I “Vespri d’organo” ripartono con un trio di grande esperienza

Trio Montano-Rigliari-Castaldo

Trio Montano-Rigliari-Castaldo

La Chiesa dell’Immacolata al Vomero ha recentemente ospitato il concerto inaugurale dell’VIII edizione di “Sette secoli di musica sacra per organo a Napoli – Vespri d’organo”, organizzata dall’Associazione Trabaci e gemellata con il “St. Nikolaus Orgelfestival” di Stuttgart (Germania).
La rassegna, dedicata alla contessa Milly Gardini, assidua e competente frequentatrice di eventi musicali scomparsa lo scorso anno, si è aperta con il concerto del trio costituito dal mezzosoprano Rosa Montano, dal sassofonista Paolo Rigliari e dall’organista Mauro Castaldo, presidente dell’Associazione Trabaci.
In programma una serie di arrangiamenti per sassofono e organo (con l’aggiunta, in taluni casi, della parte vocale), appartenenti ad un vasto repertorio.
Apertura nel segno della musica britannica, con Trumpet Voluntary di John Stanley (1713-1786), Pavana di William Byrd (1542-1623) e Trumpet Tune in re maggiore di Henry Purcell (1659-1695), al quale ha fatto seguito il “Pie Jesu”, tratto dal Requiem, op. 9 del francese Maurice Duruflé (1902-1986).
Successivamente abbiamo ascoltato tre brani del Settecento, il secondo movimento del Concerto in fa minore per clavicembalo BWV 1056 di Johann Sebastian Bach (1685-1750), il Domine Deus di Antonio Vivaldi (1678-1741) e l’ Adagio, dal Concerto per oboe, archi e basso continuo di Alessandro Marcello (1684-1750), celeberrimo in quanto utilizzato nella colonna sonora del film “Anonimo veneziano”.
E’ stata poi la volta di un trittico dedicato a Georg Friedrich Händel (1685-1759) con un’ “Ave Maria”, il cui motivo originale derivava dall’aria di Almirena “Lascia ch’io pianga”, dall’opera “Rinaldo”, la Sonata in sol minore op. 1, n. 6 e “O mio signor” per mezzosoprano e organo, basata su “Ombra mai fu” dall’oratorio “Serse”.
Il concerto si è chiuso con due brani piuttosto distanti temporalmente, l’Aria del francese Eugène Bozza (1904-1991) dal carattere moderno ma moderato e Laudate Dominum, dal Vesperae Solemnes de confessore K 339 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791).
Uno sguardo ai tre interpreti per sottolineare la loro bravura e l’ottimo affiatamento, che li ha portati a trovare anche il giusto equilibrio fra sassofono ed organo e tra questi ultimi e la voce del mezzosoprano, soprattutto in rapporto ad un’acustica che, in casi del genere, diviene l’elemento principale con cui confrontarsi e spesso risulta fortemente penalizzante.
Pubblico abbastanza esiguo, nonostante l’originalità della proposta, figlia del nuovo corso portato avanti da Mauro Castaldo in questa ottava edizione, che ha lo scopo di avvicinare gli spettatori alle sonorità dell’organo, abbinandole a quelle di altri strumenti, tenendo presente la strana avversione della maggior parte degli appassionati di musica classica nei confronti del repertorio organistico.
L’inizio non è sicuramente dei più promettenti, ma siamo certi che la costanza del maestro verrà premiata nel momento, speriamo vicino, in cui ci si renderà conto dell’unicità e dell’elevato livello della rassegna.

Questa voce è stata pubblicata in Recensioni concerti e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.