“La felicità de’ popoli”. Arie, duetti e canzoni dalle Commedie pe’ mmuseca è il titolo del concerto proposto dalla Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli che si terrà domenica 4 gennaio 2015 nello straordinario Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello alle ore 19.00.
Il concerto rientra nel programma della prima edizione del Festival Internazionale di Musica Antica Napoli “Soave sia il vento” ideato dalla Fondazione Pietà de’ Turchini e promosso dalla Regione Campania (POR FESR 2007-2013 Obiettivo operativo 1.10) che ha inaugurato a Napoli il 22 novembre scorso.
Il neonato Festival dedica l’appuntamento di Ravello ad approfondire quello straordinario fenomeno musicale che fu l’Opera Buffa quando, facendo tesoro di una pluriennale tradizione teatrale e linguistica, si cominciarono a rappresentare le cosiddette “Commedie pe’ mmusica” in lingua napoletana.
Attingendo dal grande giacimento di composizioni di Martín y Soler, Rinaldo Di Capua, Paisiello, Cimarosa, Piccinni, il mandolinista e virtuoso di strumenti a plettro storici Mauro Squillante, guiderà l’ensemble formato da alcune parti orchestrali dei Talenti Vulcanici, ensemble giovanile fondato dal Centro nel 2011 (Alice Miniutti, Chiara Arzenton, violini; Giulia Beschi, fagotto; Giovanni Bellini, arciliuto e chitarra barocca; Filippo Bergo, viola; Umberto Cerini, clavicembalo), e da Leonardo Massa (colascione) e Fabio D’Onofrio (oboe) per accompagnare le voci di Filippo Morace e Anna Carbonera.
Lo spettacolo vedrà la speciale partecipazione inoltre, del cantante attore Lello Giulivo che interverrà con intermezzi e interventi recitati.
Il progetto si inquadra in una nuova e più vasta collaborazione fra Centro di Musica Antica Pietà dei Turchini e Fondazione Ravello su formazione e produzione.
L’appuntamento si lega, inoltre, a doppio filo al progetto del Sito dedicato all’Opera Buffa, che sarà presentato nell’ambito del Festival e che la Fondazione sta portando avanti con grande lena attraverso la consulenza scientifica di musicologi, teatrologi e linguisti come Paologiovanni Maione, Francesco Cotticelli e Nicola De Blasi.
Nel corso del Settecento, il mandolino era avvertito a Napoli come oggetto fortemente legato all’identità culturale, probabilmente praticato trasversalmente dai vari ceti sociali.
Un ruolo preminente lo aveva tra i musicisti da strada, come emerge da una certa iconografia e dalle disparate testimonianze dei viaggiatori.
Il quadro Concerto a Posillipo di Pietro Fabris, ad esempio, ritrae Maria Carolina d’Asburgo, sposa di Ferdinando IV di Borbone, nell’atto di eseguire musica con un mandolino.
È un gesto dal vago sapore politico: la regina, per accattivarsi le simpatie dei suoi sudditi, si fa ritrarre in un atteggiamento nel quale i napoletani potevano facilmente riconoscersi.
Celebre è inoltre, l’episodio narrato da Charles Burney (1771) in cui descrive un gruppo di artisti di strada fra i quali era presente un mandolinista.
Di sicuro, lo strumento che godeva già di notevole successo in area meridionale ma anche in altre regioni d’Europa, ebbe dal gesto della regnante un ulteriore“lancio” rivelandosi di grande interesse per i gruppi più in vista del tempo.
L’aristocrazia e la nascente borghesia si accostò allo strumento con una notevole ricaduta sul mercato musicale mandolinistico.
La richiesta dei dilettanti si tradusse in una produzione compositiva copiosa e nella definizione di una scuola capeggiata da virtuosi vezzeggiati dalle corti e dalle famiglie nobili di tutt’Europa.
Utili notizie sul mandolino in età moderna vengono dalla preziosa Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli.
Un’indagine condotta in maniera sistematica sulle partiture delle commedeje pe’ mmuseca ha permesso di portare alla luce interessanti pagine accompagnate dal mandolino.
Ritrovare tra gli antichi repertori numerosi brani con mandolino ad opera dei grandi maestri del passato come Paisiello o Cimarosa, è sintomatico di un successo mai tramontato e di una collocazione sistematica per identificare situazioni topiche: serenate, canzoni, danze.
Tutto ciò, che conferma la diffusione capillare dello strumento in ambito meridionale, viene ora restituito, in parte, dal programma del presente concerto, composto appunto da arie provenienti dalle opere buffe della seconda metà del Settecento alle quali si affiancano concerti per mandolino e archi di Paisiello e Cimarosa, tra gli esponenti più prolifici e rappresentativi del genere, e una ouverture originariamente scritta per mandolini e fiati da Niccolò Piccinni.
