La rassegna “I suoni della storia – 1815 fra il Congresso di Vienna e la Battaglia di Waterloo”, organizzata dall’Associazione Alessandro Scarlatti, ha recentemente ospitato il duo costituito da Mauro Squillante (mandolino) e Pier Paolo De Martino (fortepiano) e l’attore Raffaele Ausiello.
Come nell’appuntamento inaugurale, anch’esso tenutosi nella cornice prestigiosa di Palazzo Zevallos Stigliano, momenti musicali si sono alternati a momenti letterari, il tutto preceduto da una presentazione, curata dal noto critico Massimo Lo Iacono, che ha avuto il pregio, fra l’altro, di far entrare subito il numeroso pubblico presente nell’atmosfera di inizio Ottocento.
La parte musicale si è aperta e chiusa nel segno di Ludwig van Beethoven (1770-1827), del quale sono stati eseguiti la Sonatina in do minore WoO 43a, la Sonatina in do maggiore WoO 44a, l’Adagio ma non troppo in mi bemolle maggiore WoO 43b e l’Andante con variazioni in re maggiore WoO 44b.
I quattro brani furono scritti nel 1796, durante un soggiorno a Praga e, secondo alcuni, ebbero come unica dedicataria la contessa Josephine de Clary, mentre altre fonti riportano che la Sonatina in do minore e l’Adagio furono dedicati a Wenzel Krumpholtz, docente di mandolino della nobile, con il quale Beethoven strinse una sincera e duratura amicizia.
Intervallata ai pezzi beethoveniani, è stata proposta la Grande Sonata in do maggiore, op. 37a per mandolino e fortepiano, dell’austriaco Johann Nepomuk Hummel (1778 – 1837), risalente al 1810 e concepita, molto probabilmente, per il bresciano Bartolomeo Bortolazzi (1772-1820), compositore e virtuoso del mandolino, che fu il promotore della diffusione dello strumento a Vienna e nei paesi di influenza tedesca.
La parte letteraria era invece incentrata su alcune pagine, tratte da “La Certosa di Parma” di Stendhal, che descrivevano l’arrivo sul campo di battaglia di Waterloo del giovane protagonista Fabrizio, fervente ammiratore di Napoleone, suo malgrado diretto testimone della definitiva disfatta dell’Imperatore.
Per quanto riguarda gli interpreti, Mauro Squillante e Pier Paolo De Martino hanno confermato un ottimo affiatamento, evidenziando un’estrema bravura e una notevole raffinatezza esecutiva, riuscendo a superare anche i problemi legati ad un’acustica apparsa non particolarmente adatta alla delicatezza del suono di entrambi gli strumenti (un mandolino di fabbricazione napoletana del 1773 ed un fortepiano di Clementi datato 1815).
Dal canto suo Raffaele Ausiello ha fornito la giusta concitazione nel leggere la descrizione delle fasi convulse che caratterizzarono la battaglia di Waterloo.
In conclusione una mattinata contraddistinta da musiche di raro ascolto e pagine di grande letteratura, che si sono intersecate fra loro con il giusto equilibrio.
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