Nella splendida “Sacrestia del Vasari” del Complesso Monumentale di S. Anna de’ Lombardi ha avuto inizio, sotto la direzione artistica di Alfredo de Pascale, la XVIII edizione del Festival Pianistico organizzato dall’associazione Napolinova.
Ad inaugurare la rassegna è stato chiamato il maestro Antonio Di Palma che, all’attività concertistica abbina quella di apprezzato docente, ed attualmente ricopre anche l’incarico di vicedirettore del Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino.
La prima parte del programma, interamente mozartiana, si è aperta con la Fantasia in re minore K. 397 (1782), pezzo di raro ascolto, rimasto incompiuto e molto particolare, per alcuni passaggi che ritroveremo nelle sonate del primo Beethoven, oltre che per la presenza di ben sette cambi di tempo in un brevissimo spazio di tempo, ed una conclusione in una tonalità differente da quella di partenza.
Le successive Dodici variazioni in do maggiore sulla canzone francese “Ah, vous dirai-je Maman” K. 265, vennero scritte a partire da un semplice motivo tradizionale per bambini, che il musicista trasformò in un piccolo capolavoro.
Inizialmente si pensava che risalissero al soggiorno parigino di Mozart nel 1778, ma studi maggiormente accurati hanno determinato che il pezzo risale al 1871-72 e nacque quindi a Vienna, dove fu pubblicato nel 1875.
Brano conclusivo dell’excursus intorno al genio di Salisburgo, la Sonata in la minore K. 331, appartenente ad un trittico pubblicato nel 1784 da Artaria come op. 6.
In particolare il brano ha raggiunto una grandissima fama grazie all’ultimo movimento, il celebre “rondo alla Turca”, che in Italia divenne la colonna sonora di uno spot pubblicitario legato ad una marca di detersivi.
Dopo un breve intervallo è toccato alla Sonata in do maggiore, op. 2 n. 3 di Ludwig van Beethoven (1770-1827), ultima di una raccolta dedicata ad Haydn, comprendente tre composizioni concepite fra il 1794 ed il 1795.
In particolare, la corposità e la struttura della Sonata n. 3, non sono estranee alla lezione di Clementi e, nel contempo, furono certamente pensata per colpire la fantasia del pubblico.
Il concerto si è chiuso con il Gran Capriccio da Concerto op. 60 su “La Traviata” di Verdi, dell’olandese di origini ebraiche Joseph Ascher (1829-1869), che si spostò prima a Londra e poi studiò a Lipsia con Moscheles.
Nonostante una breve esistenza, la sua produzione comprende circa 200 composizioni, per pianoforte (solo, a quattro mani e a otto mani), e per voce e pianoforte.
Per quanto riguarda l’interprete, Antonio Di Palma ci sembra appartenga ad un pianismo lontano anni luce da quello che, a parte poche eccezioni, impera attualmente, dove giovani senza anima gareggiano a chi riesce a suonare il maggior numero di note nel più breve tempo possibile o forniscono interpretazioni “personali” prima ancora di aver assorbito pienamente il brano che stanno eseguendo.
E’ un vero piacere, invece, ascoltare e gustare capolavori pianistici proposti con grande rigore, sonorità brillanti e nitide, ed una maturità frutto di grande esperienza, che riconciliano con un certo modo di intendere la musica, che sta progressivamente scomparendo.
Non è un caso che, in mezzo al pubblico, ci fosse anche uno dei massimi esponenti di questa concezione pianistica come Aldo Ciccolini, di passaggio a Napoli e venuto esclusivamente per assistere al recital del nipote quale semplice spettatore (e non per ricevere l’ennesimo riconoscimento, come ha tenuto a precisare il maestro de Pascale nel breve discorso di apertura).
A proposito del pubblico, accorso numerosissimo e visibilmente soddisfatto, si è comportato abbastanza bene, anche se qualcuno non è riuscito a trattenersi nel fischiettare o canticchiare i motivi più noti, dal rondo mozartiano ai passaggi salienti della Traviata.
Alla fine il maestro Di Palma ha voluto omaggiare tutti con il Valzer Brillante, composto da Verdi per la contessa Maffei, attribuito solitamente a Nino Rota, che faceva da sottofondo ad una delle scene più celebri del film di Visconti “Il Gattopardo”.
In conclusione, la XVIII edizione del Festival Pianistico di Napolinova è partita con il piede giusto, confermando la validità di una rassegna fra le più longeve, in una città dove anche le iniziative più meritevoli hanno purtroppo vita breve.
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