Festival Internazionale di Musica Antica
Ufficio stampa
Alessandra Cusani
alessandra.cusani@gmail.com
ufficiostampa@turchini.it
Enrica Sbordone
+39 339 2739070
esbordone@gmail.com
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Domenica 4 gennaio, ore 19.00 – Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello (Sa)
“La felicità de’ popoli”. Arie, duetti e canzoni dalle Commedie pe’ mmuseca
nell’ambito del Festival internazionale di Musica Antica Soave sia il vento
Progetto a cura della Fondazione Pietà de’ Turchini
Mauro Squillante, mandolino e direzione
Filippo Morace, baritono
Anna Carbonera, soprano
Alice Miniutti, Chiara Arzenton, violini
Leonardo Massa, violoncello e calascione
Giulia Beschi, fagotto
Giovanni Bellini, arciliuto e chitarra barocca
Filippo Bergo, viola
Umberto Cerini, clavicembalo
Fabio D’Onofrio, oboe
con la partecipazione di Lello Giulivo
Programma
Niccolò Piccinni: Ouvertura in Re maggiore
Niccolò Piccinni
da “Lo finto Turco”
Scena undecima
Recitativo, “Fegliù miettete ccane,” Carmosina, Claudio, Fabrizio, Bennardone
reci-Arietta, “Le gelose, traveglie pene,” Bennardone
Recitativo, “Uh sfortunato me, figliema,” Fabrizio, Giancola
reci-Arietta, “Canto de na mogliere li lamiente,” Carmosina
Recitativo, “Nzomma de chesta storia,” Giancola, Bennardone, Giancola
reci-Arietta, “Erano già quatt’ora de la sera,” Bennardone
Recitativo, “È tutto lo contrario,” Carmosina
reci-Arietta, “Era notte, e dormava Bennardone,” Carmosina
Recitativo, “Mmalora io puro stongo into a la ttoria,” Carmosina, Giancola, Fabrizio, Bennarodone,
Duetto, “Cridelo a mene,” Carmosina, Bennardone
(Con Mandolino e chitarra obbligati)
Rinaldo Di Capua da: La Donna Vendicativa
Aria, “Bella rosa senza spina” (con mandolino e Calascione)
Domenico Cimarosa: da: Il Pittor Parigino
Aria “Quando è il giorno delle nozze”
da: La ballerina amante.
Aria “La bella damina”
Domenico Gaudioso (Cimarosa): Concerto in sol Maggiore per il mandolino
Vicente Martìn y Soler
da: Una Cosa Rara
Aria, “Non farmi più languir”
da: Il Barbiere di Siviglia
Giovanni Paisiello: Concerto in Mi bemolle maggiore per mandolino e archi
G. Paisiello
da: Il Babiere di Siviglia
Aria, “Saper Bramate”, aria di Lindoro
da L’Osteria di Marechiaro
Aria, “Quanno Vene lo Nennillo” (con mandolino e Calascione)
Mauro Squillante
Mandolinista, è considerato uno specialista negli strumenti antichi a plettro (mandolini e mandole, mandolone, colascioni, cetra), sul cui repertorio, organologia e prassi esecutiva conduce una costante attività di ricerca.
Diplomato presso il conservatorio Pollini di Padova, ha approfondito i propri studi musicali con Hopkinson Smith e Crawford Young presso la Schola Cantorum Basilensis, Enrico Baiano, Federico Marincola, Emilia Fadini, Edoardo Eguez.
Svolge una intensa attività concertistica in Italia ed all’estero esibendosi da solista, in duo col clavicembalista Raffaele Vrenna, insieme al quale ha fra l’altro preso parte al Festival Scarlatti di Tokyo, in trio con l’arpista Mara Galassi e il soprano Marinella Pennicchi, con le quali ha inciso per la Stradivarius un cd di prossima uscita, e con gli ensemble Lirum li Tronc, e Scherza l’Alma.
Collabora inoltre con l’ensemble Zefiro di Alfredo Bernardini, Freiburger Barok Orchestra, la Venice Baroque Orchestra, la Cappella della Pietà dei Turchini, Arte dell’Arco, European Chamber Orchestra, Musica Perduta, Collegium Pro Musica, l’orchestra del Teatro S. Carlo, l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e la Mozart Synphonietta, diretto fra gli altri da Renè Jacobs, Andrea Marcon, Peter Maag, Louis Bacalov, Antonio Florio, Gabriele Ferro.
Ha inciso per le case discografiche Stradivarius, Harmonia Mundi, opus 111, Brilliant, Felmay – Dunya records, Bongiovanni, Niccolò, Oriente Musik, Vigiesse.
