Otto Malling (1848-1915) nacque a Copenaghen, dove trascorse l’intera esistenza.
Mostrò precoci attitudini musicali e, nel 1869, si iscrisse al Conservatorio, fondato appena due anni prima, studiando con Niels Gade, massimo esponente della musica danese dell’Ottocento, e Johan Hartmann.
Ricoprì, inoltre, il ruolo di organista titolare della cattedrale di Copenaghen, fu docente e direttore dell’Accademia Musicale Reale Danese, e co-fondatore della Società dei Concerti.
Attivo anche nell’editoria musicale, pubblicò numerose sue trascrizioni, per organici vocali e pianoforte, di partiture di suoi colleghi.
Nonostante una carriera molto prestigiosa, Malling cadde quasi subito nell’oblio, per cui oggi è annoverato fra gli autori cosiddetti “minori”, termine sovente utilizzato dai musicologi per classificare quei compositori che nessuno approfondisce.
Riguardo alla sua produzione, piuttosto ampia, essa comprende brani corali, pregevoli incursioni in ambito cameristico, alcuni concerti per strumento solista, ma è focalizzata in particolare su pezzi sacri per organo.
A proposito di questi ultimi, un esempio significativo è contenuto in un recente cd della casa londinese Toccata Classics, distribuita in Italia da Ducale Music, che racchiude I tre Re, op. 94 (1907), La Vergine Maria, op. 70 (1897), entrambi in prima registrazione mondiale, e Echi dai Salmi di Davide, op. 89 (1910).
I primi due appartengono ai cosiddetti Stemningsbilleder, ovvero una sorta di descrizione di stati d’animo, legati a particolari eventi, che nei casi in esame si riferiscono rispettivamente al pellegrinaggio dei Magi alla ricerca di Gesù Bambino, e ad episodi salienti della vita della Madonna, dall’Annunciazione alla sua presenza sul Calvario ai piedi della Croce.
Riguardo all’op. 89, gli “echi” riguardano alcuni versetti tratti dal Salmo 23 e dal Salmo 33 (relativi rispettivamente al “Buon Pastore” ed alla Provvidenza).
Dal punto di vista musicale, i tre brani appaiono tentativi molto ben riusciti di descrivere vicende religiose, sfruttando, come avrebbe fatto il francese Messiaen un paio di decenni più tardi, le ampie potenzialità dell’organo, strumento ecclesiale per antonomasia.
Una peculiarità ben evidenziata da Sverker Jullander, eminente organista e musicologo svedese, al quale si devono anche le interessanti note del libretto illustrativo, la cui interpretazione mette in evidenza tutta la maestria di un autore da restituire quanto prima possibile alla notorietà.
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