La stagione dell’Associazione Alessandro Scarlatti è stata caratterizzata dal gradito ritorno del Quartetto Casals, nato nel 1997, e costituito da Vera Martinez Mehner e Abel Tomàs (violini), Jonathan Brown (viola) e Arnau Tomàs (violoncello).
L’ensemble spagnolo, che nella seconda parte della serata ha suonato insieme al violoncellista olandese Pieter Wispelwey, si è confrontato con alcuni brani di autori iberici di nascita o di adozione.
Il concerto è iniziato con la versione per quartetto d’archi de La oración del torero, scritta nel 1925 dal sivigliano Joaquín Turina (1882-1949).
Il brano riporta i momenti, pieni di pathos e preoccupazione, che precedono l’entrata del torero nell’arena e, a tratti tipicamente spagnoli, abbina una vena impressionistica, assorbita durante la permanenza dell’autore a Parigi fra il 1905 ed il 1913.
Il successivo Quartetto in mi bemolle maggiore n. 3 di Juan Crisóstomo de Arriaga, nato a Bilbao nel 1806, permetteva di evidenziare un compositore molto promettente, che aveva guadagnato già una discreta fama come operista, morto prematuramente di tubercolosi nel 1826 a Parigi.
Dopo l’intervallo è stata la volta di Luigi Boccherini (1743-1805), lucchese di nascita, che trascorse però a Madrid più della metà della sua vita.
Dalla sua produzione erano tratti il Quintetto in mi maggiore op. 11, n. 5 G. 275 e il Quintetto per archi in do maggiore op. 30, n. 6 G. 324.
Il primo contiene il celeberrimo minuetto e risale al 1771, quando il musicista era al servizio del fratello del re di Spagna Carlo III, presso la cui corte era attivo il Quartetto Font, formato da Francisco Font e dai suoi tre figli, al quale spesso si aggiungeva l’autore in persona, virtuoso del violoncello.
Dal suo canto il secondo è anche noto con il soprannome “La musica notturna nelle strade di Madrid”, in quanto i differenti motivi che si susseguono, fra i quali uno che identifica il passaggio della ronda serale dei militari, descrivono in modo realistico l’atmosfera che si respirava ai tempi di Boccherini.
Proprio per questa sua specificità l’autore non volle pubblicarlo (fu infatti dato alle stampe nel 1921), convinto che, al di fuori di Madrid, il pezzo non sarebbe stato né apprezzato, né compreso.
Per quanto riguarda gli interpreti, il Quartetto Casals ha confermato di essere un ensemble formato da solisti molto bravi, ben affiatati e caratterizzati da un suono nitido e corposo.
Un cenno merita anche l’ottimo violoncellista Pieter Wispelwey, aggiuntosi nella seconda parte, che con la sua bravura ed esperienza ha fornito un importante contributo alla riuscita complessiva del concerto.
Pubblico numeroso e bis, quasi obbligatorio, con il minuetto del Quintetto in mi maggiore op. 11, n. 5, che ha concluso una serata ricca di musica molto piacevole
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