Nel 1711 si celebrarono, a Piedimonte d’Alife, le nozze fra Pasquale Gaetani dell’ Aquila d’Aragona, conte di Alife e Marie-Magdalène de Croy dei duchi di Havré.
Il matrimonio ebbe una risonanza particolare in quanto la madre dello sposo era Aurora Sanseverino, figura eccezionale di letterata e mecenate, punto di riferimento della cultura napoletana per un buon quarto di secolo.
Non a caso la Sanseverino commissionò, ai compositori più in auge del momento, ben cinque serenate ed un’opera, allestite durante i dieci giorni di festeggiamenti che seguirono il matrimonio.
Fra i lavori scritti per l’occasione rientrava anche “La Iole”, serenata a tre voci con istromenti, di Nicola Antonio Porpora, all’epoca Maestro di Cappella della corte del principe Filippo d’Assia-Darmstadt (comandante dell’armata asburgica a Napoli), i cui testi erano di Nicola Giuvo, poeta arcadico nonché segretario della Sanseverino.
La trama della composizione aveva come riferimento il IX libro delle Metamorfosi e il IX libro delle Heroides, entrambi di Ovidio, e ruotava intorno alle avventure extra-coniugali di Ercole, invaghitosi della schiava Iole.
Una relazione non tollerata dalla gelosissima moglie Dejanira che, pensando di riportare al tetto coniugale l’eroe, gli faceva bere un filtro contro i tradimenti, che in realtà era un potente veleno.
In tal modo sia Dejanira che Iole perdevano l’amato, le cui spoglie venivano arse sul rogo.
Ercole risorgeva poi dalle ceneri, per unirsi alle due donne, dando vita ad un trio conclusiva che ammoniva i presenti sulla pericolosità delle passioni troppo impulsive.
La serenata, per motivi abbastanza inspiegabili, cadde nell’oblio, ed il manoscritto originale, più di un secolo dopo, entrò in possesso dell’abate Fortunato Santini, noto collezionista che, a sua volta, lo donò al musicologo austriaco Raphael Georg Kiesewetter.
Questi, per sommi capi, gli antefatti legati a “La Iole” di Antonio Porpora, che ha inaugurato la I edizione del Festival Internazionale di Musica Antica “Soave sia il vento”, rassegna organizzata dalla Fondazione Pietà de’ Turchini.
Si è trattato di una prima rappresentazione in tempi moderni, tenutasi nella splendida cornice del Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli, e affidata ad un organico costituito, per la parte strumentale, dall’ensemble Concerto de’ Cavalieri, diretto da Marcello Di Lisa, e per quella vocale da Anna Carbonera (soprano), Teresa Iervolino (contralto) e Iosu Yeregui (basso).
Per quanto riguarda il Concerto de’ Cavalieri, ha dato vita ad una prova eccezionale e non ci sono ormai dubbi che la compagine, con il suo fondatore e direttore Marcello Di Lisa, sta portando aria nuova, originale, ma mai astrusa, in un contesto, come quello barocco, appesantito da decennali sedimentazioni.
L’ensemble risulta dotato di sonorità particolari, che scaturiscono da un affiatamento perfetto, come si è potuto apprezzare anche nel concerto corelliano, eseguito prima della serenata di Porpora.
Ulteriore prova di intelligenza del maestro Di Lisa, è stata quella di proporre soltanto una parte della serenata, decisione che riteniamo dettata soprattutto dalla necessità di andare incontro sia alle esigenze del pubblico, ormai scarsamente avvezzo ad ascolti lunghi (e talora estenuanti), sia di sfruttare al meglio le attitudini dei tre cantanti.
E, a quest’ultimo proposito, le protagoniste femminili, il soprano Anna Carbonera (premiata nel 2011 al “Concorso di canto barocco F. Provenzale”) ed il contralto Teresa Iervolino, hanno saputo districarsi piuttosto bene, confrontandosi con una partitura concepita originariamente per i castrati Giovanni Battista Rapaccioli e Domenico Maria Tempesti, mentre Iosu Yeregui non sempre è riuscito a calarsi nel ruolo quasi grottesco del rozzo Ercole, disegnato da Porpora per Antonio Manna, un basso molto particolare, al quale erano affidati personaggi spesso sopra le righe.
In conclusione una serata di ottima musica, che ha riportato alla luce un capolavoro dimenticato di Nicola Porpora, aprendo nel modo migliore una rassegna, ricca di appuntamenti culturali, che ci terrà compagnia fino a metà febbraio del prossimo anno.
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