Le Quattro Stagioni del Virtuoso Flute Quartet

Foto Max Cerrito

Foto Max Cerrito

Terzo appuntamento con l’Autunno Musicale 2015 dell’Associazione Culturale Musica Libera, rassegna affidata alla direzione artistica del maestro Lucio De Feo.
Ad esibirsi, nella suggestiva cornice del Centro Culturale Domus Ars, il Virtuoso Flute Quartet, formato da Immacolata Ferrigno, Martina Nappi, Serena Costabile e Arianna Onorato.
L’ensemble si è confrontato con un programma incentrato sulle quattro stagioni, che alternava diversi generi, dalla classica alla leggera, passando attraverso colonne sonore e capolavori del repertorio napoletano.
Dopo un medley introduttivo, spazio al primo gruppo di brani, in rappresentanza dell’Autunno, tre dei quali legati ad altrettante pellicole “Over the rainbow” (da “Il mago di Oz”), “Historia de un amor” e “Il Postino”, dai film omonimi, mentre l’ultimo pezzo consisteva in una pregevolissima trascrizione, curata dal maestro De Feo, della “Danza degli Spiriti beati” da “Orfeo ed Euridice” di Gluck.
L’Inverno irrompeva con la mozartiana “Der Hölle Rache”, aria della Regina della Notte, seguita da Oblivion di Piazzolla, What a wonderful world, canzone portata al successo da Louis Armstrong, e Reginella, un classico partenopeo che si deve a Libero Bovio e Gaetano Lama.
Dopo un breve intervallo toccava alla Primavera, con l’Ouverture del “Nabucco” di Verdi, la Tarantella Luciana, altro classico napoletano di Bovio-Cannio e due nuove incursioni cinematografiche, Reality (da “Il tempo delle mele”) e Beauty and the Beast, dall’omonimo film d’animazione della Disney.
Chiusura con l’Estate, rappresentata da Stand by me di Ben E. King, Bésame mucho della messicana Consuelo Velázquez, ‘O sole mio di Capurro-Di Capua e Libertango di Piazzolla.
Nel complesso un programma quanto mai vario, che aveva lo scopo di evidenziare la versatilità, l’affiatamento e la bravura delle interpreti, autrici (in particolare Martina Nappi), anche della maggior parte degli arrangiamenti.
Il pubblico ha mostrato di apprezzare molto la proposta nella sua interezza, chiedendo un bis, ed è stato accontentato con il brioso Pizzicato dal balletto Sylvia di Léo Delibes, a conclusione di una piacevole mattinata musicale.
Ricordiamo, infine, che una interessantissima mostra, dal titolo “La Canzone Napoletana 1850-1960”, da poco inaugurata e che durerà fino a metà gennaio, faceva da cornice al concerto.
Si tratta di una selezione di dischi, foto d’epoca con autografi degli artisti, “copielle” (foglietti contenenti testo e partitura per piano, di canzoni in voga, vendute dagli ambulanti per pochi soldi), spartiti e manifesti, esiguo ma significativo campione dell’archivio appartenente a Roberto Cortese, che da anni è alla costante e disperata ricerca di un luogo da adibire a Museo della Canzone Napoletana, dove poter esporre tutto il copiosissimo materiale da lui raccolto sull’argomento.
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