Ai “Vespri d’organo” Luigi Zanni esalta le potenzialità dell’organo Mascioni eseguendo brani di Martucci e Langlais

L’appuntamento di aprile con l’ VIII edizione della rassegna “Sette secoli di musica sacra per organo a Napoli – Vespri d’organo”, organizzata dall’Associazione Trabaci, il cui direttore artistico è il maestro Mauro Castaldo, ha avuto come protagonista Luigi Zanni, che ha eseguito la Sonata in re minore di Giuseppe Martucci (1856-1909) e la Suite Brève di Jean Langlais (1907-1991).
La prima, datata 1879, rappresenta l’unico contributo del compositore campano alla letteratura organistica, ed è il frutto di una certosina revisione, curata da Mauro Castaldo, avendo come riferimento il manoscritto originale custodito nella biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella.
In essa si riscontrano sia riferimenti alla musica tedesca dell’Ottocento, fonte principale di ispirazione dell’autore, sia a quella organistica francese, in un connubio particolarmente intrigante.
Dal suo canto la Suite Brève si inquadra nell’ambito della gloriosa scuola transalpina, che anche durante il Novecento ha proposto numerose figure di spicco, una delle quali fu sicuramente quella di Jean Langlais, allievo di Dupré e Tournemire, cieco dall’età di due anni.
Il brano risale al 1947, quando l’autore era già organista titolare della chiesa parigina di Santa Clotilde (ruolo ricoperto dal 1945 al 1987), per cui poteva concepire pezzi pensando alle sonorità del monumentale Cavaillé-Coll, costruito su indicazioni di César Franck, che lo inaugurò nel 1859.
Uno sguardo ora al maestro Luigi Zanni, che ha fornito un’eccezionale interpretazione di entrambi i brani, evidenziando, da un lato i diversi volti della sonata di Martucci, dall’altro i colori e le inquietudini legate alla suite di Langlais, queste ultime sicuramente legate al periodo in cui fu scritta.
All’estrema bravura dell’esecutore si è aggiunta una straordinaria risposta anche dell’organo Mascioni, vero fiore all’occhiello della chiesa dell’Immacolata al Vomero (sede della rassegna), apparso in tutta la sua potenzialità e magnificenza.
In conclusione un concerto di elevatissimo livello che, ancora una volta (ed è un vero peccato), non ha ricevuto da parte del pubblico il dovuto interessamento.

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