Leonora Armellini: “Vedo sempre più giovani interessati alla musica classica e la cosa mi fa molto piacere”

Leonora Armellini 2La pianista padovana Leonora Armellini, nonostante la giovanissima età, ha già al suo attivo una carriera ricca di riconoscimenti nazionali ed internazionali, fra i quali il “Premio Janina Nawrocka”, attribuitole nel 2010 al Concorso Pianistico Internazionale “F. Chopin” di Varsavia “per la straordinaria musicalità e la bellezza del suono”.
Numerosi sono anche i concerti fin qui tenuti nelle sale più prestigiose di ogni parte del mondo, durante i quali si è esibita da sola o accompagnata da orchestre di fama internazionale.
La sua notorietà si è poi accresciuta, a partire dal 2013, quando è stata ospite del Festival di Sanremo, dove venne chiamata all’ultimo momento per sostituire il maestro Barenboim che doveva esibirsi al pianoforte.
La Armellini è anche autrice, insieme a Matteo Rampin, del libro “Mozart era un figo, Bach ancora di più”, edito nel 2014 da Salani, che ha riscosso un grande successo e, al di là del titolo “ad effetto”, si configura come un interessante esempio di divulgazione musicale.

Abbiamo intervistato la pianista alla vigilia della tournée che la vedrà impegnata, al fianco dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, in una serie di concerti rivolti al repertorio beethoveniano

Nei prossimi due mesi, con la Orchestra Filarmonica Marchigiana, affronterà un ciclo di concerti dedicati a Beethoven e, in particolare, ai suoi concerti per pianoforte ed orchestra. Come è nato questo progetto? Pensa che avrà un seguito?

Sono stata contattata dalla direzione artistica del festival e mi è stato proposto di partecipare all’integrale dei concerti di Beethoven, suonandone tre dei cinque (il secondo, il terzo e il quarto).
Io avevo suonato solo il primo ma avrei sempre voluto affrontarne altri: è musica che amo tantissimo.
Come sempre, per iniziare un percorso così ampio serve una “spinta”, quindi ho accettato con piacere!
Considerato che ora al mio repertorio manca solo il quinto concerto, ho intenzione di studiare anche quello per poi proporre l’integrale ad altre associazioni e, perché no, pensare ad un progetto discografico.

Concerti per pianoforte ed orchestra o recital? Quali sono i pro e i contro – nella sua personale opinione – di suonare con un’orchestra e di suonare da soli, in una comunicazione diretta con il pubblico?

Io in generale preferisco condividere la musica con altre persone.
Mi sento a mio agio anche con i recital solistici ovviamente, ma se ho la possibilità di essere affiancata da altri musicisti sono sempre molto felice.
C’è da dire anche che il repertorio con orchestra è meraviglioso e pieno di colori diversi, grazie agli altri strumenti.
Alle volte però, per forza di cose, ci si trova a dover scendere a compromessi con gli altri musicisti, dovendo talora ripensare un’idea musicale o adattarsi a certe necessità dell’orchestra per esempio, ma questo accade ogni volta che non si suona da soli.
Ma la bellezza del suono orchestrale che si amalgama con il tuo è sempre e comunque un’emozione grandissima.

Qual è, ad oggi, il suo repertorio preferito e quali sono gli autori (o i generi) che vorrebbe esplorare nei prossimi anni?

Questo progetto mi ha fatta riavvicinare molto a Beethoven, che ho sempre amato tanto ma avevo una sorta di timore ad affrontare.
Mi sono accorta che è molto nelle mie corde e mi sento molto a mio agio quando lo suono, quindi penso che in futuro approfondirò di più il suo repertorio.
Anche la musica russa mi attrae molto, ultimamente ho affrontato autori come Rachmaninov, Scriabin, Shostakovich e Prokofiev e ho intenzione di proseguire anche in questo senso.
Chiaramente Chopin ha sempre un grande spazio nel mio repertorio.

Cosa significa, oggi, essere una giovane pianista “classica” e rendersi quindi portavoce di una musica sempre meno seguita dai giovani?

Penso che già la situazione si stia muovendo, vedo sempre più giovani interessati a questo mondo e la cosa mi fa molto piacere.
Ultimamente ho tenuto diversi incontri per le scuole e ho notato un grande interesse da parte dei ragazzi.
Io non sento nulla di strano nel fare questo genere di musica, è la mia vita, lo è sempre stata.
Mi reputo una persona molto semplice e alla mano, contrariamente a quello che in genere si pensa dei musicisti, e sono assolutamente felice della mia scelta. Fortunatamente non ho mai percepito pregiudizi nei miei confronti per questa ragione, e anzi, cerco sempre di spiegare a chi non conosce questo mondo che i musicisti sono tutt’altro che persone noiose e solitarie!

Conosciamo Leonora Armellini oltre la musica: spesso i musicisti
classici vengono visti come persone un po’ fuori dal comune, che vivono solo nel loro mondo musicale. Cosa fa Leonora Armellini nel suo tempo libero? Quali sono i suoi interessi, quali le passioni? Pratica uno sport? Segue i concerti dei colleghi?

Nel mio tempo libero generalmente mi dedico ad attività poco impegnative o che comunque pratico esclusivamente per piacere personale.
Adoro stare in compagnia, quando posso esco con i miei amici.
Mi piace cucinare, alle volte mi capita di essere completamente rapita da un libro anche se non sono un’assidua lettrice, amo molto gli animali e passare del tempo con loro (ho due cani e un gatto), ci tengo sempre a prendermi del tempo per me, facendomi un giro, magari in mezzo alla natura, oppure semplicemente mi metto davanti alla televisione e mi rilasso: dopo tante ore di studio, specialmente nei periodi più tosti, diventa necessario staccare completamente la spina e non fare proprio nulla!
Quando sono in giro per il mondo a suonare magari riesco a trovare il tempo per fare un po’ la turista, adoro scoprire posti nuovi e conoscere meglio il paese in cui mi trovo.
Poi certo, ci sono anche periodi meno impegnativi e allora riesco a fare anche altro, ma quando ogni giorno bisogna studiare otto ore e magari ci sono uno o due concerti alla settimana o lunghi viaggi è necessario salvaguardare le proprie energie.

(intervista a cura di Valentina Di Matteo)

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