Il terzo appuntamento di “Organi Storici della Campania” propone le sonorità inconsuete del duo Rea-Biancardi

Duo Rea-BiancardiDopo due luoghi da riscoprire, come la chiesa del Pio Monte della Misericordia e la Cappella della Fondazione del Real Monte Manso di Scala, il ciclo “Organi Storici della Campania” è approdato alla sala Scarlatti del Conservatorio di San Pietro a Majella, dove è collocato un Tamburini-Zanin, costruito su progetto di Jean Guillou e inaugurato nel 1983.
Ospite della rassegna, organizzata dall’Associazione Alessandro Scarlatti e affidata alla direzione artistica di Angelo Castaldo, il duo costituito da Maurizio Rea (organo) e Salvatore Biancardi (pianoforte), che ha proposto un repertorio di rarissimo ascolto.
In apertura abbiamo ascoltato il Duo, op. 8, lavoro giovanile di Camille Saint-Saëns (1835 – 1921), scritto nel 1858 e dedicato all’illustre organista Louis James Alfred Lefébure-Wély.
La successiva Suite for piano and organ, della canadese Ruth Watson Henderson (1932), consisteva in un pezzo moderno ma molto moderato, completato nel 2011, che ha esordito con grande successo a Edmonton l’anno successivo.
Dopo un breve intervallo è stata la volta di Duet suite for piano and organ, altro brano moderno e ugualmente accettabile, datato 1999, tratto dalla produzione di Denis Bédard, anch’egli canadese, attualmente organista titolare della Cattedrale di Vancouver.
Chiusura con il Concerto for organ and piano op.74, brano un po’ più ostico dei precedenti, appartenente al belga Flor Peeters (1903 – 1986), organista titolare della Cattedrale di San Rombaldo a Mechelen (Malines) per più di 60 anni.
Nel complesso un programma quanto mai particolare ed interessante, con diverse “prime” napoletane (e qualcuna forse anche italiana), che i due interpreti, riunitisi per l’occasione, hanno eseguito con estrema bravura, evidenziando un notevole affiatamento.
Pubblico inizialmente disorientato, in quanto agli appassionati di musica organistica si sono aggiunti anche gli abituali frequentatori dei concerti che si svolgono al conservatorio, meno avvezzi a questo tipo di brani, per cui vi sono stati applausi al termine di quasi tutti i movimenti del duo di Saint-Saëns.
Il resto della serata è andato decisamente meglio da questo punto di vista, ma va comunque sottolineata la stoicità dei presenti, che hanno dovuto sopportare il caldo infernale della sala Scarlatti (e ci chiediamo il motivo per cui, nel restyling abbastanza recente di questo auditorium, non sia stato previsto un minimo di condizionamento).
In conclusione, sauna a parte, l’esperimento di abbinare il pianoforte all’organo appare perfettamente riuscito, per cui va sicuramente ripetuto, continuando ad attingere da una produzione che sicuramente riserverà altre piacevoli sorprese.

Questa voce è stata pubblicata in Recensioni concerti e contrassegnata con , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.