Mercoledì 27 gennaio gli allievi del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano celebreranno il “Giorno della Memoria” con tre eventi

Manifesto Giorno della Memoria 2016 - appuntamento seraleMercoledì 27 gennaio gli allievi del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano celebreranno il “Giorno della Memoria” con tre eventi.

Alle ore 14.30, presso la Sala Verdi del Conservatorio, appuntamento organizzato dall’Associazione Figli della Shoah e dal Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano.

Programma

Testimonianza di Franco Schönheit

Francesco Guccini-Davide Gualtieri: “La canzone del bambino nel vento” (“Auschwitz”)

Kurt Sonnenfeld: Ferramonti Valzer

Ivan della Mea-Davide Gualtieri: “Se il cielo fosse bianco di carta”

Coro “Vladimir Delman” del Conservatorio di Milano, diretto da Davide Gualtieri

Ideazione e organizzazione del Giorno della Memoria a cura di Lydia Cevidalli, in collaborazione con i docenti Davide Gualtieri e Matteo Ronchini.
Coordinamento Associazione Figli della Shoah.

Ingresso al concerto riservato alle scuole previa prenotazione

Franco Schönheit
Franco SchönheitFranco Schönheit è uno dei pochissimi ebrei ferraresi deportati che sono riusciti a tornare.
Nasce a Ferrara il 27 giugno 1927.
Il padre Carlo era agente di Commercio e la madre, Gina Finzi, maestra della scuola elementare ebraica di via Vignatagliata.
Nel 1938 è costretto a lasciare la scuola pubblica.
Nel febbraio 1944 arrestato insieme a tutta la famiglia viene portato al campo di Fossoli (Modena), il punto di concentramento di tutti gli ebrei italiani arrestati dai tedeschi e dai fascisti prima dell’avvio in Germania.
Gli Schönheit sono fra gli ultimi a essere deportati da Fossoli.
Franco, allora diciassettenne viene deportato con suo padre a Buchenwald e la madre a Ravensbrück.
Dopo la liberazione dei campi nell’estate del 1945 riescono a tornare tutti e tre a Ferrara.
Nel dopoguerra si laurea in chimica presso l’ateneo ferrarese, sposa Dori Bonfiglioli e per lavoro si trasferisce a Milano, dove tuttora vive.
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Alle ore 18.00, presso la Sala Conferenze del Museo del Risorgimento (via Borgonuovo 23 – Milano), concerto dal titolo “Musica Perseguitata – Sommersi, esiliati, salvati”

Introduzione di Stefania Mormone, Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
Presenta Simone Campanozzi, ISTLEC – Istituto Lombardo di Storia Contemporanea

Claire Colombo, oboe e corno inglese
Boris Iliev, pianoforte

Programma

Vittorio Rieti (1898-1994): Variazioni su “Son ben mi ch’a bon tempo” di Orazio Vecchi per corno inglese (1978)

Ernst Krenek (1900-1991): School Music. Due temi da Haendel op. 85 per oboe e pianoforte (1938-1939)

Samuel Barber (1910-1981): Canzonetta per oboe e pianoforte (1935)

Leone Sinigaglia (1868-1944): 12 Variazioni su un tema di Franz Schubert per oboe e pianoforte (1898)

Peter Maxwell Davies (1934): First grace of light per oboe solo (1991)

Leonard Bernstein (1918-1990): Songs per oboe e pianoforte

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Spazio Europeo della Memoria Musicale
Da molti anni ormai il Conservatorio di Milano ospita, nella ricorrenza annuale del Giorno della Memoria, gli studenti milanesi che vengono per ascoltare la voce dei Testimoni della Shoah.
Allo stesso tempo però, si è sviluppata la ricerca sulla persecuzione di quella che è la ragion d’essere del Conservatorio e dei suoi studenti: la Musica.
La divisione tra “musicisti buoni e cattivi”, destinati al paradiso dell’esecuzione o all’inferno dell’oblìo, come scrisse Mario Labroca, è uno dei motivi ricorrenti della persecuzione attuata dai regimi nazista e fascista.
Le politiche censorie e le leggi razziali travolsero letteralmente molti musicisti, italiani e non, accomunati con un termine eloquente, “degenerati”.
Lunghe liste di compositori rientrano nella nuova categoria della storia, quella della Entartete Musik ovvero della musica degenerata.
Se poi la musica era creata dagli ebrei rappresentava il nulla o il peggio estetico.
Sappiamo oggi come tanti artisti riuscirono a espatriare, come altri sopravvissero e come molti finirono divorati dalla soluzione finale.
Compositori, cantanti, strumentisti, critici, docenti e studenti di Conservatorio, studiosi, musicologi… tessere nel gigantesco mosaico della persecuzione e della distruzione.
Al fine di valorizzare queste figure di musicisti, discriminati da politiche di regime o vittime di persecuzioni razziali, nel 2007 è stato creato nella Biblioteca del Conservatorio lo Spazio Europeo della Memoria Musicale, centro di documentazione e di conservazione, di divulgazione e di ricerca sul tema Musica perseguitata.
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Alle ore 20.00, nella Sala Verdi del Conservatorio, si terrà una serata, dal titolo “Dalla SHOAH al ritorno alla VITA – Parole, Musiche e Silenzi”, coordinata dall’Associazione Figli della Shoah, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Milano, il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano, la Fondazione CDEC e la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.