Ha effettuato inoltre registrazioni radiofoniche per la RAI e le emittenti radiofoniche e televisive francesi e tedesche.
Ha pubblicato per la casa editrice musicale Mnemes – Alfieri e Ranieri Publishing di Palermo e per la casa editrice Santabarbara.
E’ Presidente della Accademia Mandolinistica Napoletana, associazione riconosciuta per il proprio fondamentale apporto alla rinascita del mandolino a Napoli.
In qualità di membro del Comitato Scientifico del Centro di Musica Antica Pietà dei Turchini di Napoli, svolge una parte della propria attività di produzione e di ricerca con il contributo ed il sostegno dell’importante istituzione napoletana.
E’ docente e direttore dell’Accademia Internazionale dei Mandolini Antichi. Insegna Mandolino e strumenti a plettro storici nei Corsi di Musica Antica di Urbino organizzati dalla Fondazione Italiana per la Musica Antica. E’ docente di mandolino presso il Conservatorio “Piccinni” di Bari e professore a contratto presso il Conservatorio “G. Martucci” di Salerno.
Filippo Morace, baritono
Si è diplomato in canto presso il Conservatorio di Salerno sotto la guida di P. Schettino con il massimo dei voti e per le qualità musicali, sceniche ed interpretative, viene richiesto da Roberto De Simone al Teatro San Carlo di Napoli col ruolo di direttore di palcoscenico sempre con lo stesso ruolo lo ritroviamo ne Le Convenienze e le Inconvenienze Teatrali con la direzione di Peter Maag.
Nuovamente al Teatro di Corte di Napoli nel ruolo di Tracollo in Livietta e Tracollo con la regia di Roberto De Simone.
E’ risultato vincitore assoluto del Concorso G. Belli di Spoleto 1999 dove ha debuttato col ruolo titolo in Oberto Conte di S. Bonifacio.
L’attività più recente lo vede protagonista de Il marito disperato al Teatro San Carlo di Napoli, ne Lo frate ‘nnamorato nel ruolo di Don Pietro al Festival Pergolesi Spontini di Jesi (2011), nel Don Bucefalo al Festival di Martina Franca e inoltre al Teatro S. Carlo di Lisbona nel Barbiere di Siviglia, al Teatro San Carlo di Napoli nel Socrate immaginario, a Montecarlo nel Viaggio a Reims, a Bruxelles nel Barbiere di Siviglia di Paisiello.
Ha partecipato al Festival Pergolesi Spontini di Jesi ed al Festival di Beaune con il Flaminio di Pergolesi (2004) ed al Rossini Opera Festival di Pesaro con Il Trionfo delle belle.
Ha preso parte a numerose produzioni del Teatro San Carlo di Napoli tra le quali ricordiamo il Turco in Italia, L’elisir d’amore, il Barbiere di Siviglia, la Cenerentola, Il Marito Disperato di Cimarosa, L’Osteria di Marechiaro di Paisiello, Jenufa di Janácek, La bohème, Tosca, Socrate immaginario; ha cantato inoltre al Teatro alla Scala in La bohème, Socrate Immaginario e Tosca, al Teatro La Fenice di Venezia nel Barbiere di Siviglia di Paisiello e Rossini, al Comunale di Bologna ne Il viaggio a Reims, Notte di maggio di Rimskij-Korsakov, La bohème, al Teatro dell’Opera ne Italiana in Algeri e nel Barbiere di Siviglia, all’Arena Sferisterio ne La bohème, al Teatro Verdi di Trieste nel Peter Grimes di Brittene nell’Elisir d’amore, ed infine al Festival di Martina Franca ne La Zingara di Donizetti e Ivanhoe di Rossini.
Anna Carbonera, soprano
Intraprende lo studio del canto lirico presso il Conservatorio G. Verdi di Milano nella classe della maestra G. Canetti. Conseguito il diploma, e, parallelamente, la laurea in Sociologia, continua a perfezionarsi seguendo Masterclass e corsi con docenti quali M. Custer, R. Abbondanza, R. Scotto, R. Bruson, E. Norberg-Schulz.
E’ in questi anni che si avvicina inoltre al repertorio barocco, approfondendo lo studio della prassi esecutiva con G. Bertagnolli e con S. Mingardo e dedicandovisi con sempre maggiore interesse, facendone nel corso del tempo il proprio ambito di elezione.
Finalista e vincitrice di numerosi concorsi internazionali, nel 2011 vince la 65’ edizione del “Concorso comunità Europea per giovani cantanti lirici” del Teatro “Belli” di Spoleto, e nello stesso anno il secondo posto ex-aequo (primo premio non assegnato) del “Concorso di canto barocco F. Provenzale” indetto dalla Fondazione Pietà dei Turchini di Napoli.
