Il sesto appuntamento con i “Vespri d’organo”, rassegna organizzata dall’Associazione Trabaci e gemellata con l’ “Internationales Stuttgarter Orgelfestival” in Germania, è stato interamente dedicato alla musica francese, segno di omaggio nei confronti di una nazione recentemente colpita dai sanguinosi episodi di terrorismo.
Il concerto, tenutosi nella chiesa dell’Immacolata al Vomero, intitolato “Prière à Notre Dame de Paris”, ha avuto come protagonisti il Coro “I Cantori del Plebiscito”, diretto dal mezzosoprano Rosa Montano (che ha anche prestato la sua voce come solista), il soprano Claudia Zinno, il mezzosoprano Francesca Curti Giardina e l’organista Mauro Castaldo (direttore artistico della rassegna), nella duplice veste di solista ed accompagnatore.
L’inizio è stato rivolto a Gabriel Fauré (1845-1924), con il Kyrie e l’Agnus Dei, tratti dalla Messe Basse per coro femminile e organo, alla cui stesura partecipò anche il suo allievo André Messager, dedicata nel 1881 ai pescatori di Villerville, minuscolo paesino dove l’autore era in vacanza.
Fra i due movimenti abbiamo ascoltato il brano Maria, Mater gratiae, op. 47 n. 2, per soprano, mezzosoprano ed organo, risalente al 1887-88 e un Tantum Ergo con il quale si è chiusa la parte incentrata su Fauré.
I successivi tre brani Communion in mi, Ave Verum e Ave Maria, questi ultimi due per voce ed organo, appartenevano alla produzione di César Franck (1822-1890), belga di nascita, ma francese di adozione, mentre Jules Massenet (1842-1912) era presente con il Preludio in do maggiore, fra le rare incursioni nella musica organistica da parte di un autore noto prevalentemente per le sue opere.
Con l’ Ave Maria sur une vocalise dorienne siamo passati a Jehan Alain (1911-1940), proveniente da una famiglia di grandi tradizioni musicali, la cui morte prematura, avvenuta a Saumur durante un combattimento, privò la Francia di un assoluto talento, sia come interprete che come compositore.
E’ stata poi la volta di Pie Jesu, dal Requiem, op. 9, concepito nel 1947 da un altro protagonista del Novecento, Maurice Duruflé (1902-1986), passato alla storia anche per un perfezionismo rasentante il maniacale.
Ultimi tre brani in programma Offertoire in do per organo, Adoro Te Devote e O Salutaris di Charles Gounod (1818-1893), il primo datato 1873, gli altri due pubblicati postumi, a conclusione di un programma particolarmente vario ed articolato.
Per quanto riguarda gli interpreti, il Coro “I Cantori del Plebiscito”, compagine di formazione recente, presente per esigenze di programma solo al femminile, ha evidenziato un costante progresso, merito della direttrice Rosa Montano, che ha poi fornito lungo il concerto alcuni saggi della sua bravura solistica.
Di buon livello è apparso l’intervento del duo formato dal soprano Claudia Zinno e dal mezzosoprano Francesca Curti Giardina e, come sempre, di grande spessore è risultata la prova del maestro Mauro Castaldo, unico ad essere stato ininterrottamente impegnato per l’intero concerto.
Pubblico più numeroso del solito e, piacevole rarità, gli applausi conclusivi e scroscianti sono giunti solo alla fine, a coronamento di un concerto che ha sicuramente risposto allo scopo prefissato.
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