasi sessanta anni dopo.
Per quanto riguarda Giorgio Trione Bartoli, ha messo in evidenza grande tecnica e notevole impetuosità, abbinate a sensibilità e raffinatezza, dimostrando di appartenere a quella categoria di pianisti, oggi sempre più rara, il cui virtuosismo non è fine a se stesso, ma contribuisce a consolidare la bravura interpretativa.
Spettatori numerosi e molto soddisfatti al quale l’artista ha offerto un bis chopiniano, degna conclusione di un ottimo recital.
Si chiude così “Il Maggio del Pianoforte”, competizione di elevato livello, che ha portato alla ribalta sei giovanissimi talenti, uno dei quali, quello più votato dal pubblico dei soci del “Maggio della Musica”, tornerà ad esibirsi nella prossima stagione.
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