Nel 2013 è stata insignita del prestigioso riconoscimento “Stockholm culture award” con una cerimonia di premiazione a Stoccolma alla presenza delle più alte cariche istituzionali svedesi.
Tra il 2005 e il 2013 ha fatto parte in qualità di Artista del coro di compagini quali il coro del Teatro Regio di Torino, dell’Accademia di Santa Cecilia e della Zuercher Sing Akademie.
Ha al suo attivo un’intensa attività solistica, che la vede coinvolta sia nell’ambito della musica antica che nel repertorio più tardo, fino alla musica contemporanea.
In seguito alla vittoria al concorso lirico di Spoleto, Anna Carbonera ha interpretato per la stagione 2012 del Teatro il ruolo di Violetta Valery ne “La Traviata” di Verdi a Spoleto, Perugia Todi e Roma sotto la direzione di C. Palleschi, ed è stata inoltre scelta per prendere parte al recital lirico per la celebrazione dei 50 anni di carriera del Maestro R. Bruson; ha partecipato alle tournée a Istanbul presso il Centro di cultura Italiana e alle tournèe del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto a S. Pietroburgo per l’”International Musical Hermitage Festival” presso il Museo dell’Ermitage con l’Orchestra filarmonica di S. Pietroburgo sia nel 2012 che nel 2013.
A marzo 2012 ha interpretato in prima esecuzione moderna il ruolo della protagonista nell’opera di P. Generali “Adelaide di Borgogna” presso il Teatro Sociale di Rovigo sotto la direzione di F. Piva, concerto del quale è stato edito un cofanetto dalla casa discografica Bongiovanni.
Ad aprile dello stesso anno è stata impegnata a Pescara nella “Messa in Do minore k427” di Mozart diretta da P. Veleno, nei “Carmina Burana” di Orff diretti da M. Trombetta a Novara e in un recital rossiniano (“Péchés de ma veillesse”) con il pianista A. Marangoni per la stagione del Politecnico di Torino.
A Giugno 2012 per la stagione de “La Verdi” di Milano ha cantato diretta dal M° D. Ang nella composizione contemporanea “Sacrae Symphoniae” di F. Testi.
Nel 2013 è stata insignita del prestigioso premio svedese “Stockholm Culture awards” con un concerto-cerimonia alla presenza delle più alte cariche dello Stato scandinavo.
Fra i suoi impegni solistici inoltre si possono ricordare: la partecipazione alla produzione “Peer Gynt” di Grieg per l’Accademia di Santa Cecilia presso l’Auditorium Parco della Musica, Roma (diretto da M. V. Ashkenazy), la collaborazione con il maestro L. Bacalov per la registrazione di musiche da film, sotto la direzione del quale ha cantato anche per il concerto inaugurale della rassegna “Divinamente Roma” presso la Basilica di S. Maria in Ara Coeli di Roma (“Requiem op.48” di Fauré, “Salmi del Re David” di L. Bacalov); “La Torcia e il Melograno” di M. D’Amico per l’Auditorium dell’Università “Roma Tre” con l’orchestra Roma Sinfonietta diretta da P. Mianiti; i “Carmina Burana” di K. Orff a Pavia e Milano diretta da G. Prandi; il concerto dell’Epifania 2011 presso la basilica di S. Maria sopra Minerva, Roma, diretta da M. Boemi; “The Cady of Baghdad” (1778) di T. Linley, Jr, diretto da L. de Filippi nella sua prima rappresentazione italiana; la partecipazione nel 2010 al “Festival Mozartiana” di Gdansk in Polonia con un recital mozartiano e come primo soprano nella “Messa in do Minore k427” di Mozart.
Nell’ambito della musica antica e barocca Anna Carbonera ha collaborato con “Le Parlement de Musique” di Strasbourg come protagonista dell’opera “Alcina” di Haendel sotto la direzione di M. Gester a Vannes per un concerto con musiche di Hasse, Scarlatti e Haendel al Festival di musica sacra di Severgne; è stata Nice nella “Serenata a tre RV690” di Vivaldi presso il Teatro Rossini di Pesaro sotto la direzione di A. Ciccolini; con l’”Europa Galante” di F. Biondi ha cantato Baucis nel “Philemon und Baucis” di Haydn a Madrid; Vespro romano del ‘600 con l’ensemble Concerto Romano diretta da A. Quarta al “Rheingau Musik Festival” in Germania; per il Centro di Musica antica “Pietà de’ Turchini” con l’ensemble “Scherza l’alma”, con “Les Talens Lyrique” di C. Rousset alla Koeln Philharmonie nelle “Lecons des tenebres” di Charpentier/Couperin.
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