I “Concerti in Villa Floridiana” iniziano con l’ottimo esordio di un ensemble cameristico

Orchestra d'archi della FloridianaL’Orchestra d’archi della Floridiana, diretta da Andrea Guerrini, con Salvatore Lombardo nel ruolo di violino principale, ha aperto la IV edizione della rassegna “Concerti in Villa Floridiana”, organizzata dall’Associazione Musicale Golfo mistico in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il P.S.A.E. e per il Polo Museale della città di Napoli.
L’ensemble ha proposto una panoramica compresa fra la fine del Seicento e la prima metà del Novecento, iniziando con alcuni brani del londinese Henry Purcell (1659-1695), tratti dalle musiche di scena di “Abdelazar” o “La rivincita del Moro”, tragedia della britannica Aphra Behn, il cui rondo è ancora oggi molto conosciuto in quanto utilizzato da Benjamin Britten nella sua “Guida all’orchestra per i giovani”.
La successiva Serenata notturna in re maggiore KV 239, venne composta da Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) negli anni in cui prestava servizio a Salisburgo presso il principe-arcivescovo Hieronymus von Colloredo.
Presumibilmente il brano fu eseguito durante i festeggiamenti per il Capodanno del 1776 e la sua particolarità, rispetto ai notturni e alle serenate mozartiane dello stesso periodo, consiste in una partitura dove gli archi sono divisi in due sezioni che, a seconda dei casi, si contrappongono o si alternano.
E’ stata poi la volta della Sinfonia n. 7 per archi in re minore, appartenente alle dodici sinfonie scritte da Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847) fra il 1821 ed il 1823, che, seppur concepite in giovanissima età, danno già una discreta idea del talento molto precoce dell’autore tedesco.
Il concerto si è chiuso con due composizioni della produzione britannica del Novecento, la Brook Green Suite di Gustav Holst (1874-1934) e la Capriol Suite di Peter Warlock (1894-1930).
La prima, ideata appositamente per le giovani allieve che frequentavano la St. Paul’s Girls’ School, istituzione diretta da Holst, che aveva sede a Brook Green, risale al 1933 e rappresenta uno degli ultimi lavori di un musicista famoso esclusivamente per la suite orchestrale “I Pianeti”.
Riguardo alla seconda, datata 1926, è il frutto degli studi di musica rinascimentale portati avanti da Philip Arnold Heseltine (vero nome di Peter Warlock).
In particolare la Capriol Suite ha come riferimento alcuni motivi contenuti nel trattato “Orchésographie” di Thoinot Arbeau (pseudonimo sotto il quale si celava il dotto religioso francese Jehan Tabourot), pubblicato nel 1588, incentrato sui dialoghi fra un avvocato di nome Capriol, che vuole apprendere i segreti della danza, ed il suo maestro.
Un programma, nel complesso, piuttosto inusuale per le scene napoletane, che l’Orchestra d’archi della Floridiana, diretta da Andrea Guerrini, costituita da ottime individualità, a cominciare da Salvatore Lombardo nel ruolo di violino solista, ha interpretato nel migliore dei modi.
Pubblico che ha affollato numeroso l’Auditorium del Museo Duca di Martina, mostrando di gradire molto i brani eseguiti e decretando il successo di un ensemble, che speriamo possa quanto prima ritornare con altre interessanti proposte.
In conclusione anche la quarta edizione dei “Concerti in Villa Floridiana” è partita con il piede giusto e ci auguriamo prosegua mantenendo il livello che ha caratterizzato la rassegna fin dall’inizio e il prossimo appuntamento, tutto beethoveniano, affidato al duo costituito da Gianluca Giganti (violoncello) e Giacomo Serra (pianoforte), sembra confermare questa tendenza.
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