Programma generale

Interventi di:

Ferruccio de Bortoli (Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano)

Alessandro Melchiorre (Direttore del Conservatorio di Milano)

Rav Alfonso Arbib (Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Milano)

Testimonianza di Ersilia Lopez

Letture a cura di Lisa Capaccioli

Proiezione di “Sciesopoli, il ritorno alla vita”

Brani eseguiti

Francesco Guccini-Davide Gualtieri: “La canzone del bambino nel vento” (“Auschwitz”)

Kurt Sonnenfeld: Ferramonti Valzer

Ivan della Mea-Davide Gualtieri: “Se il cielo fosse bianco di carta”

Leone Sinigaglia: “Il cacciatore del bosco” dalle “Vecchie canzoni popolari del Piemonte”

Vittore Veneziani: “Al Sefod” dai “Canti spirituali di Israel”

Omar Mancini tenore
Coro “Vladimir Delman” del Conservatorio di Milano diretto da Davide Gualtieri
Conduce Luca Ciammarughi
Ideazione e organizzazione del Giorno della Memoria a cura di Lydia Cevidalli, in collaborazione con Davide Gualtieri.
Coordinamento Associazione Figli della Shoah.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Note al programma a cura di Lydia Cevidalli
Il programma musicale della serata si apre quest’anno con due canzoni, nelle quali centrale è il tema dei campi di sterminio.
“La canzone del bambino nel vento” è il vero titolo della canzone di Guccini, più conosciuta come “Auschwitz” e fu composta nel 1964; “Se il cielo fosse bianco di carta” di Ivan della Mea è del 1965.
Questi sono anni in cui, nelle coscienze più illuminate, trovava posto la riflessione sui tragici eventi di una guerra da poco conclusa.
Altrettanto significativo è il “Ferramonti Waltzer”: Kurt Sonnenfeld, giovanissimo compositore austriaco internato nel campo di Ferramonti in Calabria dal 1941, compose questo valzer, che divenne l’opera musicale simbolo di Ferramonti.
In questo campo furono internati altri musicisti, in quanto stranieri, già dall’inizio della costituzione del campo.
Con abilità e sforzi ammirevoli, riuscirono a comporre, suonare ed eseguire molte musiche, rendendo sopportabile la loro tragica realtà.
Come in altre composizioni legate ai diversi campi di sterminio e di concentramento, i temi sono leggeri, vitali e solari, in netto contrasto con la realtà in cui i prigionieri lottavano per sopravvivere.
La seconda parte del programma musicale è dedicata alla ricostruzione dell’immediato dopoguerra e al “ritorno alla vita”.
Il primo brano che verrà eseguito è un coro tratto dall’opera “L’officina” di Kurt Sonnenfeld, che già dal titolo ci descrive il fermento di una Milano, impegnata nell’attività di ricostruzione fisica e morale.
Sonnenfeld, infatti, dopo la liberazione dal campo, visse a Milano, dove morì nel 1997.
Vittore Veneziani è il musicista che con tanta energia si è adoperato nella realtà musicale italiana prima e dopo la guerra: chiamato da Toscanini a dirigere il Coro del Teatro alla Scala, vi rimase dal 1921 fino al 1938, quando fu sospeso dall’incarico, in seguito alla promulgazione delle leggi antiebraiche.
Dal 1938 fino al febbraio del 1944, quando riuscì a fuggire in Svizzera, raccolse un gruppo di ragazzi intorno alla sinagoga ebraica di Milano, facendoli cantare in coro, componendo per loro nuovi brani e seguendoli con amore e creatività, come ci racconterà Ersilia Lopez, che di quel coro faceva parte.
Di questi anni sono i “Canti spirituali di Israel”, da cui è tratto il brano Al Sefod, che verrà eseguito questa sera.
Nel 1945 Veneziani fu nuovamente incaricato di dirigere il Coro del Teatro alla Scala; il 28 novembre 1945, al Teatro Lirico si tenne un “Concerto corale, diretto da Vittore Veneziani per festeggiare il suo ritorno dall’esilio causato dalle leggi razziali fasciste” (da “Cronologia 1778-1977” di Giampiero Tintori).
In quell’occasione venne eseguito il brano “Il cacciatore del bosco”, tratto dalla raccolta delle “Vecchie canzoni popolari piemontesi” elaborate da Leone Sinigaglia.
Leone Sinigaglia è stato ricordato nel 2014, in occasione dei 70 anni trascorsi dalla tragica morte avvenuta nel momento in cui veniva arrestato, per essere poi consegnato alle autorità tedesche.
“Il cacciatore del bosco” verrà eseguito questa sera nella forma corale che Veneziani aveva scelto per ricordare Sinigaglia nel concerto al Teatro Lirico.

Lydia Cevidalli

Foto Viko Chamla

Foto Viko Chamla

La violinista milanese Lydia Cevidalli è tra le interpreti italiane più attente al repertorio barocco, in particolare di autori ebraici.
Dopo i diplomi al Conservatorio della sua città e al Centre de Musique Ançienne di Ginevra, si è esibita come solista e con gruppi da camera in tutta Europa, in Israele, in Nord e Sud America.
Ha collaborato a lungo con Jordi Savall e “Le Concert des Nations”, ha suonato con Monica Hugget e Gustav Leonhardt.
Ha inciso cd per Harmonia Mundi, Astrée, Tactus e Concerto; ha registrato per Rai, Radio Nazionale Argentina, Radio Nazionale Spagnola e BBC.
Nel 1990 ha fondato l’Ensemble Salomone Rossi con cui è tuttora ospite di prestigiose sedi concertistiche in Europa e negli Stati Uniti e con cui ha registrato un cd (Concerto), che ha ottenuto ottime recensioni. La sua attività si estende anche alla musica klezmer con il gruppo Klezsfardit e all’esecuzione del repertorio per violino e pianoforte di autori italiani del Novecento.
Insegna violino al Conservatorio di Milano dove cura annualmente le manifestazioni per la Giornata della Memoria.

Per maggiori informazioni:
Raffaella Valsecchi
Ufficio stampa
Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
ufficiostampa@consmilano.it
mobile 334.1464034

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